Nel suo ultimo libro Rodolfo Casadei racconta il sacrificio di Cristo che si rinnova ogni giorno nei martiri di Iraq, Iran, Libano, sud Sudan e Uganda
di Antonio Gaspari
Con il libro Tribolati ma non schiacciati – storie di persecuzione, fede e speranza edito da Lindau, Rodolfo Casadei spiega che “dei cristiani perseguitati si parla sempre come di vittime, e raramente come di testimoni: si sottolinea la violenza e l’ingiustizia di cui sono oggetto più della fede con cui affrontano la prova e della carità che hanno verso i loro persecutori”.
Il titolo del libro è ripreso dalla Lettera ai Corinzi (4,8-10) in cui San Paolo scrive “Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati, siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”.
Intervistato da ZENIT, Casadei, che da oltre venticinque anni raggiunge i testimoni della fede nei posti più pericolosi del pianeta, ha sostenuto che “la persecuzione è un mistero della fede che si rinnova, perché è la continuazione della Redenzione del mondo attraverso il sacrificio di Cristo che passa traverso il sangue dei martiri. Possiamo dire che i martiri sono Cristo oggi!”
Inviato speciale del settimanale Tempi, autore di numerosi libri di testimonianza, Premio Borsa di studio Oriana Fallaci nel 2008, premiato dall’Ucsi nel 2005, in questo suo ultimo libro Casadei ha riportato le storie e le interviste che ha fatto a persone che hanno saputo trarre il massimo bene dal male più cruento. Sette capitoli per raccontare degli iracheni che hanno testimoniato Cristo durante l’eccidio nella chiesa siro-cattolica di Baghdad e hanno cercato di convertire i terroristi che li tenevano in ostaggio.
Della vedova del Presidente della Commissione Giustizia e Pace di Juba che promuove i diritti delle donne sud-sudanesi che si trovano nelle sue stesse condizioni. Della giornalista cristiana libanese May Chidiac sopravvissuta alla bomba che l’ha mutilata, divenuta una “martire vivente”. Dei mujaheddin iraniani che hanno conosciuto il cristianesimo e si sono convertiti mentre erano prigionieri degli americani e del nuovo governo iracheno. Dei cristiani iracheni che tornano nel loro paese mentre tanti continuano a fuggire e quelli rapiti che hanno rifiutato di cambiare religione.
Dell’arcivescovo di Mosul monsignor Paulos Faraj Rahho, rimasto al suo posto nonostante ripetute minacce e morto durante il sequestro. Di Margareth Arach Orech che è sopravvissuta miracolosamente all’esplosione di un razzo che le ha tranciato di netto una gamba e che ora dirige programmi per eliminare tutte le mine e di suor Rachele Fossera che ha inseguito il crudele e violento comandante Laghira che gli aveva rapito 139 studentesse tra i tredici ed i sedici anni di età, riuscendone a liberarne 109.
La descrizione della persecuzione è così forte che in molte parti del libro ti si gela il sangue e ti si blocca lo stomaco. Nella mente e nelle azioni dei persecutori sembra non esserci nessun limite all’orrore. Molti dei personaggi che Casadei ha incontrato, sono sopravvissuti miracolosamente ad attentati, torture, esplosioni di razzi e autobombe.
Impressionante la testimonianza di May Chidiac, giornalista, conduttrice del principale network libanese la Libanese Broadcasting Corporation (LBC). Una donna bella, coraggiosa, elegante, eroica. Per anni ha diretto il telegiornale e animato il più importante talk show politico. Senza peli sulla lingua ha denunciato l’occupazione siriana del Libano e le responsabilità siriane nell’omicidio di Rafic Hariri.
Poi un giorno, dopo essere stata in Chiesa a pregare, è salita in auto ha acceso il motore e tutto è esploso. Ha raccontato lei stessa che sarebbe morta se non si fosse girata per deporre sul sedile posteriore l’acqua benedetta, le icone e l’olio santo che gli avevano dato al santuario di san Charbel dove era andata a pregare.
Ha perso un braccio ed una gamba, gli si sono incendiati i vestiti ed i capelli, ha subito fratture in tutto il corpo. E’ stata per tre giorni tra la vita e la morte. Ha subito trentatré operazioni, di cui ventinove in anestesia totale, migliaia di pastiglie inghiottite, chiodi chirurgici e placche metalliche infisse dappertutto. E’ sopravvissuta ed è tornata in Tv con un programma che si chiama “Con audacia”.
Circa il suo rapporto con Dio ha confessato nel corso di una conferenza stampa a Roma. “Ringrazio Dio sempre perché il mio volto è rimasto intatto, ma a volte mi arrabbio con Lui e gli dico ‘Avresti potuto impedire all’assassino di premere il bottone, avresti potuto provocare un intralcio, se davvero volevi salvarmi. perché mi hai lasciato viva per portare questa croce? E’ troppo pesante per me…’”
“Ma poi – ha aggiunto con voce incrinata dalla commozione – hai salvato il mio viso, mi hai dato la forza per continuare la lotta, riprendere il mio lavoro in tv, provare al mondo intero che gli assassini non possono vincere”.
Stupisce e commuove il modo in cui i martiri cristiani sopportano la violenza inaudita, confidando in Cristo e offrendo il loro sacrificio per la salvezza degli altri, anche dei persecutori. Ha scritto Casadei nell’introduzione al libro: “nei martiri è Dio che opera attraverso la Sua Grazia, accolta dalla libertà di quei suoi figli. I martiri cristiani sono Cristo che si sacrifica oggi per noi, e che ci redime. Sono i corredentori del mondo contemporaneo!”