Newsletter dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà — Maggio 2017 — 2
di S.E. Mons. Athanasius Schneider,
ORC, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana, Kazakhstan
Relazione tenuta nei convegni in occasione del centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima a Milano (24 maggio 2017), Verona (26 maggio 2017) e Bergamo (27 maggio 2017).
L’ineffabile sapienza e misericordia della provvidenza divina dona ad ogni epoca della storia umana e della storia della Chiesa quei mezzi d’aiuto, che sono più necessari per sanare le piaghe spirituali e salvare gli uomini da grandi disastri spirituali e materiali. Di solito Dio interviene nei momenti più critici della storia umana e sacra per mezzo di quelle profezie autentiche che sono esaminate ed accettate dalla Chiesa. Tali interventi divini sono avvenuti nel corso della storia della Chiesa e avverranno fino alla fine del tempo.
Il Magistero della Chiesa afferma nel Catechismo: «L’economia cristiana, in quanto è Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e non c’è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo. Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli. Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”, alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di “migliorare” o di “completare” la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi santi alla Chiesa» (C.C.C. n. 66-67).
Le apparizioni, avvenute in Fatima nel 1917, possono essere considerate come uno degli esempi più eminenti dei doni e carismi profetici nella storia della Chiesa. Dio ha mandato Sua Madre Immacolata a Fatima nel 1917, e la santa Madre di Dio ha fatto risuonare i suoi urgenti appelli materni in vista dei gravi pericoli spirituali, nei quali si trovava l’intera famiglia umana all’inizio del XX secolo. Le avvertenze della Santa Vergine si sono rivelate come veramente profetiche, alla luce dello stato inaudito dell’incredulità, dell’ateismo e di una rivolta diretta contro Dio e Suoi comandamenti ai nostri giorni. Durante il XX secolo la vita privata e pubblica era caratterizzata come una vita senza Dio e contro Dio, particolarmente per mezzo delle dittature ateiste della Massoneria (per esempio quella in Messico negli anni venti), del nazionalsocialismo di Hitler Germania, del comunismo sovietico (nei paesi dell’ex Unione Sovietica) e del comunismo maoista in Cina.
All’inizio del XXI secolo si è scatenata la guerra contro Dio e Cristo e contro sui comandamenti Divini al livello quasi globale particolarmente per mezzo dell’attacco blasfemo contro la creazione Divina dell’essere umano come maschio e femmina usando per questo scopo dell’attacco la dittatura dell’ideologia del gender e della legittimazione pubblica di ogni specie di degradazione sessuale.
Nel XX secolo era la Russia comunista che rappresentava lo strumento più potente e di ampia portata nella diffusione dell’ateismo della guerra contro Cristo e la Sua Chiesa. Questo attacco era esplicito e frontale. Per mezzo della rivoluzione bolscevica dell’ottobre 1917, satana cominciò ad usare il più grande Paese del mondo e la più grande nazione cristiana dell’Est per lottare apertamente contro Cristo e Sua Chiesa. Il 13 luglio 1917 quando la Vergine Maria parlò del pericolo imminente relativo alla diffusione degli errori della Russia nel mondo intero, nessuno avrebbe potuto mai immaginare lo scenario realmente apocalittico della persecuzione della Chiesa e della propaganda dell’ateismo, che la Russia realizzò alcuni mesi più tardi, ossia entro la fine dell’ottobre 1917. Con ciò le apparizioni in Fatima hanno dimostrato il loro carattere straordinariamente profetico.
Come rimedio principale contro l’ateismo teorico e pratico, nel quale è sprofondata l’umanità nell’attuale epoca storica, la Beata Vergine Maria ha indicato la preghiera del Santo Rosario, il culto e la devozione al suo Cuore Immacolato con la pratica dei primi cinque sabati e la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, consacrazione che dovrebbe essere fatta dal Papa in unione con l’intero episcopato.
Il disprezzo dei comandamenti di Dio significa empietà e l’empietà conduce alla dannazione eterna di molte anime. Nel suo messaggio a Fatima la Madre di Dio ha indicato i peccati contro la castità e il disprezzo per la santità del matrimonio come la causa più frequente della dannazione eterna delle anime. La Vergine Maria diceva alla Beata Giacinta che, «i peccati che portano più anime all’inferno sono i peccati della carne e che saranno introdotte certe mode che molto offenderanno Nostro Signore. Quelli che servono Dio non dovrebbero seguire queste mode. La Chiesa non ha mode: Nostro Signore è sempre lo stesso».
Inoltre, la Madonna ha detto che «molti matrimoni non sono buoni; loro non gli piacciono e non sono di Dio». San Giovanni Maria Vianney, il curato di Ars, parlava nei suoi sermoni in modo simile: «Quanto poco è conosciuta la purezza nel mondo; quanto poco noi la apprezziamo; quanto poco ci sforziamo di preservarla; quanto poco zelo abbiamo nel chiederla da Dio, poiché non possiamo averla da noi stessi. La purezza non è nota a quei notori e incalliti libertini che si abbandono a loro depravazioni. In quale stato sarà una tale anima quando apparirà davanti a Dio! Purezza! O Dio, quante anime trascina questo peccato nell’inferno!».
Il carattere profetico delle parole della Madonna è divenuto talmente ovvio ai nostri giorni che persino nella vita di alcune chiese cattoliche particolari i peccati della carne e le unioni adulterine sono nella pratica approvati per mezzo della pratica cosiddetta “pastorale” dell’ammissione alla santa Comunione di quelle persone divorziate che intenzionalmente continuano a avere rapporti sessuali con una persona che non è il loro legittimo coniuge. Una tale pseudo-pastorale sarà responsabile della condanna eterna di molte anime, poiché una tale pratica incoraggia gli uomini a continuare a peccare offendendo Dio e con ciò disprezzando Suoi comandamenti. La Beata Vergine Maria disse alla Beata Giacinta: «Se gli uomini sapessero ciò che è l’eternità, farebbero di tutto per cambiare la loro vita. Gli uomini si perdono, perché non pensano alla morte di Gesù e non fanno penitenza».
La Madre di Dio è apparsa a Fatima principalmente per lanciare un urgente appello materno finalizzato alla salvezza delle anime dalla condanna eterna. Ella ha mostrato perciò ai piccoli veggenti la realtà indicibilmente orrenda dell’inferno. Allo stesso tempo ha indicato la via della penitenza come l’unica possibilità per evitare l’inferno. Questa via della penitenza ha una duplice dimensione. In primo luogo essa rappresenta un mezzo per fuggire le future occasioni di peccato e per riparare ai peccati commessi. In secondo luogo, essa costituisce una forma penitenziale vicaria, ovvero una riparazione per i peccatori in vista della loro conversione.
Nella terza parte del secreto di Fatima Dio ci dà la seguente immagine sconvolgente con l’invito a fare penitenza: «Abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!».
La Chiesa ai nostri giorni deve di nuovo proclamare con vigore la verità Divina sulla realtà della condanna eterna e sull’inferno per salvare le anime immortali che altrimenti si potrebbero perdere per tutta l’eternità. L’esistenza di un inferno eterno è una verità della fede, definita dalla Chiesa nei concili, nei simboli della fede e nei documenti del Magistero. La Madonna di Fatima ha considerato questa verità talmente importante e pastoralmente efficace, che ha mostrato ai piccoli bambini l’inferno. Suor Lucia racconta: «Questa visione è durata solamente un attimo, grazie alla nostra buona Madre Celeste, che nella sua prima apparizione aveva promesso di portarci in Paradiso. Senza questa promessa, credo che saremmo morti di terrore e spavento». La Madonna ha poi detto ai bambini: «Avete visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore immacolato».
Suor Lucia continua poi a raccontare: «Giacinta continuava seduta sul suo sasso, pensierosa, e domandò: “Quella Signora disse pure che vanno molte anime all’inferno! L’inferno non finisce mai. E neanche il Paradiso. Chi va in Paradiso non esce più di là. E neppure chi va all’inferno. Non capisci che sono eterni, che non finiscono mai?”. Facemmo, allora, per la prima volta, la meditazione sull’inferno e sull’Eternità. Quel che impressionò di più Giacinta, fu l’Eternità» (Suor Lucia, Memorie, p. 45-46). Giacinta, poco prima di morire affermò: «Se gli uomini sapessero ciò che è l’eternità, farebbero tutto possibile per cambiare la loro vita. Mortificazione e sacrifici piacciono molto al nostro Divino Signore».
L’esempio della Beata Giacinta, mostrato nella seguente citazione, dovrebbe commuoverci profondamente, e soprattutto dovrebbe spingere ogni sacerdote e ogni fedele ad una concreta testimonianza attraverso parole e azioni: «La visione dell’inferno le aveva causato tanto orrore, che tutte le penitenze e mortificazioni le sembravano un nulla, per riuscire a liberare di là alcune anime.
Giacinta con frequenza si sedeva per terra o su qualche sasso e, pensierosa, cominciava a dire: «L’inferno! L’inferno! Come mi fanno pena le anime che vanno all’inferno!». Rivolgendosi a me e a Francesco diceva: “Francesco! Francesco! Non state a pregare con me? Bisogna pregare molto per liberare le anime dall’inferno. Tante vanno laggiù, tante!”. Altre volte domandava: «Ma come mai la Madonna non fa vedere l’inferno ai peccatori? Se loro lo vedessero, non peccherebbero più per non andarci. Di’ un po’ a quella Signora che faccia vedere l’inferno a tutta quella gente (si riferiva a quelli che si trovavano a Cova da Iria, al momento dell’apparizione. Vedrai come si convertono”. Qualche volta domandava pure: “Ma che peccati saranno quelli che questa gente fa per andare all’inferno? Non saprei. Forse il peccato di non andare a messa la domenica, di rubare, di dire parolacce, di augurare il male, di giurare… Come mi fanno pena i peccatori! Se potessi fargli vedere l’inferno!”. Improvvisamente a volte si stringeva a me e diceva: “Io vado in cielo, ma tu rimani quaggiù. Se la Madonna ti lascia, di’ a tutti com’è l’inferno, perché non facciano più peccati e non vadano più laggiù. Altre volte, dopo essere stata un po’ a pensare, diceva: “Tanta gente che va all’inferno! Tanta gente all’inferno!”. “Non aver paura, tu vai in cielo!”, le dicevo per tranquillizzarla. “Io, si, ci vado”, replicava lei con calma, “ma io vorrei che ci andasse pure tutta quella gente”».
Un significato particolarmente importante del messaggio di Fatima consiste nel ricordare alla Chiesa e agli uomini del nostro tempo la realità del peccato e le sue catastrofiche e deleterie conseguenze. Perché possiede il peccato intrinsecamente una tale tragica gravità? Perché il peccato offende Dio, offende Sua infinita maestà, Sua infinitamente santa e saggia volontà. Questo è precisamente la causa dell’inconcepibile malizia del peccato. La Madonna diceva ai pastorelli di Fatima: «Gli uomini si devono pentire dei loro peccati, emendare la loro vita e chiedere perdono per i loro peccati. Loro non devono offendere il Signore che è già troppo offeso».
Suor Lucia scrisse: «La parte dell’ultima apparizione che più ha colpito il mio cuore è la richiesta della nostra Madre celeste di non offendere più Dio che è già troppo offeso». La Madonna ha detto a Suor Lucia: «Il buon Dio si lascia placare, ma si lamenta amaramente e con dolore del numero limitatissimo di anime che si trovano nella grazia, e che sono disposte a rinunciare a tutto ciò che la Legge Divina condanna come male».
È nota questa affermazione di Papa Pio XII: «Il peccato più grande nel mondo d’oggi consiste forse nel fatto che gli uomini hanno cominciato a perdere il senso del peccato». (Radio messaggio ai partecipanti del “National Catechetical Congress of the United States in Boston”, 26 ottobre 1946). Uno dei principali appelli del messaggio di Fatima e dell’esempio commovente del Beato Francesco e della Beata Giacinta può essere espresso nella seguente domanda: «Sto correndo verso l’eternità? Sono veramente pronto ad apparire davanti al tribunale di Dio? Sono nello stato di peccato?».
Essendo il peccato, e in primo luogo il peccato mortale, il più grande disastro spirituale, uno dei principali compiti pastorali della Chiesa consiste nell’ammonire gli uomini contro il pericolo del peccato, nel predicare intorno alla gravità reale del peccato, nel condurre ad una penitenza autentica per la grazia di Dio, nel salvare i peccatori dalla morte eterna attraverso preghiere di intercessione e atti di riparazione vicaria. I ministri della Chiesa non dovrebbero mai minimizzare il peccato, non dovrebbero mai parlare in modo ambiguo su ciò che è peccato, non dovrebbero mai né esplicitamente né implicitamente confermare un peccatore nel suo peccaminoso stile di vita, come per esempio nel caso dei divorziati detti “risposati”.
Un tale atteggiamento sarebbe estremamente anti-pastorale e paragonabile ad una madre la quale vedendo suo figlio correre verso un precipizio, gli parlasse in modo ambiguo. Infatti, un tale atteggiamento non sarebbe l’atteggiamento di una madre, ma piuttosto di una matrigna. Di conseguenza, quei clerici, che nel caso più frequente nel nostro tempo, consentono ai divorziati detti “risposati” di continuare a praticare l’adulterio, si comportano come matrigne.
La nuova cosiddetta pastorale della misericordia nei confronti dei divorziati “risposati”, propagata specialmente dal Cardinale Kasper e da suoi alleati clericali, – persino intere Conferenze episcopali –, è ultimamente crudele, un metodo “da matrigna” nei confronti dei peccatori. L’atteggiamento commovente del Beato Francesco e della Beata Giacinta verso il peccato e i peccatori, riempie di vergogna un tale metodo anti-pastorale, il quale si sta propagando ai nostri giorni sotto la maschera della misericordia.
La realità del peccato esige necessariamente penitenza e riparazione. Ciò appartiene anche alle parti centrali del messaggio dato dalla Madre di Dio a Fatima per il nostro tempo. Già nel 1916 l’Angelo parlava ai veggenti con lo stesso spirito col quale parlerà la Madonna nel 1917. L’Angelo diceva ai bambini: «Offrite senza sosta preghiere e sacrifici all’Altissimo. Per tutto quanto vi è possibile, offrite a Dio un sacrificio quale atto di riparazione per i peccati da cui è offeso, e quale atto di supplica per la conversione dei peccatori. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi invierà». Il 13 luglio di 1917 la Madonna ha detto: «Continuate a venire qui. A ottobre dirò chi sono, quel che voglio e farò un miracolo che tutti possano vedere, affinché credano. Sacrificatevi per i peccatori, e dite spesso, specialmente facendo qualche sacrificio: “O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”».
Dobbiamo lasciarsi commuovere e ispirare dall’esempio dei bambini di Fatima per crescere nello spirito d’espiazione e di riparazione per i peccati. I bambini soffrivano la sete, però non c’era nemmeno una goccia d’acqua vicino al luogo dell’apparizione. Invece di lamentarsi Giacinta, che aveva solo sette anni, sembrava essere felice. «Come è bello», diceva lei, «Ho sete, ma offro tutto per la conversione dei peccatori».
Lucia, la più anziana dei tre bambini, si sentiva responsabile dei suoi cugini, e così andò ad una casa vicina per chiedere un po’ d’acqua. Suor Lucia racconta: «Diedi la brocca d’acqua a Francesco, e gli dissi che bevesse. “Non voglio bere”, rispose il ragazzo di nove anni, “voglio soffrire per i peccatori”. “Bevi tu!”, chiesi allora Giacinta. “Anch’io voglio offrire un sacrificio per i peccatori”, rispose lei. Versai, allora, l’acqua nella fossetta di una roccia, per farla bere alle pecore, e andai a restituire la brocca alla padrona. Il caldo diventava sempre più intenso. Le cicale e i grilli univano il loro canto a quello delle rane del pantano vicino e facevano uno schiamazzo insopportabile. Giacinta, indebolita dalla fiacchezza e dalla sete, mi disse, con quella semplicità che le era naturale: “Dì ai grilli e alle rane che stiano zitti! Mi fa tanto male la testa!” Allora, Francesco le chiese: “Non vuoi soffrire questo per i peccatori?”. La povera bambina, stringendo la testa fra le manine, rispose: “Sì, lo voglio, lasciali cantare”».
Commentando l’esempio di Francesco e di Giacinta, Suor Lucia diceva: «Molte persone, pensando che la parola penitenza implichi grandi austerità, e sentendo che non hanno la forza per grandi sacrifici, si scoraggiano e continuano una vita di tiepidezza e di peccato». Ma la stessa Suor Lucia racconta ciò che Nostro Signore le ha spiegato a tal riguardo: «Il sacrificio richiesto di ogni persona consiste nell’adempimento dei propri obblighi di vita e nell’osservanza della Mia legge. Questa è la penitenza che Io adesso cerco e chiedo».
Le apparizioni e i messaggi della Madonna di Fatima non possono essere adeguatamente compresi senza considerare le apparizioni dell’Angelo ai tre bambini nel 1916. Entrambe le apparizioni hanno un mutuo intrinseco rapporto. Le parole dell’Angelo hanno già preparato il messaggio centrale della Madonna in Fatima: «In tutto ciò in cui vi è possibile offrite a Dio un sacrificio quale atto di riparazione per i peccati da cui è offeso, e quale atto di supplica per la conversione dei peccatori».
Però, il significato più importante delle apparizioni dell’Angelo consiste nel messaggio che riguarda il mistero Eucaristico del Corpo e del Sangue di Gesù. Già nel 1916 l’Angelo affermava che Cristo è «orribilmente oltraggiato» in questo mistero. Quasi nessuno nella Chiesa di quel tempo avrebbe potuto immaginare a quali orribili oltraggi sarebbe stato successivamente esposto il Santissimo sacramento eucaristico, e a quali livelli di inquietante diffusione tali oltraggi si sarebbero estesi persino all’interno della stessa Chiesa.
Ne sono un evidente esempio la pratica, diffusa ai nostri giorni, di concedere la Santa Comunione nelle mani, e l’ammissione indiscriminata dei peccatori impenitenti, e persino dei non-cattolici, alla Santa Comunione. Mai nella storia il sacramento eucaristico è stato oggetto di simili orrendi sacrilegi da parte del clero e dei fedeli come accade attualmente. Ancora una volta le apparizioni in Fatima rivelano in modo impressionante il loro carattere altamente profetico.
La Chiesa ai nostri giorni può imparare dalla missione profetica delle apparizioni di Fatima l’intrinseca e inseparabile connessione tra la venerazione della Santissima Eucaristia e la devozione alla Beata Vergine Maria, specificamente del suo Cuore Immacolato. La diffusione della devozione al Cuore Immacolato deve essere connessa simultaneamente ad un vero rinnovamento del culto Eucaristico, e, concretamente parlando, deve essere connessa alla restaurazione del culto anche esterno della sacralità e della riverenza nella celebrazione della Santa Messa, in particolare per quanto concerne il rito e la disciplina della ricezione della santa Comunione.
Soltanto quando il regno di Cristo, il Re Eucaristico, sarà di nuovo ristabilito in tutto il suo splendore nell’intero mondo cattolico, allora arriverà il Regno e il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Il Regno del Cuore Immacolato è intrinsecamente Eucaristico, e questo è un prerequisito per una vera pace nel mondo.
Uno dei più grandi devoti della Madonna di Fatima, e uno dei più zelanti promotori del suo culto, fu il pio e coraggioso laico Brasiliano Dr. Plinio Correia de Oliveira. Già nel 1944 egli presentò in maniera profonda e perspicace l’attualità delle apparizioni di Fatima. Una presentazione perfettamente applicabile all’attuale situazione storica: «Si riunirono i tecnici – che assieme ai banchieri, oggi, sono i re della Terra – “et convenerunt in unum adversus Dominus”. Costruirono una pace senza Cristo, contro Cristo. Il mondo affondò ancora di più nel peccato, nonostante l’ammonimento della Madonna. A Fatima i miracoli si moltiplicarono per decine, per centinaia, per migliaia. Eccoli, noti a tutti, a disposizione di qualsiasi medico di ogni razza ed ogni religione. Le conversioni non si contarono più. Tuttavia, Fatima non era ascoltata da nessuno. Alcuni la mettevano in dubbio senza studiarla, altri la negavano senza prenderla in esame. Altri ancora ci credevano senza osare dirlo. La voce della Signora non fu udita e più di venti anni passarono. Un bel giorno, strani segni vennero dal Cielo, una aurora boreale di cui diedero notizia tutte le agenzie del mondo. Dal profondo del suo convento, Lucia scrisse al vescovo: era il segno che la guerra stava per arrivare. Ed infatti arrivò la guerra. Eccola lì. Oggi ci si preoccupa nuovamente di “riorganizzare il mondo”, agli sgoccioli di questa lotta già potenzialmente vinta. “Si vocem ejus hodie audieritis, nolite obdurare corda vestra”. “Se oggi sentite la sua voce, non indurite il vostro cuore”, dice la Sacra Scrittura. Elencando la festa della Madonna di Fatima fra le festività liturgiche, la Santa Chiesa proclama la perennità del messaggio dato al mondo attraverso i tre pastorelli. Nel giorno della sua festa, ancora una volta la voce di Fatima giunge a noi: “Non indurite i vostri cuori”. E così avrete trovato la strada della vera pace» (Legionario, São Paulo, 14 maggio 1944).
Suor Lucia ha considerato il nostro tempo come vicino agli ultimi tempi, e ciò per tre ragioni, come ha spiegato a Padre Augustin Fuentes durante un’intervista il 26 dicembre 1957. Vale la pena citare le sue parole: «La prima ragione è che Ella mi ha detto che il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Vergine. E questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l’altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo. Non c’è altra possibilità. La seconda ragione è che Ella ha detto a me ed ai miei cugini, che il Signore aveva deciso di dare al mondo gli ultimi due rimedi contro il male, che sono il Santo Rosario e la Devozione al Cuore Immacolato di Maria. Questi sono gli ultimi due rimedi possibili, il che significa che non ce ne saranno altri. La terza ragione è che, nei piani della Divina Provvidenza, quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili. Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi allora, come diciamo nel nostro linguaggio imperfetto, Egli ci offre “con un certo timore” l’ultima possibilità di salvezza, l’intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa “con un certo timore” perché, se anche quest’ultima risorsa non avesse successo, non potremmo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, giacché ci saremmo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo. Questo peccato consiste nell’aperto rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta. Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre. La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l’onore della Sua Santissima Madre, dimostrando quanto il Nostro Signore Gesù Cristo abbia sempre difeso l’Onore di Sua Madre. I due strumenti che ci sono stati dati per salvare il mondo sono la preghiera e il sacrificio». «Vede, Padre», continua Suor Lucia nell’intervista, «la Santissima Vergine ha voluto dare, in questi ultimi tempi in cui viviamo, una nuova efficacia alla recita del Santo Rosario. Ella ha talmente rinforzato la sua efficacia, che non esiste problema, per quanto difficile, di natura materiale o specialmente spirituale, nella vita privata di ognuno di noi o in quella delle nostre famiglie, delle famiglie di tutto il mondo, delle comunità religiose o addirittura nella vita dei popoli e delle nazioni, che non possa essere risolto dalla preghiera del Santo Rosario. Non c’è problema, vi dico, per quanto difficile, che non possa essere risolto dalla recita del Santo Rosario. Con il Santo Rosario, ci salveremo, ci santificheremo, consoleremo Nostro Signore e otterremo la salvezza di molte anime. Infine, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, Nostra Madre Santissima, consiste nel considerarLa quale sede della clemenza, della bontà e del perdono e come la via sicura attraverso la quale entreremo in Paradiso».
Possa la Chiesa ai nostri giorni ascoltare ciò che lo Spirito le dice (Ap 2, 11) per mezzo delle parole dell’Angelo di Fatima, per mezzo dell’eroico esempio di vita del Beato Francesco e della Beata Giacinta e in primo luogo per mezzo della parole della Madonna, la Madre di Dio, la nostra Madre e la Madre spirituale di tutta l’umanità. L’attualità di Fatima consiste nel preparare la Chiesa dei nostri giorni ad un’impavida confessione della fede Cattolica e persino al martirio, come possiamo vedere nella terza parte del segreto di Fatima. Tuttavia, Fatima rimane un vero e profetico segno di speranza, perché la Madonna ha promesso un tempo di pace e il trionfo del Suo Cuore Immacolato.
Il significato profetico del messaggio di Fatima nel suo insieme comprende le apparizioni dell’Angelo, le parole e l’eroico esempio di vita dei tre pastorelli e soprattutto le esortazioni materne della Beata Maria Vergine stessa. Nella preghiera con la quale Papa Giovanni Paolo II ha consacrato il 24 marzo 1984 il mondo al Cuore Immacolato di Maria, egli ha lasciato alla Chiesa e all’umanità del nostro tempo la seguente ardente supplica, nella quale vengono riassunto i temi più importanti del significato profetico del messaggio di Fatima: «Oh, Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si radica nei cuori degli stessi uomini d’oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava sulla nostra contemporaneità! Dai peccati contro la vita dell’uomo sin dai suoi albori, liberaci! Dall’odio e dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci! Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci! Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! Liberaci! Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo, l’infinita potenza dell’Amore misericordioso! Che esso fermi il male! Trasformi le coscienze! Nel Tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!”»