Il Vangelo fa parte del Paesaggio?

Cammilleri_coverLa Croce quotidiano 19 maggio 2017

I fondi di Rino Cammilleri su “Il Timone” confluiscono in questo quarto volume edito da Fede & Cultura

di Giuseppe Brienza

È vero che Papa Borgia fece tutte quelle nefandezze che ci propinano al cinema o nelle fiction? Gesù Cristo nacque proprio il 25 dicembre? Perché Pilato lo condannò? E perché i polacchi non godono mai di “buona stampa” nei libri e nelle ricostruzioni di storia dell’Europa scristianizzata?

A queste e molte altre domande (sono in tutto 48 i capitoli) risponde con linguaggio divulgativo e convincente l’ultimo libro di Rino Cammilleri, intitolato Il Vangelo fa parte del Paesaggio? (Fede & Cultura, Verona 2017, pp. 225, € 19), quarto volume della serie “Il Kattolico”, pubblicata ogni mese dal giornalista e scrittore siciliano sulla rivista “Il Timone”. Anche quest’ultima raccolta, come le altre tre finora pubblicate (rispettivamente per le editrici Piemme nel 2001, Sugarco nel 2005 e Gilgamesh nel 2011), si segnala per il suo anti-conformismo e l’acutezza dei suoi giudizi, sempre documentati.

Alessandro_VI_BorgiaTanti i temi trattati nel Vangelo fa parte del Paesaggio?, alcuni dei quali appartengono a quella “apologetica cattolica” che, dal post-Concilio in poi, è stata non poco bistrattata nel mondo ecclesiastico. Ne scelgo solo quattro e, personalmente, mi pare opportuno menzionare innanzitutto il capitolo dedicato alla storia del pontificato e personale di Papa Alessandro VI (1492–1503), al secolo Rodrigo Borgia perché, ancora oggi, danno luogo a “pruriginose” ricostruzioni biografiche e fiction sul personaggio (cfr. “I Borgia”, pp. 45-48).

Prendendo spunto dall’ennesimo «serial erotico-grandguignolesco sui Borgia» (p. 45), andato in onda recentemente anche su Sky Tv, Cammilleri ne ridimensiona molto la leggenda nera, in gran parte dovuta «agli avversari del suo casato, cui si devono aggiungere quelli politici, essendo il Papato, allora, una potenza internazionale con cui tutte le altre dovevano, piacesse o meno, fare i conti» (p. 46).

Utile anche la ricostruzione delle fonti e dei fatti essenziali a sostegno della fede della Chiesa nell’esistenza storica e nella definizione della data precisa della nascita di Gesù Cristo (cfr. “I pastori di Natale”, pp. 144-147). Infatti, a partire dall’Illuminismo, non sono mancate le critiche alla festa del Natale bollata come invenzione della Chiesa per “battezzare” la festa pagana del Sol Invicuts, che cadeva appunto il 25 dicembre, in onore però del falso “dio Sole”, proclamato “signore dell’impero romano”.

nativitàCammilleri riporta fra l’altro l’argomento decisivo per confutare questo tipo di ricostruzioni: «ricordo che nel 1947 nelle grotte di Qumran, zona del Mar Morto, furono rinvenute parecchie anfore contenenti manoscritti che risalivano, presumibilmente, agli anni 70 dopo Cristo. […] Tra i manoscritti, o papiri di Qumran, alcuni quasi integri, ce n’è uno [da cui] sono state calcolate le date della storia del Redentore, come quella dell’Annunciazione-Incarnazione il 25 marzo» (p. 146).

Sempre alla storia antica risale l’origine di un’altra falsità usata per calunniare la Chiesa cattolica, vale a dire quella sui “cristiani persecutori” durante l’Impero Romano (cfr. “Cristiani persecutori?”, pp. 157-160). Alle accuse al Cristianesimo che, una volta “insediatisi al potere” nell’età Costantiniana, «usò il “braccio secolare” contro i dissidenti e i pagani» (p. 157), Cammilleri risponde provocatoriamente così: «noi siamo appena usciti dal secolo dei totalitarismi atei e dovremmo avere imparato che cosa sia una società non cristiana. Se, poniamo, l’Inquisizione avesse fermato per tempo Lutero, il mondo non si sarebbe forse risparmiato gli sfaceli che seguirono? Se la congregazione dell’Indice avesse avuto il potere di sequestrare il Mein Kampf [di Hitler] o il Capitale [di Marx], l’umanità non ne avrebbe guadagnato» (p. 159).

PassionRimanendo ancora sulla vicenda terrena di Cristo, interessante è anche il capitolo che l’Autore dedica alla «strategia del Sinedrio riguardo a Gesù» (p. 161). In pratica, si tratta di capire il vero motivo per cui la casta sacerdotale dell’ebraismo di allora portò quello che giudicava un “falso Messia” a un procuratore romano giudicato empio e corrotto, piuttosto che ucciderlo direttamente (cfr. “Pilato”, pp. 161-165). Infatti, scrive Cammilleri, «il Sinedrio aveva piena facoltà di giustiziare Gesù di sua mano. Ma è qui il punto. Il Sinedrio vuole che la responsabilità dell’esecuzione cada su Roma. […] Ma perché il Sinedrio adotta questa strategia? Per il fatto che, anche volendo, non è più in grado di lapidare Gesù. Quest’ultimo, infatti, ha moltissimi seguaci, specialmente dopo lo strepitoso miracolo di Lazzaro» (p. 162). Per questo la complessa macchinazione ordita dai capi dell’ebraismo che, per essere stata rappresentata cinematograficamente nel film “The Passion”, costò al povero Mel Gibson la gogna mediatica e l’ostracismo della grande distribuzione…

Finiamo questa “cernita” dal campionario di “contro-informazione storica” del Vangelo fa parte del Paesaggio, dedicandoci alla narrazione del sacrificio compiuto in Italia dalla cattolica “Armata polacca”, comandata dal generale Władysław Anders (1892-1970), durante la seconda guerra mondiale (pp. 166-170). Perché non si parla mai di “Quei Polacchi che morirono per l’Italia”, si chiede Cammilleri nell’omonimo capitolo del suo libro? Per gli stessi motivi per i quali la Spagna moderna non ha mai goduto di “buona stampa” e, quindi, anche di “buona storiografia”.

Infatti, sia questa la nazione iberica sia quella polacca hanno il merito – o il “demerito” per i “philosophes” laico-massonici – di essere degna espressione dei relativi popoli cattolici. Con il racconto delle veritiere vicende storiche relative all’ultima guerra mondiale (e relativo dopoguerra) del II Corpo d’Armata polacco, Cammilleri ripara a modo suo alla macroscopica mancanza di riconoscenza che la Repubblica Italiana, una volta “liberata”, ha perpetrato nei suoi confronti.

Wadislaw_SandersI vari Governi del dopoguerra, infatti, hanno impedito al sopra citato generale e politico polacco, di incontrare sia il presidente del Consiglio sia il presidente della Repubblica, consentendogli solo una visita, in forma strettamente privata, alla tomba del Milite Ignoto. E perché fu riservato questo disonorevole trattamento al comandante polacco? Semplice, risponde Cammilleri, per i sentimenti anticomunisti e cattolici dei combattenti polacchi in Italia! I governi espressione del CLN impedirono ogni tipo di onore di Stato ad Anders, in quanto eredi (o succubi) di quegli stessi partigiani comunisti che continuamente provocarono, durante e dopo la fine del conflitto, i soldati dell’Armata polacca sventolando sotto i loro occhi bandiere rosse con falce e martello.

Il corpo d’armata formato dal generale Wladyslaw Anders era costituito in toto da polacchi in esilio, la cui patria era stata spartita da Hitler e Stalin con il disgraziato patto “nazista-comunista” detto Molotov-Ribbentrop (23 agosto 1939), dai nomi dei ministri degli esteri dell’allora Germania hitleriana e dell’Unione Sovietica. Siccome l’Urss era alleata con gli Anglo-americani, ai polacchi inquadrati tra questi ultimi non rimaneva che combattere contro i tedeschi, distinguendosi soprattutto sul fronte di Cassino.

Terminata la battaglia di Montecassino, che si scatenò subito dopo la distruzione dell’abbazia, gli Alleati ripresero l’avanzata e, proprio i soldati polacchi, furono i primi a entrare a Bologna. Già lì ebbero inizio le provocazioni partigiane e, fu per poco che nella città felsinea si evitò un drammatico scontro armato della II Armata con le formazioni comuniste. Non appena terminate però le ostilità coi tedeschi, i 110mila polacchi del corpo d’armata in Italia furono sparpagliati per tutta la penisola e fu allora che cominciarono gli scontri con i comunisti, con diversi morti e feriti. Ecco spiegata la “damnatio memoriae” della storiografia liberal-comunista egemone nel dopoguerra nel nostro Paese nei confronti del generale Anders.

partigianiIl Partito comunista italiano, ricorda Cammilleri, fece appunto «tappezzare i muri delle città italiane di manifesti su cui stava scritto “Polacchi fascisti, tornate a casa!”. Le cose montarono a tal punto che il generale Anders, all’ora del referendum monarchia-repubblica del 2 giugno 1946, offrì al re Umberto II la sua disponibilità a farla finita una volta per tutte con i comunisti in Italia. Il “re di maggio”, che non aveva mai brillato per statura politica, declinò e la storia seguì il corso che conosciamo» (p. 168).

I comunisti sovietici e quelli italiani, insomma, non hanno mai sopportato l’armata polacca che, anche per questo motivo, gli Alleati hanno acconsentito a sciogliere. Secondo Luciano Garibaldi, giornalista e scrittore che Cammilleri prende a riferimento per questo capitolo de Il Vangelo fa parte del Paesaggio, gli inglesi avevano in particolare “scheletri nell’armadio” per comportarsi in questo modo nella vicenda Anders. Parliamo delle trattative segrete tra il premier britannico Churchill e il Duce del fascismo Benito Mussolini.

Quest’ultimo, scrive infatti Cammilleri, «implorato dal primo di convincere Hitler a sospendere la guerra sul fronte occidentale per concentrarla su quello orientale, non riuscì. Il Duce che in fuga portava con sé questi documenti fu ucciso dai partigiani comunisti, i quali si erano accollati il lavoro sporco al posto dei britannici. I documenti sparirono e pure il famoso “oro di Dongo”, in gran parte razziato agli ebrei italiani deportati nei lager nazisti. La ricostruzione è questa: i documenti imbarazzanti andarono agli inglesi e l’oro al partito comunista, come da taciti patti. Perciò, quando poi quest’ultimo chiese la liquidazione dell’armata polacca, gli inglesi non poterono dire di no» (p. 169).

Insomma, come visto dagli esempi riportati, tutto il Nuovo libro di Rino Cammilleri serve a documentarsi per scoprire quanto è diversa la storia della Chiesa da quella che ci si tramanda e, ritornando ai temi storici, quanto la vita dell’uomo è bella e preziosa quando è donata, in particolare in coerenza con la fede cristiana. Per tenersi aggiornati sulle pubblicazioni e le attività del “Kattolico” si può utilmente consultare il suo sito www.rinocammilleri.com.