Ogni mese circa 76 aerei partono dall’isola per Caracas e sbarcano misteriosi «viaggiatori». Ora la gente teme un colpo di mano
Da Roma Vincenzo R. Spagnolo
Una vicenda che – se provata – rappresenterebbe quantomeno una grave violazione delle norme, locali e internazionali, che regolano la sicurezza degli scali aeroportuali. Ma che soprattutto getterebbe ombre sui futuri progetti della “revolucion bolivariana” propugnata da Chavez, legato al lider maximo Castro da rapporti economici e d’amicizia. La notizia degli ingressi è stata riportata dal quotidiano El Universal che si è basato sul contenuto di un’indagine avviata da un deputato dello Stato Vargas, Pedro Castillo, il quale ha detto che un gruppo di funzionari di un corpo d’intelligence statale lo avrebbe contattato mesi fa, esprimendogli preoccupazione per l’entrata di un alto numero di cittadini cubani. Molto superiore – ha riferito – alle cifre dichiarate dal Governo sull’ingresso di operatori sanitari cubani, destinati al piano di medicina preventiva “Barrio adentro”.
Castillo ha spiegato che, in base a conferme di dipendenti dell’aeroporto, funzionari e privati cittadini, si è deciso di aprire un’indagine. Si sarebbe così constatata l’entrata massiccia di cubani in Venezuela. L’indagine, ha rivelato il deputato, «ci ha permesso d’avere accesso a documentazione grazie alla quale ci si rende con to dell’enorme quantità di voli – da Cuba per Caracas – effettuati in un mese: approssimativamente 76».
Una volta sbarcati, e senza che venga loro controllato il bagaglio – riporta ancora El Universal – i presunti cubani sottoscrivono a penna una semplice carta d’ingresso. Molti si dichiarano medici, fra i 30 e 40 anni e «registrano un unico indirizzo nella città di Caracas», che spesso coincide con quello dell’ambasciata di Cuba in Venezuela. In realtà, ha accertato una cronista locale, verrebbero caricati su pullman che partono verso varie località dell’interno. La stampa ha pubblicato copia delle carte d’ingresso sotto inchiesta e li ha già soprannominati i “balseros” dell’aria, assimilandoli a coloro che lasciano l’isola cubana sulle zattere. Solo che non sembrano per nulla dei fuggiaschi.
Dopo la pubblicazione del dossier, il governo, di solito pronto a rispondere a ogni critica, non ha fatto commenti. Pare però strano che, se esiste un tale flusso di cittadini cubani verso un altro Paese latinoamericano, né il governo chavista né quello di Castro se ne siano accorti, vista soprattutto la particolare intransigenza che Fidel pone nel contrastare la fuga di coloro che provano a lasciare clandestinamente l’isola.