Corriere.it/scuola 19 dicembre 2015
Fatou Gaye, studentessa 19enne originaria del Senegal, innamorata di Justin Bieber e dell’informatica, scelta per interpretare Maria nel presepe vivente di Pescara : «Ho chiesto l’autorizzazione a papà e lui mi ha detto sì: l’amore appartiene a tutti»
di Nicola Catenaro
PESCARA – «La scuola me lo ha chiesto e io ho accettato, ma non c’entra niente la religione. È un fatto culturale», ripete Fatou Gaye, una studentessa musulmana di quasi diciannove anni (li compirà a febbraio) proveniente dal Senegal. Quest’anno è stata lei a vestire i panni della Madonna nel presepe vivente organizzato a Pescara dall’istituto tecnico Aterno-Manthoné con la partecipazione di altre scuole locali.
L’anno scorso aveva già partecipato nel ruolo di una figurante al seguito dei re Magi e, quando la sua foto era finita sui giornali locali, l’aveva nascosto al padre, che appartiene a una famiglia molto rispettata nella comunità religiosa d’origine e ha un imam tra i suoi parenti stretti. «L’avevo detto alla mamma ma non a papà – precisa Fatou – ma perché non pensavo né volevo che la mia partecipazione al presepe richiamasse tanta attenzione o suscitasse polemiche. Quest’anno la coordinatrice, Franca Minnucci, mi ha chiesto di interpretare la Madonna, una figura positiva. Io ho accettato, anche con il consenso di mio padre, per lo stesso motivo. È un fatto culturale e la pace e l’amore appartengono a tutti, musulmani e cristiani».
Le passioni di Fatou? Justin Bieber e l’informatica
Fatou studia da cinque anni in Italia, da quando insieme alla mamma e ai fratelli è riuscita a ricongiungersi con il padre, arrivato a Pescara nel 2004 in cerca di un lavoro migliore. Una volta preso il diploma, la ragazza vuole fare l’informatica. Per ora studia e, nel tempo libero, gioca a pallavolo, frequenta un corso di karate ed esce con le amiche. Le piace Justin Bieber e ascolta Alessandra Amoroso. Ha occhi intelligenti che analizzano con ironia ciò che avviene intorno a lei.
Forse non parla ancora in maniera perfetta l’italiano ma sul valore della solidarietà non ha incertezze: «Penso che gli altri sono un bene prezioso, per questo è importante l’accoglienza» dice spazzando via idealmente tutti gli esempi di intolleranza e di odio che ci circondano. Su di lei si posa lo sguardo protettivo della preside dell’Aterno-Manthoné, Antonella Sanvitale, e della vice preside, Marina Di Crescenzo. La scuola confina con il quartiere Rancitelli, il più difficile della città. «Conoscere la realtà in tutti i suoi fattori – dice la dirigente Sanvitale – fa diventare i ragazzi portatori di pace e civiltà e quindi anche di libertà».
La «benedizione» dell’imam
«La scelta di Fatou – interviene Mustapha Baztami, imam segretario della Comunità islamica abruzzese, il quale in occasione del Natale ha voluto far visita ai bambini degli asili nido, a Teramo, insieme al vescovo Michele Seccia – è importante per il suo valore simbolico. Ci ricorda che dobbiamo promuovere i valori dell’integrazione e della solidarietà reciproca e rispettarci e volerci bene come membri di un’unica famiglia: la famiglia umana».
Il presepe vivente è stato allestito venerdì 18 dicembre nei pressi del molo nord del porto di Pescara, dove è stata montata la capanna e si sono svolte le scene principali. La scenografia intorno ricordava un paese abruzzese con le sue tradizioni e i suoi mestieri. Anche le istituzioni hanno partecipato. Nel ruolo dei re Magi, il sindaco Marco Alessandrini, l’assessore regionale all’Istruzione Marinella Sclocco e il comandante della Direzione marittima della Guardia costiera, Enrico Moretti.