Il Borghese n. 11 novembre 2019
di Giuseppe Brienza
Ritorna dopo 43 anni il classico di Vittorio Messori, originariamente pubblicato nel 1976 per la Sei di Torino e successivamente tradotto in quasi trenta lingue, compreso il coreano (in Italia ha venduto oltre un milione di copie). Pochi e marginali gli interventi apportati con l’occasione del cambio di editore (la Ares fondata e diretta dal critico letterario Cesare Cavalleri), limature che lasciano sostanzialmente integro il testo originale.
In questa nuova edizione c’è un unico intervento rilevante: la rinuncia al secondo capitolo, dal titolo Un Dio nascosto e scomodo, la sola parte del libro in cui oggi l’autore si riconosce solo in parte. Messori rinuncia così a proporre ai lettori le tesi sostenute dal pure (da lui) amato Blaise Pascal che, a distanza di anni, gli sono sembrate troppo segnate dalla foga del convertito recente.
Pascal stesso era un convertito da poco tempo e, abbagliato dal Cristo riscoperto, giunse a scrivere frasi un po’ estremiste come quelle che, per chi ha per sé il Vangelo, «tutta intera la filosofia non vale una sola ora di fatica», o anche: «Dio d’Abramo, di Isacco e di Giacobbe, non dei filosofi e dei sapienti».
Ipotesi su Gesù è uno dei saggi più diffusi al mondo che mostra in maniera incontrovertibile come ragione, storia ed esperienza diano pienamente ragione alle Verità contenute nel Vangelo di Gesù Cristo. Un libro chiaro e scorrevole, scritto con il motto messoriano «studiare come un buon professore e scrivere come un buon giornalista», che non indulge in nessun modo né all’ecclesialese né tanto meno al clericalismo, oltretutto perché l’autore è un cristiano serio e convertito in età adulta dall’agnosticismo.
Affidandosi esclusivamente all’evidenza dei fatti ed agli insegnamenti della storia, Vittorio Messorici coinvolge in una ricerca appassionante che conferma i credenti nella fede e che può far riflettere seriamente anche gli increduli.
La longevità editoriale di questo libro rimanda peraltro al tema centrale che affronta, ovvero l’esame storico delle radici del cristianesimo, per sondarne la solidità, un tema che è ancora e sarà sempre attuale.
Gli uomini di tutti i tempi non si possono infatti non confrontare con il Vangelo, ponendosi innanzitutto la domanda fondamentale: «Vero o non vero? Mito o storia?». L’approfondimento degli studi di esegesi non può che indurre (o confermare) il grido appassionato del teologo e filosofo francese Riccardo di San Vittore (1110-1173), col quale Messori termina il volume: «Signore, se il nostro è un errore, sei tu che ci hai ingannati!».
Vittorio Messori, dopo la laurea a Torino in Scienze Politiche ha lavorato come giornalista per il quotidiano La Stampa, poi all’Avvenire, Famiglia Cristiana e il Corriere della Sera. I suoi 24 libri su temi religiosi sono stati accolti con successo ovunque nel mondo.
È stato il primo a scrivere un libro con Giovanni Paolo II (Varcare la soglia della Speranza) e con Joseph Ratzinger (Rapporto sulla fede), divenuto poco dopo papa Benedetto XVI. Tra i molti premi, si è aggiudicato due Bancarella e il Premio Internazionale di Cultura Cattolica istituito nel 1983 dalla Scuola di cultura cattolica di Bassano del Grappa.
La celebre università spagnola di Alcalà de Henares lo ha nominato Professore onorario di Storia del Cristianesimo e il re di Spagna gli ha conferito personalmente il più prestigioso e antico degli Ordini iberici: quello di Isabella la Cattolica.
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Vittorio Messori Ipotesi su Gesù Edizioni Ares Milano 2019 pp. 320 € 16,80