“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
di Rino Cammilleri
Si tratta di sette suore francescane “Missionarie di Maria” uccise in Cina durante la rivolta dei Boxers nel 1900. Eccone l’elenco.
Irma Grivot, francese, aveva nome suor Maria Ermellina di Gesù, trentaquattro anni. L’italiana suor Maria della Pace si chiamava Marianna Giuliani ed era di Bolsena, venticinque anni. Suor Maria Chiara, italiana: Clelia Nanetti, di Rovigo, ventotto anni. Suor Maria di Santa Natalia, francese: Jeanne-Marie Guerquin, trentasei anni. Suor Maria di San Giusto, francese: Anne-Françoise Marau, trentaquattro anni. Suor Maria Adolfina, olandese: Anna Katharina Dierks, trentaquattro anni. Suor Maria Amandina, belga: Pauline Jeuris, ventitré anni. Quest’ultima, infermiera, era chiamata dai cinesi “la sorella bianca che ride sempre”.
La Dierks aveva fatto solo le elementari e poi aveva lavorato come operaia in una fabbrica; era suora dal 1893. La Marau era stata destinata alla tipografia del convento prima di partire per la missione in Cina; aveva temuto che il compito fosse al di là delle sue forze e, sì, aveva avuto paura. Ma poi aveva ritrovato la serenità grazie a questo semplice pensiero: se non seguo il disegno che Dio ha su di me non sarò mai “realizzata”.
La Grivot, fragile e delicata, era anch’ella infermiera. La Giuliani era nota per la sua capacità di addomesticare le ragazze più difficili dell’orfanotrofio, di cui diresse i lavori e in cui insegnava musica e canto. Alla Nanetti, quando le cose cominciarono a mettersi male, fu consigliato di fuggire, ma rimase al suo posto. La Guerquin, figlia di contadini, in Cina si era presa anche il tifo.
Il Giornale 9 luglio 2005