“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
di Rino Cammilleri
Questa santa era nipote del celebre Michel de Montaigne, l’autore dei famosi Essais. Jeanne de Lestonnac nacque a Bordeaux nel 1556. Suo padre era cattolico, ma sua madre era una calvinista ugonotta. I cosiddetti matrimoni misti, ieri come oggi, sono a rischio. Infatti, sebbene educata cattolicamente, Jeanne soffrì gravi impicci da parte della madre, che non vedeva di buon occhio l’inclinazione della figlia per il chiostro.
La ragazza ebbe il permesso di studiare dagli aborriti Gesuiti, da poco introdotti in città. Ma il compromesso familiare implicava, alla fine degli studi, il matrimonio, cosa che Jeanne dovette accettare nel 1573. Andò in sposa a Gaston de Montferrand e l’unione produsse sette figli. Ne sopravvissero solo cinque: due morirono presto, e il padre li seguì nel 1597.
Dopo avere provveduto a sistemare la prole, Jeanne, rimasta sola, nel 1603 prese il sospirato velo nel monastero delle monache delle Feuillantines. Ci durò poco: la vita lì dentro era durissima, e la scarsa salute della Lestonnac costituiva un peso insopportabile. Dovette uscirne, e non si dava pace.
Fu un gesuita, il padre De Bordes, a darle il consiglio giusto: la beneficenza. Poiché a quel tempo le opere caritative erano monopolio della Chiesa, la Lestonnac fondò l’Ordine di Nostra Signora allo scopo di provvedere all’istruzione e all’educazione delle fanciulle. Nel 1606 la nuova congregazione fu approvata dall’arcivescovo locale, il cardinale De Sourdis.
Seguì l’approvazione pontificia, l’anno seguente, da parte del papa Paolo V. Le nuove suore seguirono la regola ignaziana. La santa morì nel 1640.
il Giornale – 8 Febbraio