Il Borghese quindicinale n. 3 15 marzo 2023
Il Film e il Rock cristiano
di Giuseppe Brienza
Dopo tre settimane in sala rimane sul podio nella classifica dei botteghini Jesus Revolution (120 minuti), il film uscito negli Stati Uniti il 24 febbraio scorso che ha già incassato 25 milioni di dollari raggiungendo un risultato ben al di sopra delle aspettative sia considerando la non entusiastica accoglienza della critica sia i costi di produzione molto contenuti.
Basato su una storia vera, il capolavoro di John Erwin e Brent McCorkle, non ancora programmato nelle sale italiane, racconta la storia del “risveglio spirituale nazionale” avvenuto negli States tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta all’interno di una comunità di adolescenti hippy nel sud della California.
Tra i vari effetti, non tutti positivi, del Jesus Movement statunitense di quel periodo vi è anche quello di aver dato i natali al Christian Rock, il Rock Cristiano, che nell’ultimo decennio si sta diffondendo progressivamente anche nel nostro Paese.
La musica cristiana (Christian music) è una sorta di “evoluzione” della musica sacra tradizionale ma, nel suo ambito, il Rock Cristiano ha una sua specificità. Quella, cioè, di “interloquire” al massimo con il genere Pop, Rock o Hard Rock generale, quello cioè non “etichettato” in nessun modo, compreso quello religioso.
Si tratta, in definitiva, di un genere non pensato né destinato ad un pubblico di nicchia o riservato a categorie particolari, il cui fine è quello di attirare ascoltatori “ordinari”, non necessariamente di Fede, ma specialmente giovani.
Il più genuino Rock Cristiano interagisce con le altre tendenze musicali, magari influenzando e facendosi influenzare da gruppi “generalisti”, fermo restando come contenuto dei testi la ricerca dei valori umani e della spiritualità, l’apologia della bellezza, della famiglia e del matrimonio. Ecco, questi sono alcuni dei suoi connotati irrinunciabili, in assenza dei quali il Rock Cristiano degenererebbe in qualcosa di mondano o, più semplicemente, commerciale. Questo vale per la musica cristiana in generale: guai se piuttosto che inserita nel mondo finisse per diventare un “prodotto” del mondo!
Lo stesso vale per il look degli artisti e delle band: trucidi, drogati o pornodive non possono certo essere il modello del Christian Rocker…
La svolta in Italia l’hanno portata i The Sun con la loro conversione e i Reale per via della qualità dei loro brani. La storia della prima delle due band, un quartetto vicentino che ha già tenuto diversi tour europei, è ben raccontata nel libro “La strada del sole” edito da Rizzoli. Riassumendo malamente: quattro ragazzi suonano musica punk e in breve tempo si ritrovano apprezzati in giro per il mondo condividendo il palco con gruppi del calibro degli Offspring, The Cure, Muse, ecc. Ma all’apice del successo si accorgono che sesso, droga e rock and roll non saziano i loro cuori e si ritrovano umanamente distrutti. In modo del tutto imprevisto Francesco Lorenzi, il leader della band, si ritrova ad un incontro dei giovani nella sua parrocchia e resta folgorato dalle testimonianze dei suoi coetanei. Dopo aver abbracciato la fede, Francesco riesce a ricostruire le relazioni con gli altri membri della formazione, che si convertono anche loro e superano così anche le loro personali difficoltà. I The Sun sono attualmente la più importante band cristiana dell’ultimo decennio.
Anche i Reale, un gruppo nato dall’incontro tra Alessandro Gallo (voce) e Francesca Cadorin (voce), nella Comunità Cenacolo di Madre Elvira, hanno alle spalle un passato difficile. Oggi i due sono marito e moglie e, dei loro anni duri di tossicodipendenza non mancano di parlare nei loro concerti, con testimonianze che edificano e sostengono chi ascolta.
Insomma in questi due casi (e nei molti altri che si potrebbero citare) siamo di fronte ad una musica che fa bene sia al corpo sia all’anima…