“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
di Rino Cammilleri
Non c’è bisogno di talenti speciali per essere santi, nemmeno di ingegno particolare. Lo dimostra (anche) questo Beato, che fin da ragazzino fu reputato, come si dice oggi, poco dotato. Era nato nel 1870 a Casseneuil, nel dipartimento francese di Lot-et-Garonne. I suoi erano semplici contadini e a loro quel figlio un po’ tardo andava bene così; del resto per i lavori nei campi quel che serviva era più che altro il braccio, non la mente.
Solo che c’era un piccolo problema: Joseph-Marie non voleva fare l’agricoltore, ma il prete. Purtroppo, ostavano due difficoltà: la prima, la famiglia non aveva i mezzi per farlo studiare; la seconda era che gli altri, di mezzi, non li aveva lui. Così, la situazione entrò in stallo e si andò avanti fino al 1894, quando l’ormai ventiquattrenne Joseph-Marie riuscì, con la sua commovente devozione, a convincere l’abate cistercense di Sainte-Marie-du-Désert, nell’Haute-Garonne, ad accoglierlo nel monastero.
Qui, a colpi di preghiera, penitenza, perfetta osservanza della regola e buona volontà, passò tutti gli esami previsti e nel 1902 potè ottenere la sospirata ordinazione sacerdotale. Gli esempi non gli mancavano: s. Giovanni Vianney, il celebre Curato d’Ars, era riuscito a superare tutti gli studi a forza di preghiere, perché anche a lui difettava l’attitudine ai libri.
Un altro caso, non per nulla proposto come patrono degli studenti, era stato s. Giuseppe da Copertino, così duro di comprendonio da far gettare la spugna ai maestri. Il Cassant si rifugiava nel Sacro Cuore, cui era devotissimo. Morì di un grave male quasi subito, nel 1903.
Il Giornale 17 giugno 2005