Il Borghese anno XVII n. 2 febbraio 2017
Giuseppe Brienza
C’è bisogno di tornare al matrimonio, prima che la sua crisi finisca per sommergere tutta la società occidentale. Non è solo un problema demografico e di sostenibilità economica, ma di rifondazione di tutta una società e una cultura. Massimiliano Fiorin, avvocato specializzato in diritto di famiglia con studio in Bologna, ne ha parlato nel suo ultimo saggio, pubblicato con la prefazione della nota giornalista e scrittrice “anti-femminista” Costanza Miriano. Dalla sua esperienza “sul campo” Fiorin spiega perché, grazie a una legislazione ed una “macchina” giudiziaria carente e ostile, troppi matrimoni stanno saltando senza reali motivazioni.
Anche per questo il numero complessivo dei matrimoni, in Italia, negli ultimi anni è arrivato rapidamente a dimezzarsi. «Lo Stato ha completamente rinunciato a difendere il matrimonio come istituzione fondamentale della società – dice Fiorin -. Con buona pace di quello che tuttora direbbe la Costituzione, all’articolo 29. Subito dopo l’ultima guerra, un importante giurista scrisse che “il mare del diritto dovrebbe solo lambire l’isola della famiglia”. In realtà, è stato proprio il mondo del diritto a sommergerla».
L’aumento esponenziale delle convivenze informali e precarie dimostra che siamo di fronte a un nuovo problema: non più la facilità con la quale si può arrivare al divorzio, bensì la completa perdita del senso del matrimonio, specialmente da parte dei più giovani. Al fine di non arrendersi a questa tragedia sociale e culturale, l’autore ha sviluppato con i suoi studi la Conciliazione Familiare, un metodo per affrontare le crisi di coppia con un approccio professionale diverso da quello consueto. Il presente saggio non è pensato solo per gli addetti ai lavori, ma per tutti coloro che vogliono saperne di più sulla crisi che stiamo attraversando.
Le leggi divorziste degli anni 1970 hanno preparato la mentalità corrente, secondo la quale in un matrimonio ci si deve stare soltanto finché si ottengono benefici. «Ormai le persone – aggiunge l’avvocato bolognese – sono convinte che quando un matrimonio viene avvertito come non più soddisfacente su un piano emotivo ed esistenziale, e non solo economico, sorga non solo il diritto ma anche il dovere di mettere fine alla relazione».
Ma questo stravolge completamente il concetto di matrimonio, sebbene sia «esattamente quello che oggi pensa la gente. Il matrimonio omosessuale gode di tanto favore, perché appunto si pensa che si tratti – anche per gli eterosessuali – di un esclusivo affare della coppia. In realtà, il matrimonio può vivere soltanto se lo si accoglie come un momento relazionale fondamentale per tutti, non semplicemente emotivo, né tantomeno individuale».
A ben vedere, afferma Fiorin, gli omosessuali non lottano per potersi sposare nel senso tradizionale del termine: «Mi pare invece che le loro associazioni stiano cercando di ottenere una specie di simulacro del matrimonio, che d’altronde è diventato prevalente anche tra le coppie di sesso diverso. Mi riferisco al matrimonio per come esso viene “pensato” oggi, rispetto a come era stato concepito e praticato in tutte le civiltà umane, fin dalla notte dei tempi, prima della rivoluzione sessuale sviluppatasi negli ultimi cinquant’anni. In precedenza, infatti, il matrimonio era sempre stato considerato un’istituzione fondamentale e imprescindibile, che salvaguardava esigenze vitali per tutta la società, quali l’ordine dei rapporti interpersonali, la sicurezza di vita, l’educazione dei figli, la trasmissione della cultura dell’intera comunità. Per la mentalità corrente, invece, ormai si tratta di qualcosa di superfluo per il vivere civile. Il matrimonio è diventato una specie di “contratto sentimentale”, a carattere privatissimo, dove esistono alcuni diritti e pochissimi doveri reciproci».
La tesi fondamentale del libro di Fiorin, è appunto questa: il matrimonio è una relazione necessaria ad ogni società. Non è un semplice contratto, ma è l’espressione di una alleanza naturale tra uomo e donna della quale tutti continuiamo ad avere bisogno, anche se oggi se ne è perso in gran parte il senso.
Nato a Bologna nel 1967, giornalista pubblicista dal 1992, Massimiliano Fiorin ha collaborato con importanti testate nazionali come “Corriere della Sera”, “Europeo”, “Agenzia Giornalistica Italia” e ha già dato alle stampe importanti saggi giuridico-sociali come “La Fabbrica dei Divorzi – Il Diritto contro la Famiglia” (ed. San Paolo, 2008) e “Finché la legge non vi separi” (San Paolo, 2012). Attualmente collabora con varie riviste giuridiche e blog. Avvocato dal 1996, è iscritto all’Ordine di Bologna e, attualmente, è presidente dell’Associazione per la Conciliazione Familiare (ACF).