Rassegna Stampa 12 Giugno 2021
L’era delle ideologie non è tramontata col crollo del Muro di Berlino ma, al contrario gli “orfani dell’assoluto”, privati dell’utopia comunista nella versione sovietica hanno dato vita ad una proliferazione di nuovi dogmi che stanno minando l’identità e la stessa sopravvivenza del nostro mondo
di Giovanni Bernardini
Fresco di stampa è disponibile in libreria e online il volume di Giovanni Bernardini “La decadenza dell’occidente”, che raccoglie alcuni scritti che gravitano tutti attorno al tema della crisi culturale della nostra civiltà e delle ideologie in cui questa si concretizza. Di seguito una presentazione dello stesso autore, che ringraziamo.
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Qualcuno si può stupire del fatto che ancora si parli di ideologie.
Molti ritengono che col crollo del nazifascismo prima e del comunismo poi l’era delle ideologie sia definitivamente tramontata. Ma si tratta di un errore. Il crollo del comunismo in particolare si è lasciato alle spalle una autentica schiera di “orfani dell’assoluto”.
Prima ancora che analisi socio economica il comunismo marxiano è aspirazione ad una totale, radicale trasfigurazione dell’uomo e della società. Il suo crollo, e lo spettacolo delle miserie e dei lutti che ha causato hanno distrutto molte illusioni ma non l’anelito verso il radicalmente altro. E così le ideologie sono, in qualche modo, rinate.
Non più come compatte costruzioni teoriche, come visioni globali del mondo, dell’uomo e della società. Sono rinate come ideologie “fai da te”, prodotti “casarecci” che prendono in esame particolari aspetti del mondo, ma lo fanno riproponendo ognuna, dal suo particolare punto di vista, la visione totalizzante, e con questa l’intolleranza, che erano state proprie delle grandi ideologie.
Non esiste oggi nessuna ideologia che abbia la compattezza, l’ampiezza e l’interna coerenza del marxismo. Nessuna pretende di spiegare tutto, tutte affrontano la realtà da punti di vista particolari, ma tutte lo fanno con un dogmatismo che poco o nulla ha da invidiare a quello dei padri fondatori del “socialismo scientifico”.
Il mondialismo teorizza la fine di stati, nazioni, culture, civiltà. Il mondo è ridotto ad enorme area grigia in cui tutti possono muoversi senza incontrare limiti od ostacoli. L’accoglienza diventa un nuovo assoluto, l’imperativo categorico cui ognuno è tenuto ad obbedire, senza remore o riserve.
La filosofia gender teorizza la fine dei sessi. Il sesso cessa di essere un elemento costitutivo dell’identità di ognuno di noi per diventare qualcosa di secondario, una sorta di giocattolo erotico privo di spessore e rilevanza ontologica. Per i teorici del “non binarismo” la svalutazione del sesso va addirittura oltre. Il sesso diventa mero fluire, effimera scelta legata al sentire del momento.
Il misticismo ecologico teorizza la fine del contrasto, anzi, di ogni possibile tensione fra uomo e natura. L’uomo deve tornare al posto che il creatore, o madre natura, gli hanno assegnato, abbandonando la sua insana “volontà di potenza”. Solo allora potrà vivere felice, in perfetto amore ed armonia con tutte le specie viventi.
Da questo quadretto edificante nascono da un lato le esaltazioni della “decrescita felice” e, dall’altro, le teorizzazioni di chi nega possa o debba esistere uno status etico privilegiato dell’uomo nei confronti degli altri animali, o addirittura del resto della natura.
Tutte queste ideologie poco o nulla hanno a che vedere, dovrebbe esser chiaro, col la rivendicazione del dialogo fra culture diverse, con la lotta rigorosa per la piena, totale emancipazione femminile, con la difesa dei diritti degli omosessuali, o ancora con la sacrosanta difesa dell’ambiente. Si tratta, appunto, di ideologie, non di ragionevoli proposte politiche, meno che mai della difesa di diritti.
E, tutte insieme possono esser definite come ideologia della non differenza e della assoluta inclusività, intesa, quest’ultima, non come riconoscimento della pari dignità di tutte le persone, ma come negazione del concetto stesso di identità.Le identità però esistono. E l’inclusività politicamente corretta non può realizzarsi altrimenti che attribuendo ai soggetti ritenuti “deboli” un certo numero di “quote” nelle varie istituzioni.
L’occidente attuale appare in questo modo caratterizzato dall’inversione fra universale e particolare. Da un lato un universalismo fasullo che nega le particolarità, dall’altro l’esaltazione di sempre nuove particolarità. Nel momento stesso in cui si nega la rilevanza di questo o quello si chiedono sempre nuove quote riservate a questo o a quello.
Alla accoglienza “inclusiva” ed illimitata si affianca la frammentazione tribale delle società.I vari scritti presenti ne “La decadenza dell’occidente” trattano di questi temi. Dal radicalismo gender al misticismo ecologico, dalla degenerazione liberal dell’idea liberale alla perdita di un centro unificante da parte delle nostre società.
Il libro si conclude con uno scritto dedicato ad una grande ideologia: il marxismo, di cui si analizza soprattutto la struttura dialettica. E leggendolo si può fare un facile confronto fra una filosofia vera, anche se sostanzialmente errata e gravida di conseguenze tragiche, e le banalità pseudo filosofiche di moda oggi.
Al lettore ovviamente il giudizio su quanto e come l’autore sia riuscito a trattare in maniera adeguata simili tematiche.
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Giovanni Bernardini La decadenza dell’Occidente, pag.216 pagine Euro 12,50, acquista QUI