anno XXVIII – Crotone 20 ottobre 2019
Una riflessione sull’influenza della musica sui giovani a partire da un pensiero dei Negramaro
Marco Fasulo
«La famiglia è un vero limite per il sociale»: questo il pensiero di fondo espresso in una recente intervista da Giuliano Sangiorgi, cantante dei Negramaro.
Ma per comprenderne appieno il senso, che una delle voci più note del panorama musicale italiano, voleva dare al suo intervento è preferibile riportare l’intero passaggio che si chiudeva con la “sentenza” sopracitata: «noi italiani dovremmo imparare il concetto di famiglia su cui abbiamo un’impostazione sbagliata: è una famiglia troppo circoscritta, o per motivi religiosi o, magari, come accade da noi al Sud per quel concetto di onore di famiglia che ha fatto dei danni incredibili. Qui invece [riferendosi a Frozen 2 ndr.] si trasmette ai ragazzi che – mettendo da parte l’onore di famiglia, l’onore di una dinastia e superando il fatto di essere figli di quel padre o nipoti di quel nonno bastardo – è possibile rimediare a questi danni alla collettività. […] La famiglia a volte, come l’abbiamo intesa noi soprattutto in passato, è un vero limite per il sociale».
Se ci fermassimo solo alla durezza delle parole e soprattutto dei concetti espressi, certamente potremmo trovarci superati da un fiume di parole che i nostri figli quotidianamente ascoltano da rapper, youtuber, postatori seriali sui social. Musica, video, immagini tengono sotto scacco, più o meno consapevolmente, ragazzi sempre più giovani fino quasi ad arrivare a bambini che, già dalla prime classi delle elementari, diventano vittime e obiettivo di messaggi subliminali o espliciti, che hanno l’unico obiettivo di creare dipendenza e dipendenze.
Niente a che fare con i Vasco Rossi o i Nirvana o altri che negli ultimi decenni inneggiavano alla trasgressione, alla disobbedienza, a Woodstock. La musica oggi è diventata solo un pretesto e, infatti, nel Trap, per esempio, di note e musicalità ce n’è ben poco… Il rumore assurge al ruolo di coprotagonista, in un percorso nel quale i Rave non sono più un ritrovo di disadattati, disperati e aspiranti suicidi fuorilegge, ma diventano una forma di sballo per tutti, e neppure la più coinvolgente che invece va cercata addirittura oltre.
Il protagonista assoluto oggi è il nichilismo 2.0, una forma di annullamento totale del pensiero, della parola, della persona, il tutto proponendo pensieri, parole e persone svuotati di senso, riempiti di tatuaggi, filtri fotografici, muscoli gonfiati, seni e labbra siliconate, lacrime e sorrisi telecomandati.
E così si arriva ad ascoltare playlist a ricreazione che inneggiano a spinelli, gli stessi che riempiono di fumo bagni e corridoi delle scuole; si consumano rapporti sessuali, aborti e violenze, magari “gasati” da racconti ritmati che escono dalle casse di device che adolescenti e preadolescenti si portano ovunque.
Ci si annienta con alcolici e superalcolici per verificare sulla propria pelle se il coma etilico è davvero così terribile, e se i modelli maschili, femminili e neutri che si filmano anche mentre sono sulla tazza del bagno, sono realmente raggiungibili anche solo come numero di bottiglie ingurgitate.
Forse però, per comprendere meglio la partita che si sta giocando e che in realtà molti già hanno perso, sia come genitori, sia come figli (i primi perché non vogliono giocarla, i secondi perché non sanno di giocarla già da tempo) sono necessari esempi, tra qualche decina di milioni di streaming e l’altra.
È Lazza che ci fa sapere nel suo “Gigolò” che «‘sti scemi pure se hanno un ferro [pistola n.d.r.], fra’, non sono del mio calibro […] la musica è mio padre, la strada è mia mamma […]. Sono con Sfera da Cartier, tu da Zara – Devo riempire il borsello, sì, di grana – Sto pensando a fare quello e a farmene un’altra». Anche il brano “Ricchi X sempre” di Sfera Ebbasta ha passaggi da evidenziare: «Ho i soldi in tasca e lo zio Tommy che mi scorta – Scelgo una tipa, nessuna dice di no – Me la portano in camera con una Vodka […]. Eravamo in un parchetto in 30 – Pensavamo: cazzo ce ne frega – E non avevo più testa già in terza media – Fanculo alla prof che mi stressava».
Per arrivare a due brani ancora più noti tra giovani e giovanissimi: “New Jeans” di Capo Plaza: «Il mio nome mo’ sta scritto da tutte le parti – Mille di problemi e fatti, ma non sto a pensarci – Fumo Backwoods – Sono seduto di dietro, back seat – Fumiamo troppo, meglio che esci – Gang gang – Giovane campione, non fotti, ho fatto progressi – Moltiplico il guadagno, in un anno li ho già dispersi – Bang bang – Dieci spari ma non mi hai colpito – Bang bang – Ogni barra che caccio li uccido, coi miei – Resto solo coi miei – Devo stare calmo, non pensare manco più lei, ok (yeah) – Devo pensare a farmi i cazzi miei – Tu non mi credi, ho tutto in testa mia – Io vado avanti anche se non ci sei – È grossa così tanto che fumano tutti, yo – Quello che mi serve dentro i new jeans, yo – Vieni che ti spiego se c’hai dubbi […]. Sogni nel cassetto, in tasca avevo dieci grammi, yeah yeah – Sono in giro sopra un fuori serie».
Per chiudere con la quintessenza del linguaggio non-linguaggio, indirizzato ai giovani non-giovani, per descrivere una vita non-vita, “21 grammi” di Fedez, titolo riferito a una dose di eroina: «21 Grammi di felicità – Per uso personale – Noi che non abbiamo dato il massimo – Noi che non abbiamo fatto il classico – Noi fotocopie tutte uguali illuse di essere speciali – E non ci sono le stelle – Ma comunque stiamo svegli […]. Ho consumato 21 grammi di felicità – Per uso personale – Per andare via di qua – Senza più limiti – Senza più lividi – Un po’ più liberi».
Che fare davanti a queste cattive influenze? La “ricetta” è sempre quella di fornire alternative valide ai nostri giovani. Con certo impegno non mancheranno, anche nell’ambito dello stesso genere hip hop musicalmente affine al Trap, delle belle sorprese.
Ecco alcuni esempi, che prescindono dall’ambito prettamente religioso-cristiano, abbastanza diffuso sulla scena musicale contemporanea soprattutto negli Stati Uniti e nel nostro Paese (da quest’ultimo punto di visto vedi per esempio il Gospel-Rap dei Shoek, Cristopher, Kredo etc.).
Partiamo quindi da Anastasio che, nel brano “Correre”, presentato sul palco di Sanremo 2019, ci ha regalato un testo con delle vere e proprie perle di saggezza relativamente alle dinamiche attuali del “pensiero liquido”.
Fra l’altro il giovane musicista napoletano, vincitore di X Factor 2018, ha scritto (e cantato) così: «Povera verità – Nel calderone dell’opinione lei morirà – Vecchi, come state? – Vi state godendo la festa? – Io non lo so mica, mi manca il respiro ed a tratti mi gira la testa – Mi hanno educato per vivere in bilico – Mai sentito del pensiero liquido? Io te lo amplifico, voglio innovare – Oso pensare a un pensiero gassoso, molecolare – Tra le molecole zero legame, basta guardare il tessuto sociale – Capisci perché stiamo fissi a giocare agli artisti ed a fotografare».
C’è poi Esdra, all’anagrafe Davide Taranto, rapper di Rimini che nasce musicalmente come Dj di Techno, conosciuto come “David Crystal”. Nel suo album “Il Mio Mondo” (2015), totalmente autoprodotto, autodistribuito e autopromozionato che è riuscito a vendere quasi un migliaio di copie, offre dei contenuti politicamente scorretti e, per vari aspetti, “costruttivi”.
Ecco per esempio in una battuta cosa pensa dell’attuale situazione che sta vivendo la famiglia in Occidente: «La svalutazione della famiglia che viviamo oggi nel mondo io la vedo come un processo cannibale» (cit. in Giuseppe Brienza, Esdra, cosa pensa il rapper cristiano, in “Formiche.net”, 2 maggio 2015).
Andando invece fuori dell’Italia, su tutti possiamo citare il caso rapper spagnolo Grilex, autore di un brano come Ephemeral (“Effimero”), che attacca frontalmente il Politicamente corretto rivendicando fra l’altro l’onore di amare la propria patria e l’apprezzamento per la naturale complementarietà maschio/femmina.
Guillermo Esteban, 24 anni, con parole semplici ma efficaci esprime così una verità di sempre come quella di rispettare una donna senza allinearsi all’ideologia femminista ma neanche a quella delle “pari opportunità”. Quindi nel testo arriva persino ad invocare il rigetto della pornografia «che logora» il corpo e la mente.
Come ha spiegato esplicitamente su Instagram, con “Ephemeral” lui ha voluto scrivere una canzone «progettata per far riflettere la società su ciò che i Poteri Forti ci stanno inculcando, dando voce a tutte quelle persone che pensano ciò che viene detto contro il pensiero Politicamente corretto, ma per paura tacciono. Esigiamo il rispetto e la libertà di espressione!».
Anche questo, evidentemente, c’è in ballo nella difesa e promozione nella musica di qualità.