Animalisti scatenati contro Barbara Babu Buonsanto e la sua piccola Ginevra, affetta da una malattia genetica rarissima. Un nuovo caso Simonsen
Leone Grotti
«Prima eliminiamo i VERI rifiuti organici (coma la figlia della signora in questione) e poi passiamo ad una selezione più accurata!». Questo è solo uno dei tanti commenti arrivati a Barbara Babu Buonsanto, dopo che la donna aveva scritto alla parlamentare 5 stelle Paola Taverna, raccontandole come la sperimentazione sugli animali serva a mantenere in vita sua figlia di 4 anni, affetta da una rarissima patologia genetica.
MENO SPERIMENTAZIONE. Il 5 maggio scorso il Senato ha approvato quattro mozioni, una delle quali proposta proprio da Taverna, per chiedere l’istituzione di un garante per i diritti degli animali, che dovrebbero essere riconosciuti come “esseri senzienti”, più metodi sostitutivi e meno sperimentazioni sugli animali.
SENATRICE 5 STELLE. Dopo l’approvazione, la senatrice Taverna ha esultato, scrivendo: «Sinceramente ed a testa alta sono FELICISSIMA che ieri sia stata APPROVATA la mozione a mia PRIMA FIRMA (…). La senatrice Elena Cattaneo e tutti i vivisettori per hobby si possono rassegnare al progresso (…). Domandatevi chi sono le vere BESTIE».
«UN TOPO È PIÙ IMPORTANTE?». La signora Buonsanto, pensando alla sua Ginevra, o Gingi, una delle cinque persone in Italia ad essere affette da Atrofia muscolare spinale con distress respiratorio (Smard1), ha commentato così sulla pagina Facebook della senatrice: «Paola, la invito a casa mia, sono la mamma di una bambina di 4 anni e mezzo affetta da una malattia genetica rara. A questa tenera età le ho dovuto spiegare il perché lei non può camminare e il perché un semplice raffreddore per lei è pericoloso. (…) Ma sinceramente non ce la faccio a dirle che un topo o un maiale sono più importanti di lei, perciò la mia casa è aperta, venga lei a spiegarlo. La guardi negli occhi e le dica che vuole togliergli ogni speranza. Il mio invito è serio».
«DOVEVI ABORTIRE». Per tutta risposta, un branco di animalisti l’ha attaccata ricordandole che avrebbe dovuto «abortire» prima la bambina e che adesso poteva sempre ucciderla con «l’eutanasia». Le hanno scritto anche che «facevano bene gli spartani! Teniamo in vita bambini mezzi morti che sembrano statue su delle sedie a rotelle con la bava alla bocca che gravano sulla sanità pubblica. E poi ci lamentiamo che non ci sono soldi per la sanità». Insulti e sputi virtuali che ricordano da vicino – se possibile peggiorandoli – quelli che ha dovuto subire, sempre ad opera dei “nazi-animalisti”, Caterina Simonsen (qui l’articolo che ha reso noto il suo caso nel dicembre del 2013).
«SONO SENZA CUORE». In un’intervista a Next, la signora Buonsanto non ha voluto rispondere alle offese: «Il problema di replicare è che tanto non capirebbero. Non si può parlare con chi ti dice che tua figlia è malata (malattia genetica) perché le hai fatto mangiare carne, né a chi ti ha consigliato l’eutanasia. Sono persone senza cuore, che realmente non amano nemmeno gli animali». Ma le cattiverie «a malapena mi sfiorano. Combatto una malattia genetica degenerativa, ed è l’unica cosa che mi fa veramente male e paura».
«GRANDE PASSO INDIETRO». Ma perché ha deciso di scrivere alla senatrice Taverna? Non per provocare, «volevo invitarla a casa nostra per farle avere un confronto con noi e con nostra figlia, e chiedere delucidazioni su come intendesse tutelare noi». La signora Buonsanto teme le restrizioni perché «così si rischia davvero di non potere più sperimentare. Mi chiedo: cosa dobbiamo diventare? Un’incubatrice di malati da usare nelle sperimentazioni che arriveranno alla clinica? Mi sembra di assistere ad un grande passo indietro e sinceramente ho paura. Ci stanno togliendo la speranza».
COME STAMINA. Gli animalisti invece sembrano sempre di più e i politici danno loro molto credito: «In Italia si dà ascolto a chi “urla” più forte, si cercano voti, ora va di moda il Vegan o essere animalista, perciò si da voce a loro per raccogliere qualche voto in più», continua la mamma, a cui la senatrice Taverna non ha mai risposto. «Ho visto lo stesso sbaglio quando è stato affrontato l’argomento Stamina».
«BELLISSIMA LA NOSTRA VITA». Alla signora Buonsanto, però, non interessano le polemiche. Ci tiene a sottolineare che «noi viviamo tra paura e gioia, mescolate insieme. Siamo un po’ pazzi. Fino a poco tempo fa sapevo dalle testimonianze delle mie mamme cosa significasse rianimare il proprio figlio; purtroppo ora lo conosco in prima persona, e sinceramente non lo auguro a nessuno. Ma la nostra vita è piena e bellissima, non la cambierei con nessun’altra». È così anche per merito dei ricercatori veri: «Hanno migliorato tanto la nostra qualità di vita. Oggi anche per noi si è accesa una luce di speranza, proprio qui in Italia, e grazie a dei ricercatori italiani, c’è una ricerca che sta dando degli ottimi risultati, stiamo parlando di terapia genica».
«VOI MAI FELICI COME NOI». Polemiche no, come si è detto, però «una cosa, sì, la voglio dire a queste persone» che insultano: «Ho letto che che mia figlia non dovrebbe vivere, perché è un rifiuto e un catorcio. Quella che sono oggi lo devo a lei, la sua forza e la sua voglia di vivere mi hanno fatto diventare migliore, queste persone non potranno mai essere felici come lo siamo noi, e ne sono dispiaciuta per loro».