Dal bollettino dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân n.3 anno X
Marguerite A. Peeters
Direttrice dell’Istituto interculturale Dialogue Dynamics di Bruxelles
Premessa
La Piattaforma d’azione della Conferenza Internazionale del Cairo su Popolazione e Sviluppo del 1994 è stata concepita come un programma ventennale, che avrebbe dovuto concludersi entro il 2014. Nel 2011, tuttavia, evocando «notevoli lacune» ancora esistenti nella sua attuazione, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella risoluzione 65/234 [1] , ha esteso il piano d’azione oltre il 2014. Per far fronte a ciò che essi considerano il «lavoro incompiuto» del Cairo, gli agenti dei Diritti alla Salute Sessuale e Riproduttiva (d’ora in avanti Dssr, equivalente dell’inglese Srhr – Sexual and Reproductive Health and Rights) hanno lanciato un processo chiamato Cairo beyond 2014 (Cairo oltre il 2014), o Icpd beyond 2014 (Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo – Cips oltre il 2014).
Nel mese di settembre 2014, le Nazioni Unite terranno una Sessione Speciale dell’Assemblea Generale sulla Cips oltre il 2014. Il 2014 è un anno fondamentale per la governance globale. Gli Obiettivi di sviluppo del Millennio – Osm (Millennium Development Goals – Mdgs), l’attuale “quadro globale di sviluppo” della governance globale, scadono alla fine dell’anno.
La governance globale sta ora elaborando il suo quadro di sviluppo post 2015, che sarà probabilmente valido fino al 2030. Cercando di sfruttare la convergenza, gli agenti Dssr stanno cercando di unire Cairo oltre il 2014 – un processo che controllano completamente – e l’agenda post 2015, che dovrebbe essere sotto controllo intergovernativo, ma in gran parte è sotto la loro influenza, almeno per come stanno ora le cose. «L’accesso universale alla salute riproduttiva» è stato accolto come un Obiettivo di sviluppo del Millennio nel 2007 (Obiettivo 5b) [2], dopo anni di manovre da parte degli agenti Dssr, non nell’ambito di una iniziativa veramente intergovernativa.
L’obiettivo esplicitamente fonde gli Osm e la Piattaforma d’azione del Cairo, che aveva già messo il Dssr al centro dello sviluppo. Il diritto alla salute sessuale e riproduttiva potrà renderlo un fine esplicito degli obiettivi di sviluppo post 2015? Questo articolo espone ciò che gli agenti Dssr considerano il loro “lavoro incompiuto” e la loro strategia per andare avanti nel loro progetto mortale oltre il 2015.
I partner del diritto alla salute sessuale e riproduttiva (Dssr) sono a un punto di svolta. Pur sostenendo che i loro risultati finora sono stati grandi, essi lamentano anche che siamo ancora lontani dal loro obiettivo totalitario – l’accesso universale al Dssr. “Universale” è la parola del Cairo e sorprendentemente prominente nel linguaggio post 2015. L’uso di questa parola, presa in prestito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ma anche dalla tradizione giudaico-cristiana, è indicativo. Due visioni di universalità oggi sono in un braccio di ferro: l’etica laica mira globalmente a sostituire un’etica aperta alla trascendenza divina.
I visionari del Cairo avevano stabilito che il Dssr avrebbe dovuto diffondersi orizzontalmente a tutti gli individui, in tutte le culture e le religioni. Continuano a rivendicare “di più” all’interno della stessa agenda. Essi sono determinati a sfruttare la transizione in corso verso un nuovo contesto globale per accelerare il ritmo di attuazione, rafforzare i mezzi e i controlli sui governi e su tutti gli “investitori”, in modo che essi rispettino i loro presunti “impegni” con il Dssr che, come essi sostengono, stanno “disattendendo”.
Il movimento, invece di guadagnare slancio come avrebbe a loro avviso dovuto fare, starebbe perdendo velocità. Se questo sia vero o no è difficile da valutare. C’è un senso di nervosismo nelle loro fila, testimoniato dall’intensificarsi della pressione che esercitano sui governi e sui popoli. L’opposizione alla loro agenda aumenta globalmente con l’aumentare delle persone che diventano consapevoli di ciò che essa nasconde.
La piattaforma del Dssr oltre il 2014
Qual è secondo gli agenti del Dssr il loro “lavoro incompiuto”? Concentriamo l’attenzione su quattro componenti silenti della loro piattaforma prevista oltre il 2014.
1. Espandere l’accesso [3]. I partner del Dssr vogliono espandere notevolmente l’accesso ai contraccettivi e alle forniture e ai servizi abortivi (con una priorità data alla “pillola del giorno dopo”, che considerano un “prodotto trascurato”). La loro attenzione è ora rivolta alle aree remote, a quelle difficili da raggiungere, alle donne, ragazze e adolescenti più poveri (i cosiddetti servizi “rivolti ai giovani”) [4].
Essi dogmaticamente affermano che 222 milioni di donne e ragazze nel mondo in via di sviluppo hanno un cosiddetto “bisogno insoddisfatto” per la contraccezione moderna – soprattutto le donne africane sotto i 24 anni di età. Il risultato di questo bisogno, dicono, sono «80 milioni di gravidanze non pianificate e 20 milioni di aborti non sicuri» [5] . Essi cercano anche di sostenere la copertura per i circa 260 milioni di donne e ragazze nei 69 Paesi più poveri che attualmente usano contraccettivi moderni.
Secondo Melinda Gates [6], «le tattiche collaudate» per espandere l’accesso alla contraccezione «variano dall’abbassare i costi dei beni per migliorare le catene di approvvigionamento e aumentare la domanda informando i consumatori circa le diverse opzioni. La strategia globale – prosegue la Gates – è quella di mantenere fermo l’impegno politico a guidare la riforma, aumentando al contempo l’azione nei Paesi misurandone il progresso» [7]. Una dichiarazione inequivocabile di Gates – «accrescere la domanda informando i consumatori circa le diverse opzioni» – illustra la priorità che gli agenti del Dssr d’ora in poi daranno ad una “educazione sessuale”, che promuova l’uso dei contraccettivi.
2. Approccio conforme al diritto. Gli agenti Dssr lamentano che i diritti sessuali e riproduttivi8 non sono ancora riconosciuti, trattati, protetti e applicati come universali. Vogliono che i diritti umani, compresi i loro diritti sessuali e riproduttivi, siano considerati come la struttura base del programma di sviluppo post-2015. A tal fine, intendono sostenere «campagne di educazione pubblica e di mobilitazione delle comunità sui diritti umani e le leggi relative ai diritti sessuali e riproduttivi».
Gli agenti Dssr faranno pressione sui governi per «modificare o adottare leggi e politiche che rispettino e proteggano i diritti sessuali e riproduttivi e consentano a tutti gli individui di esercitarli senza discriminazioni di qualsiasi natura, indipendentemente da età… affiliazione religiosa… orientamento sessuale o identità di genere». Ciò include, a loro avviso, la revisione di leggi e politiche in modo «da rendere l’aborto sicuro, accessibile e legale». Considerando «i requisiti del consenso sponsale o parentale» come «pratiche che violano i diritti riproduttivi delle donne e delle ragazze adolescenti a ricevere i servizi del Dssr», i partner Dssr vogliono politiche e leggi che li vietino [9].
3. Integrazione. C’è ancora molto da fare, agli occhi degli agenti Dssr, per far diventare il Dssr una tendenza dominante attraverso lo sviluppo. Vogliono promuovere e approfondire l’integrazione del Dssr, per esempio con: assistenza sanitaria di base; salute degli adolescenti; parità di genere; settori non sanitari; cambiamento climatico (controllo della popolazione [10]); cibo e sicurezza (controllo della popolazione [11]); giustizia sociale ed “equità”; eliminazione delle “cause profonde della povertà”; partecipazione (di giovani, donne); responsabilità; trasparenza; non discriminazione; responsabilizzazione; Stato di diritto; olismo [12]…
Vogliono che il Dssr diventi pienamente parte, se non la forza portante, del “cambiamento trasformativo globale” previsto nell’agenda post-2015. Infine, vogliono integrare i processi del Cips +20, Pechino +20 e Rio +20 nel quadro post-2015
4. Cambiare la cultura e la religione dall’interno. Gli agenti Dssr vogliono «creare culture di accettazione», da loro definite «un ambiente favorevole per la parità di godimento dei diritti [riproduttivi e sessuali] di tutti». Tale progetto di trasformazione culturale comporta la cooptazione di «uomini e ragazzi, di chi definisce le politiche e delle forze dell’ordine, dei parlamentari, degli educatori e operatori sanitari, dei datori di lavoro, del settore privato e dei giornalisti» nel processo rivoluzionario eliminando tutte le «barriere culturali» alla loro agenda.
Sono inoltre determinati a impegnarsi ulteriormente in partnership con le comunità religiose [13], in particolare con i sacerdoti cattolici, le comunità religiose, le donne e i giovani, in modo da cambiare sia le loro credenze sia i loro comportamenti, dall’interno [14] e di trasformarli in sostenitori del Dssr nella loro rispettive comunità. Un altro metodo che i partner del Dssr intendono utilizzare per trasformare le società è la riforma dell’istruzione.
Essi sono determinati a garantire la creazione di «norme per l’attuazione di programmi di educazione sessuale completa, sia dentro sia fuori la scuola, che includano quadri giuridici e politici di sostegno, a cominciare dall’età della scuola primaria in poi, che siano legati ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, e che coinvolgano i genitori, la comunità, i leader tradizionali e religiosi e attivamente coinvolgano i giovani a tutti i livelli» [15].
Si tratta di un’agenda fittissima. Cerchiamo di rivisitare le sue componenti: “standard” (ambizione normativa); “Dentro e fuori della scuola” (per raggiungere tutti i bambini, in tutte le loro attività); “quadri politici e giuridici” (capacità di esecuzione); “iniziare in età della scuola primaria” (derubare i genitori della loro responsabilità educativa, trasformando le persone dalla più tenera età); “che impegnano” (genitori, i leader religiosi stessi sono cooptati nel processo di decadenza morale); “coinvolgendo attivamente i giovani” (il giovane partecipa alla sua auto-distruzione).
Il processo formale di implementazione dell’agenda post-2015
Gli agenti Dssr utilizzeranno una strategia su due fronti per favorire i loro obiettivi oltre il 2014:
- cercheranno di ottenere tutto il possibile attraverso il processo formale dell’agenda di sviluppo globale post-2015;
- continueranno ad andare avanti in modo informale e furtivo;
- è nel loro interesse vedere la “cultura di partnership” diffondersi e rafforzarsi.
Cominciamo prendendo in considerazione la prima strategia.
La sessantottesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2013 ha dato il via al processo formale dell’agenda di “sviluppo globale” post-2015. Essa è stata preceduta dalla pubblicazione di un rapporto pubblicato il 31 maggio 2013, dal Gruppo di esperti di alto livello (Hlp), istituito da Ban Ki-moon per aiutarlo a sviluppare una visione per l’agenda globale post-2015 [16]. Il rapporto è intitolato “Una Nuova Partnership Globale”.
Per inciso, dobbiamo sottolineare che rivolgersi a un “Gruppo di Esperti di alto livello” per la guida strategica è stata una pratica della Segreteria a partire dalla metà degli anni ’90. Il Segretariato delle Nazioni Unite, come indica il suo nome, dovrebbe essere il segretario delle Nazioni Unite, un’organizzazione intergovernativa per mandato: un’organizzazione che dovrebbe servire e rappresentare i propri Stati membri, governi sovrani, non “esperti” privi di legittimazione. Quanti sono dietro all’implementazione dell’agenda post-2015 perseguono ambizioni normative a livello globale.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che gli obiettivi di sviluppo prossimi saranno «universali per tutte le nazioni» [17]. Le Nazioni Unite hanno utilizzato il termine “universale” per i diritti dichiarati nel 1948 dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, quindi interpretati come aperti alla legge di Dio così come sono scritti in tutti i cuori umani. Ora l’Onu lo applica agli obiettivi di sviluppo elaborati da tali esperti consultati dal Segretariato delle Nazioni Unite, per un programma tecnico infettato, come illustrato in questo articolo, da una prospettiva secolare.
L’agenda post-2015 avrà un forte accento sui meccanismi di controllo. I nuovi obiettivi saranno forniti di quello che Ban Ki-moon chiama un «quadro globale di controllo e di robusti meccanismi di responsabilità» [18]. La relazione del Gruppo di esperti di alto livello fa riferimento ad un sistema di monitoraggio «indipendente» e «rigoroso». Si chiede una «rivoluzione dei dati» e auspica «una nuova iniziativa internazionale per migliorare la qualità delle statistiche e delle informazioni a disposizione dei cittadini» [19].
Verifiche, schede di controllo, marcatori di genere, statistiche e altri meccanismi di monitoraggio, la cui efficacia viene potenziata in modo esponenziale dalle tecnologie emergenti, prolifereranno e saranno a disposizione di qualsiasi gruppo che voglia usarli per favorire l’applicazione dei loro interessi. In un contesto di drammatico aumento della sorveglianza globale, il contenuto delle questioni dell’agenda post-2015 ha un peso enorme.
È abbastanza sospetto che gli agenti Dssr siano gli apripista nella difesa di una rivoluzione di dati. Ma le nazioni del mondo vogliono trovarsi nella posizione di «dovere rendere loro conto»? Se veramente vogliono il proprio bene non vorranno esserlo! Inutile dire che gli agenti Dssr vogliono che il Dssr sia una delle priorità di sviluppo nel nuovo quadro, al “cuore” degli obiettivi di salute e istruzione a livello mondiale. In questa fase di implementazione dell’agenda del post-2015 sono riusciti a far sì che le loro opinioni si riflettano nei documenti del Segretariato delle Nazioni Unite.
La priorità che il Segretariato delle Nazioni Unite intende dare al Dssr oltre il 2015 si manifesta nella relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite del 2013 sulla promozione del programma di sviluppo delle Nazioni Unite oltre il 2015. Ban Ki-moon afferma: «sono necessari intensificati sforzi per raggiungere le donne e i bambini più vulnerabili e garantire la loro salute sessuale e riproduttiva e i loro diritti riproduttivi, compreso il pieno accesso ai servizi sanitari di base e all’educazione sessuale e riproduttiva» [20].
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite sottolinea inoltre che «le donne e le ragazze devono avere parità di accesso alla… intera gamma di servizi sanitari, anche nel settore della salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi» (nell’obiettivo per «la legittimazione delle donne e delle bambine» della nuova agenda) [21]. Egli ribadisce questo punto – «realizzare la salute e i diritti riproduttivi delle donne» [22] – nell’obiettivo sulla salute. Infine, fa riferimento ai «benefici» del Dssr nell’obiettivo della «sfida demografica»: «I Paesi con un alto tasso di crescita della popolazione sono generalmente su un percorso di diminuita fertilità, tanto più che l’istruzione per le bambine e i servizi per la salute sessuale e riproduttiva diventano più ampiamente disponibili» [23].
La strategia degli agenti Dssr nel processo formale di implementazione dell’agenda sviluppo post-2015 è duplice.
- Lottano affinché il Dssr diventi un punto esplicito dei prossimi obiettivi.
- Si battono affinché il Dssr sia trattato come un tema trasversale – cioè, un tema implicitamente presente in tutti gli obiettivi e i traguardi, come presupposto per lo «sviluppo sostenibile» [24].
Il Dssr come obiettivo esplicito. Nella relazione del Gruppo di esperti di alto livello, che ha ispirato il rapporto sopra citato del Segretario Generale agli Stati membri delle Nazioni Unite, il Dssr è un obiettivo esplicito all’interno dell’obiettivo salute. Si legge quanto segue: «Garantire la salute e i diritti sessuali e riproduttivi universali» (punto 4d dell’obiettivo 4, “Garantire una vita sana”).
Questa proposta, dobbiamo sottolinearlo, va ben oltre l’obiettivo 5b degli Osm, che menzionava solo la salute riproduttiva – non i diritti, né la salute e i diritti sessuali. Se questa proposta dovesse essere adottata dagli Sati membri delle Nazioni Unite, l’agenda post- 2015 avrà un approccio pericolosamente più marcato sul diritto sessuale e riproduttivo, in un momento in cui i diritti sessuali sono interpretati come inclusivi dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Il Dssr come una questione trasversale. Fin dal Cairo, la governance globale ha trattato il Dssr come componente costitutiva dello sviluppo sostenibile, accanto ad altre «questioni trasversali» come “uguaglianza di genere”, “diritti umani” e “partecipazione attiva dei giovani”. Gli agenti del Dssr presentano la loro agenda non solo come parte integrante dello sviluppo sostenibile [25] nel suo complesso, ma come «rilevante per ciascuno dei tre pilastri dello sviluppo sostenibile» [26]: crescita economica, equità sociale e tutela ambientale.
L’integrazione dei tre parametri dello sviluppo sostenibile è uno dei temi principali del programma post-2015. Gli agenti del Dssr ritengono che, in pratica, la «salute, l’educazione e l’identità di genere siano stati troppo segmentati». Nel quadro Osm, avrebbero sofferto «di un approccio troppo limitato e non basato sul diritto». Oltre il 2015, gli agenti Dssr desiderano integrare il «Dssr, la parità di genere e la legittimazione delle donne… in tutto il progetto» [27].
Definiscono il Dssr il «facilitatore per raggiungere qualsiasi altro obiettivo di riduzione della povertà» [28]. Questa visione si riflette nella relazione del Gruppo di esperti di alto livello di Ban Ki-moon, che comprende la mancanza di accesso al Dssr nella sua definizione propria di «povertà in tutte le sue forme» [29], come una delle sue dimensioni [30]. Ciò è particolarmente significativo in vista dell’obiettivo complessivo dichiarato del quadro di sviluppo post-2015: lo sradicamento della povertà – dell’estrema povertà.
È degno di nota, anche se comune nei documenti delle Nazioni Unite, che nella relazione del Gruppo di esperti di alto livello, il Dssr è l’unico [31] aspetto della salute specificamente menzionato nel paragrafo dedicato ai giovani, e l’unico aspetto della salute specificamente menzionato nel paragrafo sulle ragazze e le donne [32]. L’obiettivo che il Gruppo di esperti di alto livello si è prefissato per l’istruzione (dal titolo “Fornire un’istruzione di qualità e la formazione permanente”) descrive il punto di vista dei partner sull’istruzione: l’istruzione sarebbe «molto più che la mera alfabetizzazione e il far di calcolo»; sarebbe, tra l’altro, aiutare le persone ad «acquisire una comprensione della salute sessuale e riproduttiva» [33].
La spiegazione che la relazione dà del suo obiettivo di salute (intitolato “Assicurare una vita sana”) enuncia il contenuto dell’obiettivo e contiene un lungo paragrafo sul Dssr, che viene descritto come «una componente essenziale di una società sana» [34].
Un Kairos
All’inizio del 2014, non è possibile prevedere se gli agenti Dssr otterranno ciò che vogliono nella formale, cioè approvata a livello intergovernativo, agenda post-2015. In questa fase possiamo limitarci a identificare le due tendenze che sono in gioco, come in un braccio di ferro.
- Da un lato, gli agenti transnazionali della rivoluzione sessuale stanno cercando, con un chiaro senso di urgenza, di dare al loro processo sovversivo un ulteriore slancio, sia in senso orizzontale (“universalmente”, a tutti i popoli, con un’attenzione particolare su quelli più remoti e poveri) e verticalmente (approfondendo il loro radicalismo, “inglobando” l’agenda Lgbt ed altre più perverse educazioni sessuali in tenera età35, in particolare).
- D’altra parte, negli ultimi anni, una massa di persone nel mondo, che è divenuta una massa significativa e visibile, ha iniziato a manifestare un’opposizione pubblica alla rivoluzione. L’opposizione è in aumento perché il grado di radicalismo ormai raggiunto è diventato inaccettabile per questa massa critica.
Chiedere sempre “di più” e di “uscire allo scoperto” è un affare rischioso. Forse la rivoluzione stessa ha oltrepassato i suoi limiti? Ora ci sono segni che il suo “movimento in avanti”, ha iniziato a produrre l’effetto contrario [36]. La resistenza, anche se attualmente priva di rilevante potere politico o finanziario, sta montando, in silenzio o ad alta voce, spontanea o già organizzata. Il nostro tempo è un Kairos: un tempo favorevole per prendere una decisione, un’ora di responsabilità.
Che cosa decideranno di fare i popoli del mondo? Possono decidere di schierarsi con il vero lato vincente: il lato buono, il lato dell’amore di sé, dello sviluppo umano integrale, della verità dichiarata da Dio nella loro coscienza, della legge eterna di Dio, del suo disegno per la persona umana e del suo amore!
La rivoluzione dei parternariati: i suoi pericoli nascosti
In Occidente, le proteste di piazza contrarie alla rivoluzione sono in aumento quanto più l’agenda della rivoluzione diventa visibile ed esplicita, andando ad interessare i formali processi politici o giuridici (politiche educative come l’educazione di genere nelle scuole, disegni di legge per il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ecc.). Gli agenti della rivoluzione sessuale globale, tuttavia, hanno raggiunto la maggior parte dei loro obiettivi non attraverso processi formali e visibili, ma di nascosto, attraverso metodi sottili, paralleli, informali, “consensuali”, come la manipolazione del linguaggio, gli approcci partecipativi, la facilitazione, la consultazione dal basso verso l’alto, la democratizzazione, la costruzione del consenso, le campagne di sensibilizzazione, i partenariati multilaterali.
Negli ultimi due decenni, questi nuovi approcci politici, concettualmente forgiati negli anni Sessanta e Settanta, si sono trasformati in paradigmi operativi della governance globale. Si sono dimostrati efficienti in modo schiacciante nella globalizzazione della rivoluzione culturale occidentale. E già pervadono le culture non occidentali. La rivoluzione culturale è avvenuta non per una presa di potere formale, ma attraverso una rivoluzione politica silenziosa che si è mossa facilmente in avanti incontrastata e incontrollata, dal cuore della democrazia e delle sue istituzioni.
Per decenni, i lobbisti del Dssr sono stati i principali sostenitori dei “partenariati”. Il potere che non potevano ottenere attraverso la democrazia rappresentativa a causa dell’opposizione democratica alla loro piattaforma, lo hanno ottenuto attraverso i “partenariati”. Cooptate in partnership con il Dssr, le persone nei Paesi in via di sviluppo vengono irrimediabilmente imbrigliate da un’agenda che esclude la famiglia, la felicità umana, l’amore, la speranza, la fede, la gioia, il senso di servizio e di lavoro ben fatto, insieme ad altre componenti essenziali dello sviluppo umano integrale che vogliono veramente.
Nelle parole dei sostenitori transnazionali della contraccezione moderna e della “educazione sessuale”, il Cairo è stato uno spartiacque. Loro non parlano più di “controllo della popolazione”, ma di “salute e di diritti sessuali e riproduttivi”. La strategia è passata da “imposizione dall’esterno” (palese “controllo della popolazione”), a forme più sottili e molto più pericolose di imposizione, alla “imposizione dall’interno”: ingegneria sociale, “dal basso verso l’alto”, un approccio partecipativo e consensuale alla cooptazione delle persone nel processo della loro “trasformazione”, “diritti” e “libera scelta”, cambiando la cultura dall’interno (la rivoluzione sessuale), “accesso universale” al Dssr, anche per i giovani al di fuori del matrimonio.
Il nemico era esterno e visibile. Ora è interno e impercettibile. Identificarlo, combatterlo, richiede una solida formazione umana e cristiana, e una decisione coraggiosa. Come cristiani, cosa siamo chiamati a fare di fronte a queste sfide spaventose? Non abbiamo né il potere né il mandato divino di rovesciare la governance globale o di cercare di influenzarne il corso. Siamo chiamati a dare testimonianza umilmente e con gioia, pazienza e coraggio, senza cedere a compromessi, alla verità sull’uomo e sulla donna, all’amore umano e alla famiglia.
Ciò richiede di uscire dal quadro del Dssr, di smettere di usare il suo linguaggio confuso, di ritirarsi dalle sue partnership pericolose. Si richiede uno sforzo d’amore per studiare la dottrina della Chiesa e di aderire a essa con il cuore, la coscienza e le opere.
(Traduzione dall’inglese di Paul Nicholas Farrel)
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*Questo articolo riproduce parti sostanziali del libro dell’autore dal titolo Venti anni di “salute e diritti sessuali e riproduttivi” in Africa. Risultati dei loro agenti transnazionali nelle istituzioni politiche africane dal Cairo e la loro strategia post-2015. Sfide per la Chiesa, pubblicati da Dialogue Dynamics nell’aprile 2014. © Marguerite A. Peeters 2014.
[1] Risoluzione 65/234 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’ulteriore implementazione del Cairo, si legge nella delibera, deve essere «effettuata nel pieno rispetto del Programma di Azione»: «non ci sarà alcuna rinegoziazione degli accordi esistenti in esso contenute». Gli agenti DSSR non vogliono che i governi rivedano il presunto «consenso del Cairo». Ma sono sempre pronti a rivederlo essi stessi per ingrandirlo attraverso l’integrazione di nuove componenti radicali. La loro agenda si sta muovendo verso identità di genere e l’orientamento sessuale, la formazione di genere dall’asilo, il matrimonio di persone dello stesso sesso: elementiche non sono stati inclusi né al Cairo, né a Pechino.
[2] Entrato in vigore il 1 gennaio 2008.
[3] Nel 2004 l’Onu ha lanciato la Reproductive Health Supplies Coalition (Coalizione Forniture per la Salute Riproduttiva, N.d.T.), che mira a «garantire le forniture per la salute riproduttiva aumentando le risorse, i sistemi di potenziamento e sfruttando la forza delle partnership». La coalizione è un potente network formato da 240 membri, tra cui un certo numero di fondazioni e imprese.
[4] Nel suo rapporto sullo Stato della popolazione nel mondo del 2013, intitolato Maternità infantile: affrontare le sfide della gravidanza adolescenziale, l’Unfpa afferma che dei 7,3 milioni di nuovi nati, 2 milioni sono partoriti da ragazze che hanno 14 o meno anni. La relazione sottolinea che per affrontare gravidanze in età adolescenziale, «i Paesi devono adottare un approccio olistico che non si soffermi sul cambiamento del comportamento delle ragazze, ma cerchi di cambiare l’atteggiamento della società affinché le ragazze siano incoraggiate a rimanere a scuola, il matrimonio minorile vietato, le ragazze abbiano accesso alla salute sessuale e riproduttiva, inclusa la contraccezione, e le giovani madri possano godere di migliori sistemi di supporto… La relazione cerca di offrire una nuova prospettiva sulla gravidanza adolescenziale, guardando non solo al comportamento delle ragazze come causa di gravidanza precoce, ma anche alle azioni dei loro familiari, comunità e governi…“Dobbiamo riflettere e sollecitare modifiche alle politiche e alle norme delle famiglie, comunità e governi, che spesso lasciano una ragazza senza altra scelta, se non quello di una gravidanza precoce”, ha affermato Osotimehin. Questo è quello che stiamo facendo noi dell’Unfpa e quello che continueremo a fare e raccomandare fino a quando ogni ragazza sarà in grado di scegliere la direzione della sua vita, possiederà il suo futuro e raggiungerà il suo massimo potenziale». Fonte: Onu Comunicato stampa, 30 ottobre 2013.
[5] Fonte: High-Level Task Force for Icpd, Policy Recommendations for the Icpd Beyond 2014: Sexual and Reproductive Health and Rights for All.
[6] Melinda Gates negli ultimi anni è diventata una delle principali sostenitrici della contraccezione. Il 5 aprile del 2012 a Berlino ha assicurato il suo supporto alla pianificazione familiare per il prossimo decennio. Da allora, il suo impegno è cresciuto costantemente.
[7] The Global campaign for the Health Millennium Development Goals – Accelerating progress in saving the lives of women and children, 2013.
[8] Essi definiscono i Dssr come «i diritti di tutte le persone a prendere decisioni riguardanti la propria sessualità, senza violare i diritti degli altri: per decidere se, quando e quanti figli avere; per avere tutte le informazioni necessarie, mezzi e servizi disponibili per ottenere la migliore salute sessuale e riproduttiva, e di essere liberi da coercizione, stigmatizzazione e discriminazione». Vedere Ippf European Network, Euro Ngo, Countdown 2015. Towards a post-2015 development frame work. Position paper n. 1, gennaio 2013.
[9] Fonte: High-Level Task Force for Icpd, Policy Recommendations for the Icpd Beyond 2014, cit.
[10] Gli esseri umani sono visti come i predatori principali dell’ambiente: da qui la necessità di dover limitare la crescita demografica.
[11] Ciò che essi considerano “sovrappopolamento” è una minaccia alla sicurezza alimentare e alla sicurezza in generale.
[12] “L’agenda futura dovrebbe essere il più esauriente possibile e inclusiva di un’ampia gamma di diversi aspetti del Dssr”. Fonte: Ippf European Network, Euro Ngo, Countdown 2015, cit.
[13] Per esempio: http:// www.guttmacher.org/ pubs/gpr/16/4/gpr160418. html; http://www.impa – tientoptimists.org/ Posts/2013/12/A-Common-Cause-Faith-andFamily-Planning
[14] Fonte: Marguerite A. Peeters, The globalization of the western cultural revolution, Institute for Intercultural Dialogue Dynamics, 2012 capitolo 6.
[15] Fonte: High-Level Task Force for Icpd, Policy Recommendations for the Icpd Beyond 2014, cit.
[16] Fonte: Marguerite A. Peeters, IIS 295-300. Giugno-agosto 2013
[17] Segretario Generale delle Nazioni Unite, A life of dignity for all: accelerating progress towards MDGs and advancing the UN development agenda beyond 2015, A/68/202, 26 luglio 2013, par. 109.
[18] Segretario Generale delle Nazioni Unite, ibidem, p. 17.
[19] Relazione del Gruppo di esperti di alto livello, A New Global Partnership, p. 21.
[20] Questa affermazione riflette l’enfasi che gli agenti Dssr vogliono mettere adesso sulle “più vulnerabili” e povere. Segretario Generale delle Nazioni Unite, A life of dignity for all, cit., par. 27.
[21] Segretario Generale delle Nazioni Unite, ibidem, par. 85.
[22] Ivi, par. 87.
[23] Ivi, par. 92.
[24] The Ippf’s submission to the WHO consultation, Health in the post-2015 Development Agenda, dicembre 2012.
[25] «La sostenibilità deve essere chiaramente definita al fine di includere le dinamiche della popolazione». Fonte: The Ippf’s submission to the WHO consultation, cit.
[26] «Investimenti cruciali devono essere effettuati sulla dimensione sociale dello sviluppo, in particolare in termini del Dssr … la mancanza di accesso universale al Dssr rappresenta il più grande ostacolo al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e nel fare progressi sostanziali in termini di riduzione della povertà»; il Dssr sarebbe anche «la chiave per affrontare la necessità di elevare le persone dalla povertà, aiutando i giovani, specialmente le ragazze, ad accedere all’istruzione e impegnarsi in attività produttive … come anche per affrontare il problema della crescita della popolazione, che a sua volta influenza i tassi di crescita economica. Molti Paesi in via di sviluppo stanno vivendo alti tassi di crescita della popolazione, che sono associati con alti livelli di povertà e bassi livelli di sviluppo umano»; infine, il Dssr sarebbe la chiave per affrontare le dinamiche di popolazione e i problemi di migrazione «che hanno un impatto sull’ambiente e il cambiamento climatico. Ciò include, in particolare, la possibilità di affrontare il grande bisogno insoddisfatto di pianificazione familiare nelle zone di maggiore cambiamento climatico e di degrado ambientale, che è una strategia chiave per aumentare la capacità di ripresa dei poveri ai cambiamenti climatici … La crescita della popolazione è piùalta nei paesi più poveri del mondo, che sono più soggetti a carenze alimentari e idriche … Affrontare la necessità insoddisfatta di servizi del Dssr … offre lo scopo di promuovere la sostenibilità ambientale, supportare l’adattamento climatico e aumentare la resistenza in zone ecologicamente fragili». Fonte: Ippf European Network, Euro Ngo, Countdown 2015, cit.
[27] Ivi.
[28] Ivi.
[29] Relazione del Gruppo di esperti di alto livello, cit, p. 4.
[30] Fonte Marguerite A. Peeters, IIS 296, 27 giugno 2013.
[31] L’Ippf spiega che il Dssr «deve essere distinto dal più ampio e completo pacchetto di interventi sanitari perché, nonostante gli impegni relativi delle Nazioni Unite, storicamente questo campo si è dimostrato essere controverso in molti contesti conservatori e, di conseguenza, i governi hanno dimostrato un impegno altalenante nei confronti dei loro obblighi di fornire servizi per la salute sessuale e riproduttiva». Fonte: The Ippf’s submission to the WHO consultation, cit.
[32] «I giovani hanno bisogno di accedere al giusto tipo di assistenza sanitaria (compreso l’accesso al Dssr)» e «le donne e le ragazze devono avere parità di accesso alla … intera gamma di servizi sanitari, tra cui il Dssr». Fonte: Relazione del Gruppo di esperti di alto livello, p. 17.
[33] Relazione del Gruppo di esperti di alto livello, p. 37
[34] Ibidem, p. 39. L’obiettivo sulla salute fa una menzione speciale dei “bisogni” degli adolescenti. Facciamo anche notare che l’Hlp cita i giovani della comunità Lgbt, l’identità di genere e l’orientamento sessuale nella sezione “solidarietà” della sua relazione.
[35] Virtualmente a tutte le età: la Oms, nel suo Standards for Sexuality Education in Europe, rilasciato nel 2010, arriva ad affermare che l’educazione sessuale inizia alla nascita.
[36] In Europa, per esempio, la relazione del Parlamentare europeo Estrela è stata respinta due volte, dai solitamente tiepidi parlamentari europei del centro-destra, a causa della sua estrema radicalità. Il rapporto tratta i diritti sessuali e riproduttivi come diritti umani fondamentali, inscindibili da altri diritti umani, sostenendo apertamente la creazione di una cultura di “accettazione, tolleranza, rispetto e non discriminazione” in materia sessuale, il diritto delle donne single e lesbiche di beneficiare dei trattamenti di fertilità e fecondazione in vitro, il diritto all’aborto in tutti gli stati membri dell’Ue e nei paesi in via di sviluppo; critica ferocemente l’obiezione di coscienza e la sterilizzazione delle persone transessuali, e appoggia il finanziamento a lungo termine del Dssr. Il rapporto raccomanda che le persone che effettuano aborti illegali non possano essere perseguite. Si raccomanda inoltre l’educazione “globale” sessuale obbligatoria nelle scuole primarie e secondarie, in un clima di abilitazione e interattivo. Si raccomanda l’accesso ai servizi del Dssr da parte degli adolescenti senza il consenso dei genitori. Esso raccomanda di dare una “immagine positiva” delle persone Lgbt. Ha chiesto alla Commissione europea di istituire una speciale linea di bilancio per il Dssr in assistenza allo sviluppo e per garantire l’accesso all’aborto per le ragazze e le donne vittime di stupro nei conflitti armati. Si profila una battaglia sui diritti Lgbt per le elezioni del Parlamento europeo del 2014. La campagna Uno di noi degli Stati Uniti, volta a proteggere la vita umana, dal concepimento, in Europa ha raccolto oltre 1,8 milioni di firme. La legge “matrimonio per tutti” in Francia ha provocato i movimenti Manif pour tous e Veilleurs. Un movimento di resistenza è sorto in Croazia, dove il governo socialista ha introdotto un programma di educazione sessuale nelle scuole che promuove la scelta dell’orientamento sessuale. Il referendum nel 2013 ha comportato una chiara definizione di matrimonio come unione tra un uomo e una donna. Ci sono molti altri esempi in Occidente e nel resto del mondo.