Stefano Fontana
Quanto è successo alla Convention dei Democratici a Charlotte il 7 settembre scorso è molto indicativo dell’atteggiamento cattolico di fronte alla politica.
Nella preghiera ha toccato alcuni punti di contrasto tra la Casa Bianca e la Chiesa cattolica.
«Rinnova nel nostro popolo il profondo rispetto per la libertà di religione: la prima, la principale libertà lasciataci in eredità dai Padri fondatori», ha pregato il Cardinale, con evidente riferimento alla disputa in corso tra i vescovi e la Casa Bianca a proposito dell’ordinanza del Department of Health and Human Services che richiede agli enti religiosi di coprire con assicurazione la contraccezione in violazione degli insegnamenti della Chiesa.
A questi enti non rimane altra scelta che non dare la copertura assicurativa ai propri lavoratori e, in questo caso, pagare multe salate. Decine di istituzioni cattoliche non hanno rispettato l’ordinanza e il documento dei vescovi “Fortnight for Freedom”, pubblicato all’inizio dell’estate, ha fatto crescere la consapevolezza su questi problemi.
«Ti preghiamo di benedire coloro che aspettano di nascere, che possano essere accolti e protetti», ha detto il Cardinale Dolan, con evidente riferimento all’aborto.
Il Cardinale ha anche fatto un’allusione ai “matrimoni” tra persone dello stesso sesso, che il Presidente Obama ha promesso di promuovere: «Facci riconoscere che la felicità si fonda sul rispetto della legge naturale». «Sostienici con la tua grazia in modo che possiamo resistere alla tentazione di sostituire la legge morale con idoli da noi stessi costruiti o di cambiare le istituzioni che Tu ci hai dato per il nutrimento della vita e della comunità».
Come si vede egli ha parlato dei famosi principi non negoziabili e li ha ripetuti, in forma di preghiera, alla Convention di ambedue i partiti in lizza.
Alla seconda giornata della Convention dei Democratici aveva parlato Sister Simone Campbell, una Sister of Social Service (aderente alle “Nuns on the Bus”) che dirige una lobby cattolica per la giustizia sociale. Dal podio, Sister Simone ha tuonato contro il progetto di budget illustrato alla Convention dei Repubblicani di Tampa da Paul Ryan, candidato alla Vicepresidenza in ticket con Romney.
«Paul Ryan – ha detto Sister Simone – sostiene che il suo piano di budget riflette i principi della fede cattolica. Ma la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha dichiarato che il budget plan di Ryan non passa un test etico di base in quanto danneggia le famiglie che vivono in povertà».
I Vescovi presidenti di due Commissioni della Conferenza episcopale avevano criticano in aprile il piano di bilancio di Ryan.
Sister Simone ha chiamato il budget plan repubblicano, che si intitola “the Path to Prosperity”, un «budget immorale che colpisce le famiglie in difficoltà e che non riflette i valori della nostra nazione. Noi siamo meglio di tutto ciò».
Ella ha detto di concordare con Romney e Ryan, secondo i quali ogni individuo deve essere responsabile, ma ha aggiunto che «noi non siamo solo responsabili di noi stessi o delle nostre famiglie, piuttosto la nostra fede ci dice che dobbiamo essere responsabili l’uno dell’altro».
Verrebbe da chiedere a Sister Simone Campbell: dobbiamo anche essere responsabili dei bambini cui la legge sull’aborto impedisce di nascere oppure no?
Con il che ritorniamo alla preghiera del Cardinale Dolan.
Come si vede siamo alle solite: temi cosiddetti etici da un lato, temi sociali dall’altro. Non si fa un passo avanti. Una cosa però va almeno osservata. La Rivelazione ci dice con chiarezza di non uccidere, non ci dice con altrettanta chiarezza come deve essere un budget plan. Sui principi enunciati nella preghiera del Cardinale Dolan non ci sono margini di perplessità. Sul budget plan di Ryan si può discutere.