Ag. Zenit (Zenit.org) 14 settembre 2016
Ne “Il rosario preghiera del cuore” (Shalom), Don Yoannis Lahzi Gaid, segretario del Pontefice, racconta la storia, la teologia e la spiritualità dell’orazione più diffusa al mondo
Antonio Gasparri
È vero che nella storia ed anche tra qualche cattolico, la devozione a Maria è considerata una forma minore di fede, ma nella realtà l’Ave Maria e il rosario sono le preghiere più recitate al mondo. La devozione a Maria nei vari continenti conta centinaia di milioni di fedeli. I santuari mariani sono le chiese più frequentate dai pellegrini.
Ogni giorno centinaia di milioni di persone pregano, si confessano, si comunicano, recitano il rosario, rivolgendosi a colei che ha dato al mondo Gesù Cristo. Ero a Fatima la scorsa settimana e niente mi ha toccato il cuore più delle centinaia di persone che ogni sera, nel luogo dove sono avvenute le apparizioni, pregava il rosario con tanta passione ed anche con tanta letizia.
Era evidente che ognuno delle persone presenti portava nel cuore almeno un’intenzione a Maria. Una sofferenza, una preoccupazione, una richiesta di conforto e di sostegno per trovare la pace e alimentare la speranza.
Alcuni recitavano il rosario in ginocchio per la lunga piazza, altri piangevano mentre sgranavano il rosario, tutti, anche i più lieti, rivolgevano lo sguardo, le braccia, l’attenzione verso la statua di Maria collocata nel luogo dove avvennero le prime apparizioni nel 1917 e dove è stata costruita la prima piccola cappella.
Ebbene, sarà stata l’atmosfera, il luogo, le emozioni, ma Fatima è veramente un luogo speciale. Il cuore che pure arriva gonfio di dolore, timori, aspirazioni, si rasserena, la letizia e la tenerezza di Maria ti toccano, l’animo si scioglie, le lacrime vengono asciugate, il conforto prende il sopravvento sulle paure, la bellezza di Maria ti rapisce e ti riempie.
La processione che si svolge alla fine della recita del rosario è allegra, luminosa, gioiosa, i bambini si muovono tra le persone giocando, ed il popolo orante invoca Maria piena di grazia.
Un particolare mi ha particolarmente colpito. Tutte le persone avevano un rosario in mano.
Ero a Fatima per assistere al Congresso Mariologico Internazionale. Ho scoperto con gioia che non c’era neanche una persona tra quelle che ho incontrato o salutato che non avesse in tasca un Rosario.
A questo punto posso immaginare che forse, nel mondo ci sono più persone che dispongono di un rosario che di un telefonino.
E se così non è, dovremmo pensare di regalare almeno un rosario insieme ad un Iphone, soprattutto ai figli e nipoti, ai giovani della nuova generazione.
In questo contesto sono stato particolarmente colpito da un bellissimo piccolo libro, una sorta di gioiello per come è stato fatto. Il titolo è Il rosario preghiera del cuore, l’autore è Yoannis Lahzi Gaid, segretario di Papa Francesco, l’editore è Shalom (http://www.editriceshalom.it/).
La prima edizione di questo libro che contiene insieme alla storia, la teologia, la spiritualità del rosario, anche le preghiere mariane di san Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e di Papa Francesco, è stato pubblicato nella sua prima edizione in arabo.
In Egitto dove vive la comunità cristiana dei Copti, questo libro è stato diffuso in quasi 130.000 copie.
Ha scritto di suo pugno papa Francesco nelle prime pagine di questo libro: “Il rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita, è anche la preghiera dei semplici e dei santi… è la preghiera del mio cuore”.
Prima dell’introduzione viene pubblicata una preghiera del Beato Bartolo Longo, che dice:
“O Rosario benedetto di Maria,
catena dolce che ci rannodi a Dio,
vincolo di amore che ci unisci agli angeli,
torre di salvezza negli assalti dell’Inferno,
porto sicuro nel comune naufragio,
noi non ti lasceremo mai più“.
Ha scritto nell’introduzione, don Yoannis Lahzi Gaid: “Nella vita cristiana, la devozione alla Madonna riveste un ruolo particolare nella contemplazione dei misteri della salvezza poiché attraverso di Lei si giunge a Gesù.
San Luigi Grignion de Montfort, nel suo Trattato della Vera Devozione alla Gran Madre asserisce, appunto, che uno dei mezzi più efficaci per l’ottenimento della perseveranza finale è quello di affidarsi a Colei che ha avuto il privilegio di essere «la Madre di Dio» (nn. 40-43). Il Montfort quasi sfidava i suoi lettori stigmatizzando: «Mi si tracci una via nuova per andare a Cristo… Io preferisco la via immacolata di Maria» (n.158), quella via cioè seguita da Gesù stesso per imparare il difficile mestiere di uomo. E spiegava: «In questa amabile creatura (Maria) l’anima troverà solo Dio, senza creature» (Segreto di Maria = SM 20), poiché «non è più Maria che vive: soltanto il Cristo, soltanto Dio vive in lei» (SM 21).
Nella Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, san Giovanni Paolo II affermava: «Il Rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore.
Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore» (n.1). «Ecco tua madre!» (Gv 19, 27). Numerosi segni dimostrano quanto la Vergine santa voglia anche oggi esercitare, proprio attraverso questa preghiera, la premura materna alla quale il Redentore moribondo affidò, nella persona del discepolo prediletto, tutti i figli della Chiesa: «Donna, ecco tuo figlio!» (Gv 19, 26).
Allo stesso modo papa Francesco nella basilica di Santa Maria Maggiore, sabato 4 maggio 2013, evidenziava: «Tutta l’esistenza di Maria è un inno alla vita, un inno di amore alla vita: ha generato Gesù nella carne ed ha accompagnato la nascita della Chiesa sul Calvario e nel Cenacolo. La Salus Populi Romani è la mamma che ci dona la salute nella crescita, ci dona la salute nell’affrontare e superare i problemi, ci dona la salute nel renderci liberi per le scelte definitive; la mamma che ci insegna ad essere fecondi, ad essere aperti alla vita e ad essere sempre fecondi di bene, fecondi di gioia, fecondi di speranza, a non perdere mai la speranza, a donare vita agli altri, vita fisica e spirituale».
Il testo pubblicato da Shalom in Italia è una traduzione della versione araba, pubblicata dalla Casa Editrice Cattolica San Pietro, che in poco tempo è giunta alla settima edizione, in un contesto geografico dove i cristiani sono una minoranza, raggiungendo le 130.000 copie, dato singolare per noi in Italia, ma ancor più significativo per la terra d’Egitto.
Auspico che queste pagine consentano di comprendere, anche attraverso la testimonianza di vita dei santi, l’importanza della preghiera del Rosario come itinerario di vita, e quale pellegrinaggio verso la patria eterna!
Concludo con questa preghiera a Maria, che fu rinvenuta nelle sabbie del deserto d’Egitto, sopra un papiro che probabilmente risale al III secolo d.C.: «Sotto il manto della tua misericordia noi ci rifugiamo, Madre di Dio (Theotokos). Non respingere le nostre richieste, ma nella necessità salvaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.
Per ogni informazione: http://www.editriceshalom.it/