Testo della trasmissione andata in onda il 4 gennaio 2020 su Radio Mater
di Giuseppe Brienza
Introduzione
Tra i santi e i beati che l’anno scorso hanno fatto brillare il cielo spagnolo c’è anche la “professoressa di Dio”, ovvero Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia (1916-1975), insegnante di chimica e numeraria dell’Opus Dei.
Nata a Madrid il 12 dicembre 1916 e morta a Pamplona il 16 luglio 1975, Guadalupe è stata beatificata il 18 maggio del 2019 nella Vistalegre Arena di Madrid, nel corso di una celebrazione presieduta dal Cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco.
La sua memoria liturgica ricorrerà d’ora in poi lo stesso 18 maggio, anniversario della prima comunione.
Guadalupe e… Papa Francesco
Il giorno dopo la sua beatificazione Papa Francesco ha ricordato Guadalupe con queste parole, esortando i fedeli ad ammirarne l’esempio di santificazione nella vita ordinaria e nell’impegno professionale: «A Madrid è stata beatificata Maria Guadalupe Ortiz de Landázuri, fedele laica dell’Opus Dei, che ha servito con gioia i fratelli coniugando insegnamento e annuncio del Vangelo. La sua testimonianza è un esempio per le donne cristiane impegnate nel sociale e nella ricerca scientifica» (Regina Coeli, 19 maggio 2019).
Il tratto umano e spirituale della nuova beata sembra rientrare perfettamente nella «santità della porta accanto» additata dal Santo Padre nella sua terza Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate «sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo» (19 marzo 2018).
La biografia di Guadalupe testimonia in effetti quel «riflesso della presenza di Dio» che, nell’adempimento dei doveri ordinari del cristiano, incarna la «classe media della santità» della quale con espressione altrettanto brillante ci ha parlato il Papa (Gaudete et exsultate, n. 7).
Una santità “semplice”, espressione della «gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina» (Papa Francesco, Lettera apostolica Admirabile signum sul significato e il valore del presepe, Greccio 1° dicembre 2019, n. 6).
1936: Manuel Ortiz de Landázuri, tra sacrificio e perdono
I genitori di Guadalupe si chiamavano Manuel Ortiz de Landázuri García, militare di carriera e professore di topografia all’Accademia di Artiglieria di Madrid ed Eulogia Fernández de Heredia y Gaztañaga, madre di quattro figli fra i quali la nuova beata unica femmina.
La morte drammatica del padre s’iscrive nel dramma collettivo vissuto dagli spagnoli a motivo della persecuzione religiosa degli anni ’30. Tenente colonnello dell’Esercito proprio all’inizio della guerra civile spagnola (1936-39) dovette decidere se avere salva la vita disobbedendo al Codice d’onore militare oppure consegnarsi ad un plotone di esecuzione evitando però di contribuire a stragi e delitti da parte dei rojos.
Anche se uno dei figli, Edoardo Ortiz de Landázuri Fernández de Heredia (1910-1985), tramite conoscenze nel campo anarchico (la Confederación Nacional del Trabajo, nota anche con la sigla CNT) riuscì ad ottenergli l’indulto per la condanna a morte (infondata) per aver partecipato alla sommossa militare della Escuela Central de Tiro de Artillería di Carabanchel (Madrid), lui vi rinunciò a causa della condizione posta, ovvero la collaborazione con il fronte repubblicano.
Non pensò nemmeno per un momento di aderire a questa “scappatoia”, decidendo di rimanere fedele alla disciplina militare ed al fianco dei suoi subordinati nell’ora più difficile. Il motivo del processo e della successiva esecuzione è presto detto.
Il 18 luglio del 1936, giorno in cui ebbe inizio la guerra civile, Manuel Ortiz dovette assumere il comando della caserma della Scuola di tiro dell’Artiglieria nella quale serviva poiché Comandante e vicecomandante non si presentarono a causa del probabile sviluppo degli eventi. In qualità di Ufficiale più alto in grado, si rifiutò quindi di consegnare le armi in dotazione presenti nell’arsenale alle milizie anarco-comuniste che volevano requisirle.
Per questo fu fucilato con altri suoi commilitoni all’alba dell’8 settembre 1936, unicamente per la sua fedeltà ai doveri militari, a prescindere dalla sua personale opinione politica. Guadalupe e i suoi familiari passarono con Manuel l’ultima notte in preghiera affidandosi al Signore.
La figlia, che all’epoca aveva appena vent’anni, gli fu accanto finché possibile e, dopo anni dall’assassinio, seppe perdonare coloro che avevano ordinato l’esecuzione sommaria. Il padre della beata Guadalupe trascorse le ultime ore che precedettero la fucilazione da parte dei rivoluzionari pregando insieme alla famiglia il Santo Rosario
1944: la vocazione al celibato apostolico nell’Opus Dei
A seguito dell’assassinio del padre, Guadalupe, il fratello Eduardo e la madre dovettero trasferirsi a Valladolid, nella Zona Nazionale controllata dai franchisti. In quel frangente drammatico per tutta la famiglia la situazione nel territorio repubblicano si era infatti resa piuttosto pericolosa.
Basti un esempio: subito dopo la fucilazione di Manuel, mentre stavano tornando a casa in un auto della milizia popolare, in un momento in cui era solo a Eduardo uno dei miliziani diede questo avvertimento: «Stai attento, sei il figlio di un fascista» («Tú, ten cuidado, que eres hijo de un fascista»).
Quando poi il 10 settembre 1936 riprese il suo lavoro di medico presso l’Ospedale Nazionale di Madrid, in pochi gli espressero manifestazioni di cordoglio e, come rievocò negli anni successivi, a causa della sofferenza di quei giorni decise di imprimere una svolta alla sua vita politica.
Dalle simpatie per il fronte rivoluzionario, infatti, come scrisse, «rifiutai categoricamente di continuare ad appartenere a qualsiasi partito marxista». Del resto, come aggiunse, la “rottura” fu consensuale: «in seguito ho appreso che mi avevano già scaricato come indesiderabile».
Guadalupe poté tornare con la madre a Madrid solo nel 1939 e, come ricordato dal cardinale Angelo Becciu nell’omelia per la beatificazione, «nel terribile periodo della guerra civile accettò con eroica fortezza, frutto di fede, speranza e carità altrettanto eroiche, la tragica fucilazione del padre, i pericoli del conflitto armato, l’allontanamento da Madrid, la povertà e l’interruzione degli studi».
Restaurato l’ordine nella capitale spagnola, Guadalupe poté iniziare a insegnare nella scuola della “Bienaventurada Virgen María” e nel Liceo francese. Una domenica del 1944, mentre partecipava alla santa Messa, si sentì “toccata” dalla grazia di Dio. Nel tornare a casa, incontrò alla fermata del tram un amico al quale espresse il desiderio di parlare con un sacerdote.
Questi le diede il telefono di don Josemaría Escrivá (1902-1975), allora giovane sacerdote, ma che aveva fondatol’Opus Dei il 28 ottobre 1928 (sarà canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002). Il 25 gennaio del 1944 Guadalupe lo incontrò in quello che costituiva a quel tempo il primo centro femminile dell’Opus Dei, in via Jorge Manrique a Madrid.
Questo appuntamento le permise di scoprire pienamente la chiamata di Gesù Cristo su di lei, attraverso un cammino di santificazione attraverso il lavoro professionale e la vita ordinaria. Dopo aver considerato la questione nella preghiera e dopo aver partecipato ad alcuni giorni di ritiro spirituale, il 19 marzo dello stesso anno Guadalupe decise di dire sì al Signore chiedendo l’ammissione nell’Opera come numeraria, ovvero rendendosi totalmente disponibile ai vari compiti di apostolato e abbracciando il celibato apostolico laicale.
Aveva già lasciato il fidanzato Carlos, suo collega di studi. L’Opus Dei era ancora agli inizi e, tra le attività da svolgere, gli fu chiesto di dirigere l’amministrazione domestica delle residenze per studenti che si stavano aprendo a Madrid e Bilbao.
Guadalupe si dedicò per alcuni anni a questo lavoro, impegnandosi nell’imparare mansioni verso le quali non era particolarmente portata. Ciò nonostante, non abbandonò la passione per la Chimica e appena poteva ne riprendeva lo studio.
Durante l’anno accademico 1947-1948 fu direttrice della residenza universitaria Zurbarán, eccellendo nel saper stringere facilmente amicizia con le universitarie che corrispondevano con fiducia alla pazienza e all’affetto che dimostrava loro.
1950: l’apostolato in Messico
Il 5 marzo 1950, su invito di san Josemaría, si recò in Messico per impiantare attività di promozione umana e cristiana e portarvi quindi il messaggio dell’Opus Dei. Lì s’iscrisse al dottorato di ricerca in Chimica, che aveva iniziato in Spagna e, con le altre giovani professioniste che l’accompagnarono, aprì una residenza per universitarie.
Tra le altre iniziative sociali che avviò con un’amica medico vi fu quella di un presidio mobile sanitario messo a disposizione dei quartieri più poveri di Città del Messico e altrove, che offriva visite a chi necessitava fornendo cure e medicine in modo completamente gratuito.
Guadalupe promosse poi attività di formazione culturale e professionale in favore delle contadine messicane, soprattutto quelle che vivevano in zone montuose e isolate che, spesso, erano prive dell’istruzione più elementare.
Agli anni trascorsi in Messico risalgono per esempio due istituzioni educative quali il “Colegio Montefalco” e la scuola rurale “El Peñón”. Una caratteristica spirituale che emerse in lei in maniera straordinaria nel periodo messicano fu quella di trasformare in preghiera tutto ciò che faceva.
Al riguardo lei stessa amava ripetere che occorre: «camminare con i piedi per terra ma con lo sguardo sempre rivolto al cielo, per vedere meglio quello che succede intorno a noi» (Informatio, Sez. II, Biographia documentata, p. 46).
A motivo della salute che scoprì poi essere problematica, Guadalupe iniziò ad ammalarsi già in Messico e, da parte di San Josemaría, ebbe subito la raccomandazione di non trascurarsi, anteponendo la cura personale agli impegni apostolici.
Gli scrisse ad esempio in quel frangente: «Guadalupe, che Gesù mi ti protegga. Sono contento, perché so che stai bene. Devi lasciarti curare, perché non ci possiamo permettere il lusso di ammalarci: dormi, mangia, riposa, perché così fai piacere a Dio. Per te e per tutte la benedizione più affettuosa» (Lettera, in Epistolario del Fondatore-521117-1, cit. in Andrés Vázquez de Prada, p. 316).
1956-1958: collabora a Roma con San Josemaría Escrivá
Nel 1956 San Josemaría chiese a Guadalupe di trasferirsi a Roma per collaborare in modo diretto con il governo centrale dell’Opus Dei. In quell’anno si manifestarono però i contorni precisi della patologia al cuore che l’avrebbero costretta per tutto il resto della vita ad una continua sofferenza e, nell’immediato, ad un nuovo cambiamento di città.
Il fondatore dell’Opera, venuto a sapere che il decorso della malattia era imprevedibile, nonostante i medici assicurassero non esservi pericolo di morte, dette incarico a due dei sacerdoti che collaboravano nella Capitale a più stretto contatto con lui di tenersi pronti, a qualsiasi ora del giorno e della notte, per assisterla eventualmente con gli ultimi sacramenti.
Ben presto, però, come detto Guadalupe dovette essere condotta a Madrid per essere operata. Nonostante la buona ripresa, la cardiopatia si aggravò e, di conseguenza, non poté più tornare a Roma.
1958-1975: insegnante a Madrid
Rimasta definitivamente in Spagna riprese l’attività accademica iniziando una importante ricerca chimica sui materiali isolanti refrattari e sulle proprietà per tale scopo della cenere del guscio del riso. Questo lavoro vinse il premio Juan de la Cierva e costituì la sua tesi di dottorato che discusse l’8 luglio 1965.
Nello stesso periodo, insegnò per due anni chimica presso l’Istituto Ramiro de Maeztu e poi nei dieci anni successivi, nella scuola professionale femminile Escuela Femenina de Maestría industrial, della quale divenne vicedirettrice. Le sue allieve l’hanno sempre ricordata come una “vera maestra” per la dedizione e l’entusiasmo nell’insegnamento.
Dal 1968, in piena Rivoluzione culturale, Guadalupe partecipò alla progettazione e all’avvio di un tipo di attività totalmente avversata ideologicamente dalla Contestazione e, soprattutto, dal montante pensiero femminista. Parliamo del Centro di Studi e Ricerche in Scienze Domestiche (CEICID), del quale sarà vicedirettrice e professoressa di Chimica Tessile.
Nonostante la malattia al cuore, Guadalupe non si lamentava mai, cercando di non far notare la stanchezza che le causava il camminare, salire le scale e compiere tutte quelle attività della vita quotidiana che comportano sforzi fisici di qualche tipo.
Nel 1975, ad appena 59 anni, i medici decisero che un secondo intervento fosse indifferibile. Il 1° luglio venne quindi operata nella clinica La Concepción di Madrid. Pochi giorni prima, il 26 giugno del 1975, era morto improvvisamente a Roma il fondatore dell’Opus Dei, notizia che ricevette con grande dolore ma, al tempo stesso, con la pace e la gioia di sapere che a san Josemaría erano ormai schiuse le porte del Cielo.
Lei stessa, nel giro di poco, dovette affrontare la morte e, anche in questo delicato passaggio, imitò San Josemaría rendendo l’anima a Dio con la stessa serenità. Sebbene l’esito dell’operazione fosse stato soddisfacente, infatti, durante la convalescenza Guadalupe fu colpita da un’improvvisa insufficienza respiratoria e morì il 16 luglio 1975, festa della Madonna del Carmelo.
2002: il primo miracolo ottenuto
L’8 giugno 2018, ricevendo in udienza il cardinale Angelo Amato, S.D.B., prefetto della Congregazione delle cause dei santi, Papa Francesco ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare, fra gli altri, il decreto riguardante la beatificazione di Guadalupe.
Il primo miracolo attribuito alla sua intercessione è stato infatti riconosciuto dalla Chiesa, vale a dire la guarigione istantanea dello spagnolo Antonio Jesús Sedano Madrid (1926-2014) che, nel 2002, a 76 anni, affetto da un tumore maligno della pelle vicino all’occhio destro, ricorrendo a Guadalupe ha visto la sua malattia scomparire completamente.
L’interessato è morto dodici anni dopo, nel 2014, di malattie cardiache, senza che il cancro alla pelle guarito inspiegabilmente per intercessione della nuova beata sia più ricomparso.
Conclusione
Il 5 ottobre 2018 le spoglie di Guadalupe sono state trasferite da Pamplona all’Oratorio del Caballero de Gracia a Madrid, un tesoro artistico “miracolosamente” salvato a furor di popolo, nel 1910, dall’allora prevista e imminente demolizione. Recandosi in questo luogo di culto molti sono i favori ottenuti grazie alla sua intercessione.
Una delle ultime notizie in merito riguarda ad esempio una coppia di giovani coniugi, G. e R. B. che, dopo molto tempo trascorso nell’attesa di un figlio, hanno deciso di fare una novena a Guadalupe. Arrivato il nono giorno, un 12 dicembre coincidente con la data della festa della Madonna di Guadalupe e del compleanno e dell’onomastico della nuova beata, i due hanno ottenuto dal responso delle analisi del sangue la notizia tanto desiderata: una gravidanza in arrivo…
La figura e la testimonianza di Guadalupe, in definitiva, stanno a comunicare ai cristiani “dissociati” di oggi, «che è possibile armonizzare preghiera e azione, contemplazione e lavoro, secondo uno stile di vita che ci porta a fidarci di Dio e a sentirci espressione della sua volontà da vivere in ogni momento», ha osservato il card. Becciu nella sua omelia.
Nelle sfide e nelle difficoltà quotidiane, ma anche nei momenti più difficili o dolorosi, è possibile recitare una bella preghiera composta dalla postulazione per chiedere a Dio, tramite l’intercessione della beata Guadalupe, la grazia dell’unità di vita ed i favori più vari: «O Dio Padre, concedimi, come alla beata Guadalupe, di compiere con amore il lavoro di ogni giorno e di manifestare la mia fede e la mia gioia alle persone che incontro, perché ti conoscano e ti amino. Degnati di concedere la canonizzazione di Guadalupe e, per la sua intercessione, il favore che ti chiedo:… (si chieda). Amen. (Padre nostro, Ave Maria, Gloria)».
BIBLIOGRAFIA
ARTICOLI
Guadalupe: in tutto, l’amore di Dio, 4 marzo 2006: https://opusdei.org/it-it/article/guadalupe-ortiz-de-landazuri/;
Gori, Nicola: La professoressa di Dio, in L’Osservatore Romano, 18 maggio 2019, p. 6;
Becciu, card. Angelo: Un dono per gli altri, in L’Osservatore Romano, 18 maggio 2019, p. 6;
Ocáriz, mons. Fernando: Confortare e riempire di bene il posto in cui ci troviamo, 19 maggio 2019 [Omelia nella Messa di ringraziamento per la beatificazione di Guadalupe Ortiz de Landázuri]: https://opusdei.org/it/article/confortare-e-riempire-di-bene-il-posto-in-cui-ci-troviamo/;
Papa Francesco, L’amore supera le barriere e crea ponti [parole pronunciate dal Santo Padre dopo la preghiera del Regina Coeli del 19 maggio 2019], in L’Osservatore Romano, 20-21 maggio 2019, p. 8;
Wauck, Fr. John: Guadalupe, amica ed evangelizzatrice,26 agosto 2019: https://opusdei.org/it-it/article/guadalupe-amica-ed-evangelizzatrice/;
Una bella notizia dopo una novena a Guadalupe, 5 gennaio 2019 [breve resoconto di un favore ottenuto da una coppia di sposi in seguito a una novena a Guadalupe Ortiz de Landázuri]: https://opusdei.org/it/article/una-bella-notizia-dopo-una-novena-a-guadalupe/.
E-BOOK
del Rincón María-Escobar María Teresa (a cura di), Guadalupe Ortiz de Landázuri. Lettere a un Santo (pp. 152, 2019):https://odnmedia.s3.amazonaws.com/files/Lettere%20a%20un%20santo%20ORIGINAL20190610-152433.pdf;
Faus, Francisco (a cura di): Guadalupe Ortiz de Landázuri. Novena per gli studenti (pp. 11, 2019): https://odnmedia.s3.amazonaws.com/files/Novena%20per%20gli%20studenti20190620-092652.pdf.
LIBRI
Eguíbar Galarza, Mercedes: Guadalupe Ortiz de Landázuri: trabajo, amistad y buen humor, Palabra, Madrid 2001, pp. 294;
Vázquez de Prada, Andrés: Il Fondatore dell’Opus Dei, Vita di San Josemaría Escrivá, volume III – I cammini divini della terra, Leonardo International, Milano 2004;
Eguíbar Galarza, Mercedes: Guadalupe Ortiz de Landázuri, Palabra, Madrid2007, pp. 77;
Montero, Mercedes: En vanguardia. Guadalupe Ortiz de Landázuri 1916-1975, Rialp, Madrid 2019, pp. 324;
Abad Cadenas, Cristina: La libertà di amare. Guadalupe Ortiz de Landázuri, Edizioni Ares, Milano 2019.
SITI INTERNET
Opus Dei Italia: https://opusdei.org/it/;
Studia et documenta, rivista dell’Istituto Storico San Josemaría Escrivá: https://studiaetdocumenta.org/.
VIDEO
Guadalupe Ortiz de Landázuri. Documentario in italiano: https://youtu.be/4TPdhnmGWBs;
Video dedicato al padre della beata Guadalupe, il Ten. Col. Manuel Ortiz de Landázuri: https://www.youtube.com/watch?v=lpIF4ixwTAA&feature=share&fbclid=IwAR3kQJIHDf_F0Vf_6Umqo5XTNR4xX5kMR27u_thbOPxclHRHfIGLkWztrJA.