La Scienza ai tempi dei Borbone

Il Roma 18 Agosto 2023

Oltre 500 brevetti registrati fino al 1857. Locomotive, telegrafi e il primo Osservatorio vulcanologico del mondo

di Lucia Militano

Basta una lettura della “Cronaca civile e militare delle Due Sicilie sotto la dinastia borbonica dall’anno 1734 in poi” di Monsignor Luigi del Pozzo, (Stamperia reale, Napoli 1857), per dimostrare l’esistenza nel Regno Delle Due Sicilie di un’intensa attività di scienziati, inventori e studiosi di diverse discipline.

La Cronaca fornisce anche preziose notizie di carattere meteorologico, come quella del 7 luglio 1836: “da questo anno incomincia una varietà straordinaria nell’atmosfera, onde la stagione di primavera si confonde con l’inverno”, e di salute pubblica: “Vaccinati [contro il vaiolo] nei domini al di qua del faro dal 1808 al 1857, 5,7 milioni su 10,8 milioni di nati”.

Vengono accuratamente citati gli uomini illustri distintisi nelle scienze, nelle arti, nelle opere pubbliche e gli autori di invenzioni e scoperte nei campi più disparati. Si tratta di più di 500 brevetti, dei quali vale la pena di citare almeno alcuni: l’illuminazione a gas idrogeno, i sistemi di frenatura e sospensioni per carri e carrozze, le macchine per il vuoto, le motrici a vapore e a gas combusti, i forni di raffinazione per rottami di ferro, le macchine idrauliche motrici e pompe, le macchine e impianti per la lavorazione della seta, dei cuoi, delle pelli, le macchine litografiche, i metodi di impermeabilizzazione di tessuti e tubi, i dispositivi di sicurezza per impedire il deragliamento dei treni, i sistemi di trivellazione per pozzi artesiani, le turbine idrauliche, la campana per immersioni subacquee, la cabina di verniciatura per carrozze ferroviarie, la trebbiatrice meccanica, le macchine utensili per la lavorazione dei fucili, la macchina da stampa in quadricromia.

Da evidenziare, nel 1833, il telemetro dell’ottico Raffaele Sacco e le speciali lenti attenuanti, del 1838, e l’elettroscopio di Macedonio Melloni. Giuseppe Gill, studioso della teoria dinamica del calore, inventò una macchina ad aria calda e vapore ed introdusse nuove tecnologie per la fabbricazione dei macchinari. Infine, l’inglese John Pattison, inventore della locomotiva ad aderenza totale sulla linea ferroviaria Cava dei Tirreni-Nocera, mise a punto il sistema di assemblaggio dei cuscinetti portanti delle ruote idrauliche.

Il 17 ottobre 1815 con decreto nacque il Corpo Telegrafico, diretto dal Ministero della Marina ed articolato in quattro Dipartimenti a Napoli, Pizzo Calabro, Barletta e Chieti.

Il 6 febbraio 1838 il Corpo Telegrafico fu dichiarato parte della Real Marina e messo agli ordini del Ministero della Guerra e della Marina. Il comandante del Corpo e del Servizio Telegrafico era in diretto rapporto con il Ministro.

Nel 1846 il professore di fisica Luigi Palmieri studioso dell’elettricità, che nel 1854 diventerà direttore dell’Osservatorio Vesuviano, perfezionò il telegrafo elettromagnetico.

Al momento dell’annessione al Piemonte la rete telegrafica elettrica delle Due Sicilie, aperta ai sudditi, collegava praticamente tutte le località del Regno ed era connessa con gli altri Stati della penisola italiana, tant’è che il primo ministro piemontese Camillo Cavour la utilizzò ampiamente nel 1860 per istruire il marchese Salvatore Villamarina, suo ambasciatore a Napoli.

L’analisi dei messaggi, mostra chiaramente la doppiezza e la falsità dell’agire del diplomatico piemontese.