La sinistra critica i limiti dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente

Tradizione famiglia Proprietà newsletter 29 Marzo 2025

La sinistra critica i nuovi limiti dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA)*

di Edwin Benson

Ogni venditore degno di nota sa che il suo più grande alleato è l’urgenza. Se i clienti hanno bisogno di qualcosa adesso, spesso sono disposti a pagare di più o ad acquistare subito.

In assenza di una necessità impellente, ci sono molte strategie per creare un senso di urgenza, come dire che le scorte sono limitate oppure offrire un prezzo speciale per chi acquista oggi.

In una situazione del genere, è fondamentale controllare il flusso d’informazioni attraverso il volume, l’intimidazione o altri mezzi. Tuttavia, sebbene la tattica dell’urgenza sia utile, deve pur sempre essere usata con parsimonia. Non appena il potenziale acquirente si rende conto che un’azione immediata non è necessaria, svanisce l’efficacia della vendita.

Come sgonfiare l’EPA – l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente

Come il venditore, i burocrati dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) sanno bene che il senso di urgenza è fondamentale per il loro funzionamento. Questo è particolarmente vero nel campo del mitico “cambiamento climatico globale”.

Tuttavia, è possibile che il movimento per il cambiamento climatico stia soffrendo di sovraesposizione. Una delle tante azioni intraprese dal Presidente Trump nelle ore successive al suo insediamento, avvenuto il 20 gennaio 2025, è stata la firma di un Ordine Esecutivo intitolato Liberare l’energia americana . In esso ha ordinato all’amministratore dell’EPA di formulare raccomandazioni per allineare le pratiche dell’Agenzia agli obiettivi dichiarati dall’amministrazione.

L’ex deputato Lee Zeldin ha assunto la carica di amministratore il 29 gennaio. Secondo un articolo apparso sul numero del 26 febbraio di The Washington Post , il signor Zeldin “ha sollecitato privatamente la Casa Bianca a cancellare una scoperta scientifica alla base di gran parte della spinta del governo federale a combattere il cambiamento climatico”. All’interno dell’EPA, il documento che ha sancito la politica che Zeldin vuole revocare è noto come “endangerment finding” (ndt, rilevamento del pericolo).

Per spiegare l’importanza di questo documento è necessaria una premessa, giacché al di fuori dell’Agenzia è praticamente sconosciuto.

C’è un pericolo reale?

Negli anni Settanta il cambiamento climatico globale aveva un nome diverso: “raffreddamento globale”. I catastrofisti gridavano che lo strato di ozono si stava assottigliando a causa delle bombole di aerosol che rilasciavano clorofluorocarburi. Senza una quantità sufficiente di ozono nell’alta atmosfera, gran parte del calore terrestre sarebbe sfuggito nello spazio. Il pianeta stesso si sarebbe raffreddato sempre di più e alla fine l’umanità non sarebbe stata in grado di sopportare il freddo incessante.

 I cosiddetti esperti hanno assicurato al pubblico che, in assenza d’interventi immediati, ciò sarebbe avvenuto entro il 2000. Tuttavia, il problema è stato che il raffreddamento globale non si è verificato. Anzi, molti notarono che gli inverni stavano diventando leggermente meno rigidi. Così, intorno al 1985, gli esperti hanno ribattezzato la minaccia e il movimento ha generato la nuova espressione “riscaldamento globale”.

Questa volta, gli ambientalisti lamentavano che i “gas serra” (GHG), come l’anidride carbonica e il metano, rendevano l’atmosfera superiore troppo densa. Pertanto, la Terra si sarebbe riscaldata costantemente. Tuttavia, il calore di per sé non era sufficiente a scatenare il panico. Dopotutto, ogni inverno milioni di persone del nord si recano a sud in cerca di temperature più calde. Così, gli esperti hanno abbellito la storia sostenendo che un aumento di solo un paio di gradi avrebbe causato lo scioglimento delle calotte glaciali globali. Questo, a sua volta, provocherebbe l’innalzamento degli oceani, facendo diminuire o addirittura scomparire le aree costiere.

Nemmeno quella calamità però si è verificata. Dopo vent’anni di previsioni funeste, l’innalzamento degli oceani non ha inghiottito Manhattan, Miami o New Orleans. Così, con l’arrivo del nuovo millennio, il pericolo climatico ha assunto un altro nome: “cambiamento climatico globale”. Questa volta gli esperti non hanno fornito una descrizione generale. Si limitarono a indicare ogni evento meteorologico estremo come prova che il clima si stava ribellando all’umanità.

Eccessivo potere esecutivo dell’EPA

Tuttavia, dopo quasi quarant’anni di previsioni di disastri, l’EPA cominciò ad assomigliare al “Ragazzo che gridava al lupo” di Esopo. Un numero sempre maggiore di cittadini ha ignorato i suoi dettami.

Così, all’approssimarsi del primo anniversario del suo insediamento, il Presidente Barack Obama ha deciso di mettere un po’ di pepe al movimento. Il 7 dicembre 2009 l’EPA, con l’approvazione del Presidente, ha pubblicato la conclusione che “i gas serra presenti nell’atmosfera mettono in pericolo la salute pubblica e l’ambiente per le generazioni attuali e future”.

Armata di questo “endangerment finding” o rilevamento del pericolo, l’EPA ha goduto del permesso ufficiale di dare alla sua lotta contro il cambiamento climatico il potere della legge. In questo modo, per quindici anni, l’Agenzia ha allegramente regolamentato tutto ciò che riteneva essere un “gas serra”. Una volta che è stato inserito nel Federal Record (ndt., la Gazzetta Ufficiale), le sue opinioni sono state raramente contestate e quasi mai ribaltate.

La sinistra grida il proprio dolore

Dopo le azioni del Presidente Trump, la sinistra si lamenta della perdita di un altro pezzo del potere che detiene sul resto della nazione. L’articolo del Washington Post già citato avvertiva: “Abrogando il rilevamento di pericolo, l’amministrazione Trump compirebbe uno dei passi più importanti per far fallire gli sforzi federali sul clima”.

Il forum di un’organizzazione chiamata American Action avverte che “l’abrogazione dell’endangerment finding creerebbe probabilmente il caos nella politica climatica degli Stati Uniti, in quanto renderebbe molto più facile l’abrogazione delle attuali normative sui gas serra dell’EPA, sottoporrebbe l’EPA a sfide legali e produrrebbe una crescente incertezza politica per le imprese”.

Uno studio legale “orientato al futuro” chiamato Akin prevede mari agitati in caso di revoca delle conclusioni. Qualsiasi decisione contraria alle conclusioni sarebbe immediatamente impugnata in tribunale”. Nel corso degli anni, le conclusioni sono state sostenute da varie sfide legali, con la Corte Suprema che ha rifiutato di ascoltare le sfide in merito fino all’11 dicembre 2023″.

La National Wildlife Federation (NWF) è un solido sostenitore dei risultati. L’associazione avverte che “la raccomandazione riferita di rovesciare una normativa del 2009 che stabilisce che i gas a effetto serra mettono in pericolo la salute e il benessere umano, se realizzata, danneggerà le comunità, la salute pubblica e la fauna selvatica in tutto il Paese”. Più specificamente, il NWF avverte che “i gas serra danneggiano direttamente la salute pubblica e l’ambiente alimentando una serie di impatti associati al cambiamento climatico, come l’aumento della formazione di ozono che induce l’asma, l’insorgenza di malattie, la morbilità e la mortalità legate al caldo, gli eventi meteorologici estremi e altro ancora”.

Secondo il Consiglio per la Difesa delle Risorse Naturali  (NRDC), le azioni del Presidente Trump potrebbero causare problemi politici futuri. Basandosi su un sondaggio decennale della Quinnipiac University e sul Programma sulla Comunicazione Climatica dell’Università di Yale, si prevede un disastro se il Presidente dovesse continuare su questa strada.

“I sondaggi hanno ripetutamente dimostrato che la maggior parte degli americani pensa che il cambiamento climatico sia in atto e lo considera un problema serio. La maggioranza degli americani pensa che gli Stati Uniti debbano ridurre le proprie emissioni di gas serra e che il nostro governo debba fare di più per affrontare il cambiamento climatico. Recenti sondaggi mostrano che la maggioranza degli elettori di Trump sono favorevoli a tassare e/o regolamentare l’inquinamento climatico, a mantenere o rafforzare le attuali politiche sul cambiamento climatico o a richiedere alle aziende statunitensi di ridurre l’inquinamento da carbonio”.

Nascondere la verità

Un aspetto spiacevole dell’intero processo è che gli americani senza una formazione scientifica non sanno a chi credere. Durante i decenni della loro ascesa, le organizzazioni di attivisti ambientali hanno controllato strettamente il dibattito. Le voci contrarie, anche quelle provenienti da altri scienziati, sono state messe a tacere dalla grande stampa inclinata a sinistra. I pochi che riuscivano a farsi ascoltare venivano sommariamente e pubblicamente bollati come pazzi o ciarlatani. Il prezzo per far carriera scientifica era l’acquiescenza.

Ciò nonostante, man mano che il movimento per il cambiamento climatico accumulava volumi e volumi di ricerche che avvaloravano i suoi punti principali, perdeva gradualmente credibilità.

Tuttavia, nessuno può mantenere una finta facciata all’infinito. Prima o poi l’esperienza trionferà sulla teoria. Ma è vero anche che, senza l’energico dibattito necessario per un vero progresso scientifico, nessuno potrà distinguere tra verità e falsità finché la realtà non impartirà la sua dura lezione.

*EPA = Environmental Protection Agency

Fonte: Tfp.org, 18 marzo 2025. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.