Francia: critiche dell’arcivescovo di Parigi ai nuovi programmi di educazione sessuale nelle scuole
La “teoria del genere”, nata negli Stati Uniti trent’anni fa, afferma che nel mondo moderno la differenza tra uomo e donna è più un fatto sociale che biologico, e che l’orientamento sessuale conterebbe quindi più del sesso biologico. Questa teoria, ha affermato il porporato in un’intervista a “Radio Notre-Dame” riportata dall’Osservatore Romano, “è un modo di affrontare l’esperienza umana della sessualità in maniera interamente sistematica, con la pretesa che l’orientamento sessuale sia una costruzione puramente culturale”.
“Nessuna predisposizione fisiologica o psicologica “ ha continuato il cardinale Vingt-Trois “ma solo la scelta personale di un orientamento sessuale”, che libera l’individuo da qualsiasi quadro normativo datogli dalla natura e dalla società. L’arcivescovo di Parigi ha poi ricordato come le rappresentazioni simboliche sessuali giochino un ruolo fondamentale nella costruzione della personalità e che introdurre dunque una simile teoria nei programmi scolastici significherebbe proporre “una sessualità che si riduce a una relazione sessuale, senza considerare come questa relazione sia articolata con la costruzione di una persona”.
Non mancano inoltre critiche all’impostazione generale dell’educazione sessuale nelle scuole francesi, “centrata esclusivamente sulle malattie sessualmente trasmissibili, per dare consigli su come evitarle, e sull’interruzione di gravidanza, che rappresenta il passe-partout”.
Per l’arcivescovo di Parigi, uno degli aspetti più tristi di questa visione è che “quando gli educatori non riescono a predisporre una vera introduzione alla vita affettiva, sono ridotti a farne un tema di scienze naturali”.
L’energia affettiva dei giovani, conclude il porporato, non è semplicemente un fenomeno ormonale ma qualcosa che è costitutivo della loro persona e che deve farli crescere, sempre “all’interno di una relazione umana”. (M.R.)