Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân 22 Gennaio 2024
di Paolo Piro
Nel 1937, quando Ayn Rand scrisse Anthem, tutti coloro che si rifacevano a teorie politiche egualitariste e collettiviste insorsero. Ritenevano ingiusto il quadro sociopolitico tracciato dalla Rand nel suo romanzo distopico. Ritenevano che i collettivisti, socialisti e comunisti, mai avrebbero potuto creare un mondo totalitario in cui la produzione fosse per l’uso e non per il profitto, dove ventilare dubbi su un pensiero dominate e collettivo, fosse un crimine, dove uomo e animale fossero equiparati, dove lo stato decidesse tutto lui, compreso il lavoro che devi fare, la vocazione che devi avere, il luogo dove abitare e la ristrutturazione di casa che devi fare. Il “futuro” ha dato ragione alla scrittrice russa.
Novant’anni dopo, il mondo di Anthem è il nostro. Esistono comitati statali ed ecclesiastici per l’eugenetica, per il fine vita, per l’aborto, per concetti astratti come la parità di genere, che decidono a cosa devi adeguarti. Tramite l’associazionismo parastatale, Onlus, Ong et similia, vige “Il potere dei più buoni”, direbbe Giorgio Gaber, che si impone in modo autoritario ed egualitario. Stesso pensiero per tutti, stessi desideri, stesse indignazioni, stessi “minuti di odio” collettivo come in 1984 di George Orwell. Rand intuì dove andava il mondo e la violenza dell’egualitarismo.
Chi non vede ciò non è cieco né innocente “sono persone che cercano protezione dalla necessità di prendere posizione si rifiutano di ammettere con se stesse la natura di ciò che stanno accettando. … si nascondono dietro la vuota asserzione di amare la libertà senza alcun significato concreto connesso alla parola; persone che credono che il contenuto delle idee non abbia bisogno di essere esaminato, che i principi non abbiano bisogno di essere definiti… Esse pretendono, quando si ritrovano in un mondo di rovine insanguinate e di campi di concentramento, di sfuggire alla responsabilità morale gemendo – ma io non intendevo questo” afferma la Rand raccontando un mondo egualitarista e collettivista. L’autrice ha un punto di vista liberale, ma la sua riflessione ha tutta la freschezza di una profezia che parla per conto della oggettività e della conseguenzialità. Certe premesse non possono che sfociare inevitabilmente nella deriva che viviamo.
[Ayn Rand, Antifona – Anthem, (1937), Liberilibri, Macerata 2023]
PS Allo stesso argomento è dedicato il numero 4 / 2023 del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” – VEDI QUI
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