Abstract: l’abiura della giornalista lesbica e progressista Nellie Bowles, che era tutta dalla “parte giusta della storia”: lesbica, elettrice di Hillary Clinton, gestiva l’“alleanza gay-etero” al liceo, leggeva The Nation e poi il suo sogno che si avvera, assunta dal New York Times, il conclave degli eufemismi ufficiali. Ora in Morning After the Revolution, Bowles si tuffa nel suo risveglio personale e professionale denunciando come gli ex compagni vogliono rifare l’Occidente a propria immagine e somiglianza, solo che sarà un terribile gulag di falsità e idiozie.
Newsletter di Giulio Meotti 27 Maggio 2024
“Ho rotto con la sinistra quando mi hanno detto che i maschi sono femmine,
l’uomo bianco è cattivo e Hamas è buono
È il libro dell’anno. L’abiura della giornalista del più famoso quotidiano progressista, che rivela come gli ex compagni vogliono rifare l’Occidente a propria immagine e somiglianza (orrende)
di Giulio Meotti
Ricordate i giorni inebrianti del 2020?
I progressisti formati nelle università più ricche del paese ebbero improvvisamente la possibilità di rifare l’America a loro immagine, come avevano sempre sognato di fare. La nuova bibbia era breve e banale, ma accattivante: “le vite dei neri contano”, “le donne trans sono donne”, “abolizione della polizia adesso”. E poi “dì i tuoi pronomi”, come una volta dicevi le tue preghiere.
Il risultato è stato un fallimento così evidente e schiacciante che non si dovrebbe più parlarne. Basta vederli oggi battere i piedi e le mani per Hamas. È difficile trascurare la bancarotta morale del progressismo. A meno che, ovviamente, tu non scriva per il New York Times o La Repubblica, nel qual caso la strategia è fingere che l’estremismo di sinistra degli ultimi anni o non sia esistito o non abbia importanza.
Ora una ex giornalista del New York Times scrive la verità, tutta la verità.
Morning After the Revolution: Dispatches from the Wrong Side of History di Nellie Bowles è un grande tour attraverso la follia che continua ancora oggi a imperversare, nonostante la maggior parte degli occidentali scuota la testa, perplessa.
Se avessimo un’editoria seria, il libro sarebbe già in traduzione. Del libro stanno parlando tutti i giornali americani e inglesi. Ovviamente nessuno sulla stampa italiana.
Nellie Bowles era tutta dalla “parte giusta della storia”: lesbica, elettrice di Hillary Clinton, gestiva l’“alleanza gay-etero” al liceo, leggeva The Nation e poi il suo sogno che si avvera, assunta dal New York Times, il conclave degli eufemismi ufficiali. Ora in Morning After the Revolution, Bowles si tuffa nel suo risveglio personale e professionale.
Tutto è nato nel maggio 2021, quando Bowles ha partecipato a un corso di quattro giorni per donne bianche che cercano di espiare il loro peccato originale: avere poca melanina. Le donne piangevano. Una con un bambino “birazziale” era preoccupata che “la bianchezza potesse danneggiare suo figlio”.
Michael Jackson voleva diventare bianco. I progressisti vogliono diventare neri.
Al Times, Bowles venne perseguitata da un “redattore anti-disinformazione”, che era lì per ricordare agli scrittori che l’ipotesi della fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan era una “teoria del complotto” e che comunque i conservatori erano persone molto cattive.
Il vero pericolo era Trump, le venne detto, e qualsiasi cosa discutibile fatta dalla sinistra doveva essere passata sotto silenzio, per timore che il nemico ottenesse qualche aiuto. Quando Bowles ha detto che voleva andare a Seattle per dare un’occhiata al nuovo collettivo anarchico che aveva abolito la polizia, le venne chiesto: “Perché ti importa? No, sul serio, perché ti importa?”.
A Seattle c’è anche una statua di Lenin (nella foto in alto). Le hanno tolte in Unione Sovietica, le erigiamo in Occidente.
“L’intellighenzia liberal divenne selvaggia, selvaggia di rabbia e ottimismo e di nuove idee provenienti dal mondo accademico che iniziarono a rimodellare ogni parte della società”, scrive Bowles. “L’ideologia che è arrivata urlando avrebbe continuato a rimodellare la società in alcuni modi interessanti, in altri spaventosi, ma soprattutto in modi che sono – odio dirlo – divertenti”.
Bowles racconta come “i colleghi giornalisti delle principali testate giornalistiche mi hanno detto che le strade e gli uccelli sono razzisti. Votare è razzista. L’esercizio fisico è razzista. Preoccuparsi della plastica nell’acqua è transfobico”.
Bowles descrive il discorso di Michaela Kennedy-Cuomo, la figlia di Andrew Cuomo, il governatore di New York, quando si è dichiarata “demisessuale”, nel senso che vuole fare sesso “solo con persone a cui è emotivamente legata”, uomini o donne che siano. Bowles cita poi un professore che sostiene che “lo stupro non esisteva tra le nazioni native” prima dell’arrivo dei bianchi.
Bowles critica l’abitudine di rietichettare le donne come “non uomini”. È contraria a dire che il sesso viene “assegnato alla nascita”, come se fosse il prodotto di vaghe congetture.
Il movimento stava attraversando un fenomeno di radicalizzazione interna man mano che il fuoco si estendeva a nuovi oggetti. “La transizione da Black Lives Matter a Trans Lives Matter è stata fluida e senza intoppi. Non è stata prestata quasi alcuna attenzione. Mentre il BLM perdeva slancio e #AbolishthePolice perdeva il suo prestigio in mezzo al crescente numero di omicidi, non c’è stata pausa. Il movimento ha semplicemente fatto perno: la conversazione pubblica è passata dal razzismo alla transfobia”.
Ma questo “impilamento progressivo” dà origine a goffe controversie: un gay latinoamericano (scusate, dobbiamo dire Latinx!) può essere autorizzato a parlare davanti a una donna trans bianca?
Bowles racconta di colleghe al New York Times come Nikole Hannah-Jones, che ha affermato che Cuba è il paese “più equo” dell’emisfero. “Il paese più equo e multirazziale del nostro emisfero è Cuba”, ha detto Hannah-Jones. “Cuba ha la minima disuguaglianza tra bianchi e neri di qualsiasi altro posto e questo è in gran parte dovuto al socialismo”. Poi di come il New York Times ha istituzionalizzato 1984 di Orwell, stabilendo che la parola “black” vuole la maiuscola, mentre per i bianchi rimarrà il minuscolo. E di come il giornale si domandi se non dobbiamo “cancellare Aristotele”, visto che era a favore della schiavitù.
Bowles scrive che il movimento antirazzista è diventato “una cosa interiorizzata che potresti fare nel tuo salotto”. Mancano di ogni senso del ridicolo. “Tutto va preso sul serio. Greta Thunberg deve essere presa sul serio… E la rivoluzione degli ultimi quattro anni non ama nemmeno l’osservazione. Non vuole nemmeno essere visto.
Così i manifestanti dei campus quest’anno indossano maschere”. All’inizio, Bowles ne era sedotta. “Sono arrivati con una politica costruita sull’idea che le persone sono profondamente buone, snaturate solo dal capitalismo, dal colonialismo, dalla bianchezza e dall’eteronormatività. Era una filosofia inebriante e bellissima”.
Il problema è la realtà, che regolarmente non è all’altezza della fede dei Nuovi Progressisti. Come l’incidente della Wi Spa a Los Angeles. Quando le donne si lamentarono di un uomo nudo in un’area riservata alle donne, i media liberal liquidarono il fatto come “isteria transfobica”: il Guardian l’ha definita “disinformazione”. Attivisti trans hanno protestato
fuori dalla spa. Ma il pene era reale e apparteneva al condannato per reati sessuali Darren Merager.Bowles ha rotto con la sua tribù quando ha iniziato a fare domande. “Sono rimasta scioccata dai test di purezza. Scioccata da quanto dottrinaria tutti si aspettassero che fossi. Le persone che pensavo fossero mie amiche, persone apparentemente normali, improvvisamente pubblicavano cose molto crudeli su di me online. E quello era stato tutto il mio mondo – non ne avevo un altro”.
Fare domande è vietato ai tempi della follia. O sei per il buffet ideologico – ogni singolo piatto – oppure sei contrario e devi mangiare nel pessimo ristorante dove si ritrova tutta la gente cattiva, un posto altrimenti noto come “il lato sbagliato della storia”.
Su una cosa però Bowles vuole essere chiara: “La rivoluzione ha vinto. Perché ciò che hanno fatto è stato intessuto nelle principali istituzioni”
Ma col tempo, i progressisti sarebbero passati dal diritto di uccidersi in pubblico al diritto di uccidere altre persone, a patto che fossero le persone sbagliate, cioè gli oppressori bianchi e gli ebrei: l’ultima fermata del treno pazzo progressista è il sostegno entusiasta ai tagliagole. Morning After the Revolution si conclude con una delle manifestazioni filo-islamiche che ora sembrano essere il fulcro del nuovo movimento progressista americano: “Quando stavo finendo questi capitoli, nuove forze stavano emergendo, sferragliando. E i soldati di Hamas divennero gli eroi della sinistra. Non potevo non vedere l’assurdità”.
Ma se questa è la mattina dopo la rivoluzione, forse è il momento di chiedersi cosa accadrà dopo, quando sarà passata la sbornia. Il risveglio occidentale potrebbe essere durissimo. Perché secondo Bowles, la nuova rivoluzione è finita perché ha già vinto.
Vae victis!
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