Intervista a Harry Wu, Direttore della Laogai Research Foundation
ROMA _ All’inizio del terzo millennio esistono ancora campi di concentramento come i gulag sovietici e i lager nazisti. Si trovano in Cina e si chiamano laogai. Dal 1992 un’organizzazione senza fini di lucro, la Laogai Research Foundation (LRF), sta documentando i crimini e le violazioni dei diritti umani commessi in questi campi di lavoro cinesi. Direttore della Laogai Research Foundation è Harry Wu, che ha passato 19 anni nei laogai con l’accusa di aver criticato l’invasione dell’Ungheria da parte dei Sovietici.
Tutti i suoi parenti e amici sono stati costretti a denunciarlo come “controrivoluzionario”. Sua madre si è rifiutata ed è morta suicida. Secondo la LRF, il laogai è un sistema di campi di concentramento voluto da Mao Zedong con l’obiettivo di utilizzare i prigionieri come schiavi.
Si calcola che dalla loro costituzione questi campi abbiano accolto non meno di cinquanta milioni di persone, e che non esista un Cinese che non conosca almeno una persona che vi è stata internata.Si finisce nei laogai senza processo, ed è possibile uscirne da morti o una volta diventati “nuovi socialisti”.
Si lavora per 18 ore al giorno e se non si raggiunge la quota di produzione non si riceve da mangiare. La LFR, che ha ampliato il suo mandato nella denuncia di esecuzioni pubbliche per espiantare gli organi dai prigionieri giustiziati, persecuzioni per motivi religiosi e applicazione coatta della politica riproduttiva in Cina (la “legge sul figlio unico”), ha raccolto un’ ampia e solida documentazione per dimostrare che nei laogai viene commessa la maggior parte delle gravi violazioni dei diritti umani della Cina.
Il 28 ottobre, Harry Wu parteciperà a Milano ad un convegno dal titolo “Ziyou” (“Libertà”, in cinese), organizzato dai Comitati per la Libertà. Nell’occasione ha presentato l’edizione italiana del suo libro “Laogai. I gulag di Mao Zedong”. Per approfondire un tema così scottante, ZENIT lo ha intervistato.
Quali sono stati i reati per cui è stato condannato a 19 anni di laogai
Harry Wu: Studiavo geologia all’Università di Shanghai. Volevo approfondire la mia formazione e non partecipare alle attività di indottrinamento della Giovane Lega Comunista. Mi permisi di criticare, parlando con amici studenti, l’invasione dell’Ungheria da parte dall’URSS. Essendo anche cattolico e di origine alto-borghese, fui considerato un “controrivoluzionario di destra”. Questo fu il crimine ufficiale per cui sono stato condannato a 19 anni di laogai.
Come ha fatto a resistere senza cedere alla disperazione?
Harry Wu: Nel mio libro “Bitter Winds” (“Tempi amari”) ho spiegato come ho passato la vita nei laogai. Nel testo ho raccontato come grazie alla mia testardaggine, alla forza interiore e alla preghiera non ho ceduto alla disperazione. Ho visto tanti amici suicidarsi, morire di fame oppure assassinati. Ho subito la tortura e l’isolamento forzato, in molte occasioni mi hanno privato anche del cibo. E tutto questo per un reato di opinione, perché ho giudicato ingiusta l’invasione sovietica dell’Ungheria.
Essere cattolico l’ha aiutata o ha reso più dura la persecuzione?7
Harry Wu: Certamente più dura. Essere credente era ed è un crimine in Cina, eccetto se si partecipa alla Chiesa Patriottica ufficiale controllata dal Partito.
Perché ha scritto il libro “Laogai. I gulag di Mao Zedong”? Quali obiettivi intende raggiungere?
Harry Wu: Il libro “Laogai. I gulag di Mao Zedong” è una traduzione del mio primo libro uscito nel 1992 in America “Laogai – The Chinese Gulag“, che ha portato all’attenzione del mondo questa tragica realtà. Un orrore che esiste tuttora. Lo scopo è quello di fare sapere al mondo cosa succedeva e cosa succede oggi nei laogai. Sono solito ripetere “Il giorno che la parola laogai apparirà sui vocabolari del mondo vicino ai lager e ai gulag, io potrò morire in pace”. Qualche risultato sono riuscito a raggiungerlo. L’Oxford Dictionary e il Duden Woerterbuch hanno aggiunto la parola laogai. Sto cercando di fare lo stesso per i dizionari italiani.
Qual è la situazione dei diritti umani oggi in Cina, e quali sono le condizioni e i rischi che corrono i cattolici? Harry Wu: Semplicemente tragica. Nei laogai soffrono un numero imprecisato di milioni di uomini, donne e bambini costretti a lavorare in condizioni disumane, con l’unico scopo di recare profitto al Governo cinese e alle numerose multinazionali. E non solo. 7
Avvengono esecuzioni di massa con relativa vendita di organi umani. E’ diffuso lo sfruttamento dei bambini sottoposti ai lavori forzati. Le varie Chiese e comunità di credenti subiscono minacce e rappresaglie. Aborti e sterilizzazioni forzate sono largamente praticati. Vi è un diffuso abuso della psichiatria come strumento di oppressione politica. Si tratta di gravi violazioni dei diritti umani che sono le realtà della Cina odierna! Realtà ignorate dai mass media del mondo libero, che non vogliono disturbare i commerci internazionali.