Il mondo conosce il cardinale Ratzinger, e sa che egli, quando è in gioco un principio, non teme di sfidare le conseguenze del suo pensiero. Il Papa parla in nome di una esperienza più che millenaria che la Chiesa ha dell’Islam: e conosce le Chiese distrutte, le terre cristiane islamizzate a forza, le violenze, le razzie, la pirateria, la schiavitù, la guerra dell’Islam contro la Cristianità
Gianni Baget Bozzo
Il mondo conosce il cardinale Ratzinger, e sa che egli, quando è in gioco un principio, non teme di sfidare le conseguenze del suo pensiero. Il Papa parla in nome di una esperienza più che millenaria che la Chiesa ha dell’Islam: e conosce le Chiese distrutte, le terre cristiane islamizzate a forza, le violenze, le razzie, la pirateria, la schiavitù, la guerra dell’Islam contro la Cristianità.
Prima che l’Occidente fosse, cioè prima del secolo XVIII, la Cristianità, e specie quella italiana, fu il baluardo dell’Europa contro la conquista islamica. Lo furono la Russia e la Polonia in Oriente, lo furono le nazioni europee in Occidente. Se quel baluardo fosse stato abbattuto e l’ondata islamica fosse giunta a Parigi o a Londra, l’Occidente non sarebbe mai nato.
E se Colombo, per vincere il blocco turco della via delle spezie, non avesse scoperto l’inattesa America, l’Occidente non sarebbe divenuto una civiltà mondiale. Il Papa di Roma porta questa memoria. Solo la breve esperienza coloniale ha sospeso per qualche decennio la spinta islamica contro il mondo cristiano. Essa è immediatamente ripresa contro l’Occidente in cui si era sciolta la Cristianità.
Ma ha preso la forma di lotta contro i cristiani dei Paesi musulmani, dal genocidio armeno sino alla guerra sudanese. Il Papa quindi sa che il Cristianesimo è stato espulso da tutta l’area in cui l’Islam conta; e sa che nel Novecento è avvenuta la emigrazione dei cristiani dai Paesi musulmani, fuggiti verso le Americhe. Sa che la lotta alla Cristianità è coesistenziale all’Islam.
Finché vive il popolo di Gesù, il popolo del «sigillo della profezia», Maometto non sarà sicuro. Finché esiste Gesù, finché esiste Mosè non apparirà realizzato il principio che Maometto è l’ultimo profeta, e abolisce e falsifica tutte le altre profezie. La loro esistenza è «cattiva esistenza» che deve essere cancellata.
Nel Corano vi è un segno manicheo e gnostico, che fa dell’infedele, e specie dell’infedele ebreo e cristiano, la figura del male che deve essere cancellata.
Il Papa ha parlato con le parole dell’Imperatore bizantino, esprimendo il sentimento unito della Chiesa cattolica come della Chiesa ortodossa, dell’Occidente come dell’Oriente. Certamente la diplomazia della Santa Sede ricucirà i cocci rotti con gli Stati arabi musulmani, ma d’ora innanzi le parole del Papa si scrivono nella storia del sentimento cristiano e di quello occidentale.
Per la Chiesa, la distinzione tra Islam moderato e Islam fondamentalista è una distinzione reale che si fonda sull’eredità coloniale degli Stati musulmani. Ma gli Stati dei Paesi musulmani sono una influenza dell’Occidente, non sono, come si dice, un Islam moderato. Le autorità politiche non hanno alcuna autorità coranica. Non è un caso che gli Stati abbiano reagito alle parole del Papa in sede diplomatica e lo abbiano fatto in nome dell’Islam totale che, per natura sua, si pone come verità assoluta.
Il Corano è Dio in lettere, non è lo spirito che salva, è l’intangibilità della lettera che comanda. Non c’è interpretazione, non c’è ragione.
Il Papa ha voluto dire questo: che dalla Cristianità poteva nascere l’Occidente, ma che dall’Islam non ci può essere che la distruzione dell’Occidente. Forse le due torri vanno staccate dalla figura del presidente Bush e viste in un sentimento profondo che esse hanno avuto per l’identità islamica: la vittoria dell’Islam sull’Occidente.
L’Occidente lascia il Papa solo, tanto più che Benedetto ha criticato anche l’Occidente nel medesimo discorso di Ratisbona. Ha detto che, se l’Occidente recide la sua memoria cristiana e perde le radici della fede, esso sarà travolto dalla dimenticanza di sé stesso. Benedetto XVI ha compiuto un atto papale, ha giudicato la storia.
Ci saranno dei martiri cristiani in conseguenza di queste parole? Il martirologio è già cominciato in Somalia dopo le parole papali: ma quanti missionari hanno già ceduto la loro vita alla violenza islamica? Con il discorso di Ratisbona il Papa si erge a paladino dell’unità tra Cristianità e Occidente come unica civiltà e afferma che, senza il Dio cristiano, l’Occidente perderebbe il suo significato.
È il dramma della scienza e della tecnica, che analizzano i fenomeni e li trasformano in numeri, ma perdono la domanda fondamentale della ragione: perché l’essere e non il nulla?