La verità del 27 aprile 2018
Dove la famiglia si annienta, il potere dello Stato, il nuovo Dio, è assoluto. Riportiamo in vita il padre prima che sia tardi
di Silvana De Mari
I miei articoli dove spiegavo l’assoluta differenza e complementarità tra maschi e femmine sono rimbalzati sul web, raccogliendo numerosi commenti. Rispondo a uno dei più buffi: “Le leonesse che sono femmine, sono vere combattenti“.
Le leonesse non sono combattenti: le leonesse sono semplicemente carnivore. Una leonessa, in quanto femmina, ha la competitività e l’aggressività molto basse. Se voi vi trovate davanti a una leonessa, la leonessa, vi sbrana ma voi, come il vostro cagnolino che le ha fatto da aperitivo, come la gazzella tanto carina, come lo gnu neonato, non siete qualcuno con cui compete: voi siete pappa. Una dolcissima leonessa vi sbrana senza per questo essere aggressiva, esattamente come la mia dolcissima nonna andava a tirare il collo a una gallina tutte le volte che uno dei suoi figli aveva il raffreddore (o qualsiasi altra patologia nota) e bisognava fare il brodo di pollo per curarlo (il brodo di pollo curava tutto).
La dolcissima leonessa non sbrana la gazzella, lo gnu, il cagnetto con aggressività, esattamente come la foca non ci mette aggressività a mangiarsi le aringhe, la balena a mangiarsi il krill e la vacca a mangiarsi l’erba (siete poi sicuri che gli steli non soffrano?).
L’aggressività, che è potente solo dove c’è testosterone, è quella tra due tizi della stessa specie non tra un rappresentante di una specie e la sua pappa. La pappa sta nella casella pappa; la competizione con individui della stessa specie sta nella casella aggressività e principalmente testosterone. Sono due caselle diverse. La leonessa non è meno brava del leone a cacciare ma non è capace di difendere il territorio dove cacciare. Un carnivoro è un carnivoro; quello che mangia e la capacità di procurarselo non hanno nulla a che fare con l’aggressività che è intraspecifica (all’interno della stessa specie) e la competitività (anch’essa intraspecifica).
La leonessa può muoversi, cacciare e allevare i suoi cuccioli solo all’interno di un territorio, un territorio segnato e difeso da un maschio. I maschi difendono il territorio, come sanno i proprietari di cani maschi e i postini. Difendono il territorio il gallo e il toro, e smettono di farlo se si amputano loro le gonadi: bue e cappone non difendono il territorio. Mi sto ripetendo perché, secondo me, questo concetto non è chiaro nella mente di molti.
La leonessa Marisa ha avuto il cucciolo dal leone Marco. Può cacciare con serenità nel territorio segnato e protetto da Marco. Quando arriva il branco di iene, Marco le allontana; quando arriva il bufalo, ci pensa Marco, non Marisa. Quando arriva un altro leone –Pippo- Marco deve cacciarlo. Se Pippo fosse più forte e uccidesse Marco, dopo di lui, ucciderebbe i suoi cuccioli, li ucciderebbe davanti a Marisa che non ha la potenza di fermarlo, così che, senza cuccioli, lui possa montarla ed avere dei cuccioli suoi. Lo stesso avviene tra i leoni marini, le foche e un mucchio di altri. Se non c’è il padre a proteggerli, altri maschi uccidono i cuccioli per avere i loro discendenti con quella femmina.
Esattamente quello che succede alla fine della guerra di Troia: il figlio di Ettore è ucciso e sua madre diventa schiava. Dove non c’è più il loro padre a proteggerli, per i cuccioli aumenta il rischio di essere uccisi.
Ora immaginiamo che Marisa sia un’ottima cacciatrice e dica: “io sono mia, io non ho bisogno di nessuno, io sono stufa, il territorio dello difende da sola” e mandi via Marco: ebbene, i suoi figli non avranno più difesa.
Quando non c’è più un uomo, quando il padre è morto o se n’è andato o è stato mandato via, in una di queste disastrose evenienze, aumenta il livello di ansia dei figli; a volte, cominciano gli attacchi di panico. Noi femmine il territorio non lo sappiamo difendere, non lo sappiamo difendere perché non è compito nostro e quando il padre non c’è più, i figli stanno svegli di notte, perché gli orchi esistono. Non è vero che non esistono, non è vero che si fermano a parole.
I popoli dove il maschile ha travolto il femminile e lo ha zittito, vivono in un eccesso di aggressività. I popoli dove il femminile prevale sul maschile, non hanno più la capacità di difendere il territorio e credono che la libertà e la vita siano possibili senza combattere. Perché se un uomo ha tutta la sua potenza, se la sua donna non gliel’ha tolta con il disprezzo ma anzi l’ha aumentata stando dalla sua parte, sempre, facendo il tifo per lui, quell’uomo è in grado di difendere il figlio.
Un uomo è in grado di dare un pugno sul tavolo e dire no al figlio che vuole farsi spinelli e che vuole andare al rave party. Dove non c’è un uomo, un padre, è più facile a un sedicenne con gli attacchi di idiozia -che a 16 anni sono la norma- dire la fesseria del secolo, tipo “smetto di andare a scuola, che sono stufo“, “smetto di lavarmi“, “smetto di uscire dalla mia stanza“. Stiamo parlando di statistica: il 90% delle donne è più accogliente del 90% degli uomini. Il 90% degli uomini ha più coraggio, senso dell’autorità del 90% delle donne; voi siete un’eccezione? Fate parte del 10%. Una minoranza.
Dove c’è un uomo e tutta la sua potenza, il compagno della madre dell’amichetta non entra nella casa dove c’è la bambina di sei anni e lei non volerà dalla finestra. I pedofili hanno la capacità incredibile di localizzare il bambino che non ha un padre che lo difenda con tutta la sua ferocia. In effetti, i grandi paladini della pedofilia hanno avuto come primo scopo l’abbattimento dell’autorità paterna, perché prima bisogna levare di torno Marco.
Chi sono i grandi paladini della pedofilia? Quelli che hanno scritto a suo favore? Simone de Beauvoir e, ovviamente, Jean Paul Sartre, Daniel Cohn-Bendit, detto Daniel il rosso perché il ‘68 lo ha cominciato lui. Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Cohn-Bendit, Jacques Lang, futuro ministro francese firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali con i minori (gli articoli erano su Liberation). …
In realtà, molta parte della sinistra post-sessantottina inneggia alla libertà sessuale del bambino e al crollo del tabù borghese come viene chiamato … Era il 26 gennaio 1977 quando, in nome della liberazione sessuale dei bambini, il quotidiano francese Le Monde, faro della gauche, pubblicò una petizione per abbassare la maggiore età sessuale a dodici anni: una sorta di legittimazione ideologica alla pedofilia.
Ma se non abbatti il padre, alla pudenda del bambino non ci arrivi. Prima, occorre trasformar le donne in vittime e i maschi carnefici, poi hai la via libera non solo sui bambini, ma su tutti. Dove la famiglia è annientata, il potere dello Stato (maiuscolo, il nuovo Dio) è assoluto.
Peraltro, la pedofilia (“il diritto del bambino alla sessualità“), è uno dei capisaldi del ‘68, non di tutto certo. Daniel Cohn-Bendit, attualmente deputato europeo, ha scritto pagine sul diritto alla sessualità del bambino, negata dalla società borghese e dal cristianesimo che anzi raccomandava a chi scandalizzerà questi piccoli, che meglio sarebbe stata per loro una macina al collo che li trascini sul fondo.
Cohn-Bendit faceva il maestro d’asilo in un asilo alternativo e spiegava come spesso i bambini andassero a chiedergli di poter riaprire la patta dei pantaloni e toccarlo. Se uno dei padri di questi bambini fosse stato mio padre o mio marito, a Cohn-Bendit avrebbe chiarito i veri termini della questione.
Non è vero che la forza sia sempre sbagliata. C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. La durezza del padre per proteggere il figlio è un punto essenziale della sua sicurezza e della sua educazione. Il primo gradino, quindi per affermare la pedofilia è stato l’uccisione del padre nel mondo occidentale sempre più filosofi pensatori lo denunciano: Pascal Bruckner e Claudio Risé sono stati i primi a essersi accorti che è stato assassinato il padre. Quindi cominciamo a darci da fare per riportarlo in vita perché ci serve.