L’Agesc: le casse pubbliche risparmiano 6 miliardi di euro
INCREDIBILE MA VERO. COSTI PER LO STATO: un bambino della materna statale 6.116 euro, 584 euro se alla paritaria; un alunno della primaria statale 7.366 euro, 866 euro se della paritaria; uno studente delle medie statali 7.688 euro, 106 euro se di una paritaria; uno delle superiori statali 8.108 euro, 51 euro se in una paritaria.
di Enrico Lenzi
Un costo che lo Stato dovrebbe accollarsi interamente «se le nostre scuole dovessero improvvisamente chiudere e il milione di studenti, dalla scuola dell’infanzia alle superiori, si iscrivesse negli istituti statali», sottolinea Maria Grazia Colombo, presidente nazionale dell’Agesc.
Cifre che stonano rispetto alle incredibili accuse di presunti favori economici verso la scuola paritaria, quella cattolica in particolare. «Abbiamo preso in esame gli stanziamenti fatti per la paritaria dal 1996 al 2006 – spiega ancora la presidente –, dunque con la copertura di due legislature con governi di diverso colore. I dati dimostrano che l’operato delle diverse maggioranze succedutesi al governo del Paese è stato ampiamente insufficiente».
La situazione di partenza vedeva due capitoli di spesa nel 1996: uno per le scuole materne (intorno ai 100 milioni di euro) e uno per le elementari parificate (una trentina di milioni di euro), per uno stanziamento totale di circa 134 milioni. Nel 2000 venne approvata la legge numero 62 sulla parità scolastica, che aumentò l’importo complessivo di 179 milioni di euro, di cui 144,6 per le materne, 30,9 per le elementari e 3,6 per l’integrazione degli alunni disabili.
Nella Finanziaria 2001, l’ultima del governo di centrosinistra, i contributi arrivarono a 473 milioni di euro, di cui 349 per le materne, 118 per le elementari, 5,5 alle secondarie e 3,6 per l’integrazione dei disabili. Dopo aver governato per i successivi cinque anni, il centrodestra portò il bilancio complessivo (Finanziaria 2006) a 532 milioni di euro (più 59). Cifra salita, nell’ultima Finanziaria 2007 del governo Prodi a 566,8 milioni con la seguente distribuzione: 355 alle materne, 160 alle elementari, 6,9 alle secondarie, 10 per l’integrazione dell’handicap, 4,5 per la legge 440 sulle secondarie paritarie e 30 del bonus dei genitori per l’anno scolastico 2005/06.
E proprio partendo dalle cifre 2007, il dossier dell’Agesc fa i conti in tasca allo Stato. A cominciare da quanto spende per ogni singolo studente. Si scopre così che un bambino della materna statale costa 6.116 euro, un alunno della primaria 7.366, uno studente delle medie 7.688 e uno delle superiori 8.108. Nello stesso tempo lo Stato, attraverso i contributi erogati in bilancio, spende per uno studente iscritto alla paritaria: 584 euro alla materna, 866 alla primaria, 106 alla media e 51 euro alle superiori.
Facile a questo punto fare la differenza tra le due cifre, tenendo conto che stiamo parlando di scuole appartenenti all’unico sistema scolastico pubblico integrato, come recita l’articolo 1 della legge 62 del 2000. L’Agesc ha così calcolato che per un bambino iscritto alla materna paritaria lo Stato risparmia 5.532 euro, che diventano 6.500 alle elementari, 7.582 alle medie e raggiungono gli 8.057 alle superiori.
Ma i «contabili» dell’associazione sono andati oltre quantificando anche il risparmio complessivo che ottiene lo Stato non gestendo il milione di studenti degli istituti paritari: 3,436 miliardi di euro alle materne, 1,202 miliardi nelle elementari, 496 milioni per le medie e 1,110 miliardi alle superiori. Totale: 6 miliardi e 245 milioni di euro che le casse dello Stato non devono sborsare. Sei miliardi di risparmio a fronte di un investimento di 566 milioni.
Le cifre parlano da sole, «evidenziando la convenienza della nostra esistenza per lo Stato – commenta la presidente dell’Agesc –. Un’evidenza così chiara che non si comprende come non passi l’idea che occorra evitare l’estinzione di questa realtà educativa », se non altro per motivi economici.
E dopo aver fatto legittimamente i conti in tasca allo Stato, l’Agesc passa alla fase propositiva, rivolgendo un appello bipartisan: «Offriamo il nostro contributo affinché possa costituirsi una ampia maggioranza politica trasversale fra gli schieramenti, capace di fornire risposte concrete alle problematiche delle scuole paritarie e delle famiglie che le scelgono per i propri figli».
Un auspicio che si concretizza nella richiesta di un «incremento di 233,5 milioni di euro, in modo da portare l’investimento complessivo in Finanziaria 2008 a 800 milioni di euro, di cui 440 alle materne, 250 alle elementari, 40 a medie e superiori e 70 all’integrazione per i disabili». Un aumento che corrisponde «al 3,7% di quanto lo Stato risparmia con la mancata frequenza delle scuole statali da parte degli studenti delle scuole paritarie».
Del resto, sottolinea il dossier dell’Agesc, «le risorse destinate alle materne sono ferme, se non addirittura diminuite, già da quattro esercizi finanziari, a fronte di un incremento dell’utenza». Nelle elementari «occorre superare l’esiguità dei fondi che porta ad avere istituti paritari con convenzioni e altri privi, proprio perché i fondi non coprono tutte le realtà».
Una scarsità di fondi ancora più evidente nel ciclo superiore, «dove bisogna passare dagli attuali 7 ad almeno 40 milioni per assegnare davvero fondi a tutti gli istituti». Spetta ora al mondo politico e al governo dare una risposta.