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Le “sociétés de pensée” sono un reticolo militante di colti, diffuso sul territorio nazionale, una contro-aristocrazia che si oppone al Sovrano.
Le “sociétés” tendono a parlare a nome dell’intero e più autentico corpo sociale di cui si fanno interpreti. Anzi, tendono a porsi come la società.
Chi le guida? Certo, una regìa seleziona le parole d’ordine e dà il ritmo alla mobilitazione. Ma è una regìa molto particolare. Piuttosto che a una direzione esterna, una “société de pensée” è riconducibile a un meccanismo autogeneratore.
Il profilo sociale di questa connessione è una convergenza di spontaneismo e di calcolo strategico.
(traduzione del volume Les Societes de pensee et la democratie moderne)