La Croce quotidiano 28 luglio 2016
Questo ritratto di Giuseppe Toniolo segue ai tre che sono stati già pubblicati sulle nostre pagine, dedicati rispettivamente a Salvatore Rebecchini, Don Luigi Sturzo e Luigi Gedda. Seguiranno prima della pausa estiva altri due su Carlo Francesco D’Agostino e Giuseppe Togni. Da questa mini-rassegna seguiranno ricostruzioni storiche e politiche per il seminario di formazione del PdF in autunno
di Giuseppe Brienza
La beatificazione di Giuseppe Toniolo (1845-1918), padre di famiglia numerosa, organizzatore sociale, economista e professore universitario, si è tenuta a Roma nel 2012, per opera di Benedetto XVI. Le reliquie del Beato, custodite in un prezioso reliquiario, furono consegnate all’allora Pontefice durante l’udienza generale che concesse ai promotori della sua causa, il 13 giugno 2012. Papa Ratzinger, in effetti, non ha avuto mai esitazioni nei riguardi dell’eccezionale “santità laicale” di Toniolo, «illuminato animatore» che, a supporto di Leone XIII (1878-1903) nel delicato periodo successivo alla promulgazione dell’enciclica Rerum Novarum (1891), seppe «[…] guidare e sostenere i cattolici sulla via di una partecipazione costruttiva, ricca di contenuti, ferma sui principi e capace di apertura» (Omelia pronunciata nella celebrazione eucaristica a Carpineto romano, in occasione del bicentenario della nascita di Papa Leone XIII, 5 settembre 2010).
Nel saggio dedicato all’opera omnia di Giuseppe Toniolo, pubblicato nel 1952 sulla rivista Civiltà Italica, organo del movimento civico-politico Unione Nazionale Civiltà Italica (1946-1955), l’avvocato romano Vittorio Trocchi (1912-2006), ha giustamente definito Toniolo, in un periodo nel quale erano purtroppo ben altri i punti di riferimento del “mondo cattolico” «[…] un Maestro della sociologia, il più grande dei tempi moderni». Del Toniolo, infatti, argomentava il futuro Segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano (1969-1994), «[…] si conosceva, da i più, un complesso parzialmente dato delle opere sue, che lasciava vuoti assai considerevoli sul parametro imponente della produzione scientifica del pensatore. La frammentarietà di queste conoscenze appariva con maggiore risalto fin dagli anni precedenti il primo conflitto mondiale, poiché è appena dal 1915 che data la pubblicazione in edizione diffusa del “Trattato di Economia Sociale”, seguito nel 1919 dalle Memorie religiose e, nel 1921, dagli Scritti scelti curati da Filippo Meda. Innumerevoli saggi, articoli, note critiche sparsi in riviste scientifiche e religiose stavano anche a sottolineare la fervida operosità di pensiero del Toniolo, iniziata in età giovanissima ma già adusata a profonde meditazioni e alle più severe ricerche» (Vittorio Trocchi, L’opera omnia di Giuseppe Toniolo, in Civiltà Italica. Mensile di studi politici economici sociali, anno III, n. 2, Roma febbraio 1952, p. 175).
L’Opera Omnia di Toniolo, edita dalla Casa Editrice Studium di Roma, comprende 20 volumi distribuiti in sei serie. I problemi e le questioni che trattati in tutta la sua vita dall’economista e sociologo, tralasciando tutto ciò che è contingente e relativo ai suoi tempi, convergono tutti, è sempre Trocchi a rilevarlo, ad «[…] uno sforzo spiegato alla conquista di verità ben più alte di quelle che lo scientismo materialista, orgogliosamente trionfante in esperienze più che secolari dell’economia, aveva preteso costituire ad inviolabile, definitiva stabilità di dottrina» (art. cit., pp. 175-176).
Cosa serve dell’insegnamento del “profeta” della Rerum novarum (Toniolo ha contribuito più di tutti all’elaborazione di questa fondamentale enciclica di Leone XIII) al cattolico ed allo studioso impegnato oggi in politica? Innanzitutto la stima nelle grandi possibilità di sviluppo per il bene comune della c.d. società civile, con un No preciso quindi (quello della Dottrina sociale della Chiesa, del resto) allo statalismo ed al cosmopolitismo sovranazionale. In secondo luogo la convinzione che l’economia è fatta per l’uomo e non l’uomo per l’economia. Ciò significa abbandonare il fatalismo che l’economicismo liberale che, la famosa “scuola manchesteriana”, ha sintetizzato nella formula dell’homo oeconomicus.
In terzo luogo sarebbe importante riproporre all’attenzione pubblica l’opera specificamente educativa in campo politico-sociale di Toniolo, tanto più necessaria oggi in un mondo che ha perso il senso stesso della solidarietà e della famiglia. Occorre che la scuola ritorni a contribuire non solo all’istruzione tecnica, ma anche alla formazione umana e, con l’apporto della Chiese e delle confessioni cristiane, della coscienza delle giovani generazioni. Così cercando di rompere la schiavitù dei giovani delle dipendenze e del conformismo, del nichilismo e dell’isolamento. Insomma, la falsa felicità della vita edonistica e indifferente, perché per realizzarsi ogni ragazzo ha bisogno di un’ideale, una forza che spezzi le reti del gretto individualismo.
Questo, in sintesi, è l’insegnamento del Toniolo, che in lui s’eleva fino al pensiero di essere un degno Operaio della Vigna del Signore. La scuola e la trasmissione del sapere alle nuove generazioni di Italiani costituivano in effetti per lui la missione prioritaria. Nel suo diario spirituale, infatti, troviamo come primo proposito appunto quello di «Aver massima cura dei miei discepoli, trattandoli come sacro deposito, come amici del mio cuore, da dirigere nelle vie del Signore». Si tratta di una lezione davvero importante per gli studiosi cattolici di oggi che, dei loro allievi, fanno spesso non più che dei semplici esecutori di loro idee e linee di ricerca o, peggio, semplici ripetitori della propria “scienza”…
Nel suo saluto a Benedetto XVI, rivolto il 26 maggio 2011 nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma in occasione della recita del Rosario del Pontefice con i Vescovi italiani, il Cardinale Angelo Bagnasco ha raccomandato proprio questo concetto di “ri-attivazione” nell’agone sociale e politico-istituzionale del laicato, con ciò richiamandosi espressamente alla figura di Giuseppe Toniolo. «In questa particolare stagione – ha affermato infatti l’Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) – sentiamo di dover invitare i cattolici, e in particolare i giovani che ne avvertono la vocazione, a sperimentarsi in quella esigente forme di carità che è l’impegno politico. In tal modo vorremmo contribuire anche in questa fase storica, come accadde all’inizio dello Stato unitario o nell’immediato dopoguerra, alla permanente costruzione del nostro Paese. Sia di esempio e di guida a tutti la figura di un laico, padre di sette figli, economista e docente universitario, di cui a breve vivremo con gioia la beatificazione: il servo di Dio Giuseppe Toniolo. Egli scriveva: “Noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi, una società di santi”».
Ma, sia chiaro, qui il discorso non vuole essere politico-partitico. Anche perché le oltre cinquemila persone che, il 29 aprile 2012, hanno preso parte a Roma alla beatificazione di Giuseppe Toniolo, sono state tutte ben lungi dall’attribuire qualsiasi significato di questo tipo all’evento. In ciò mostrando di aver percepito perfettamente il “messaggio” dato da Benedetto XVI che, nel disporre la memoria liturgica del novello Beato, ha scelto la data del 4 settembre nella quale, nel lontano 1878, Toniolo si unì a Maria Schiratti in un lungo, fedele e fecondo matrimonio (coronato da sette figli).
Per questo, pur non potendo presenziare alla cerimonia di beatificazione che è stata celebrata nella Basilica di San Paolo fuori le Mura dal card. Salvatore De Giorgi, Benedetto XVI ha comunque voluto definire, nel discorso pronunciato lo stesso 29 aprile prima del Regina Caeli, il novello Beato un «[…] appassionato servitore della comunione nella Chiesa», a partire dal grado eroico con il quale ha santificare la sua “paternità” biologica, ma anche quella spirituale, nei confronti dei tanti studenti universitari che guidò e dei giovani cattolici che riuscì a formare nell’attività associativa.
Una missione quest’ultima che, aggiungeva il Pontefice, Toniolo ha realizzato promuovendo «[…] l’Azione Cattolica, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, le Settimane Sociali dei cattolici italiani e un Istituto di diritto internazionale della pace. Il suo messaggio è di grande attualità, specialmente in questo tempo: il Beato Toniolo indica la via del primato della persona umana e della solidarietà. Egli scriveva: “Al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e degli Stati, vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana”».
Fra le opere ed iniziative di Toniolo citate dal Santo Padre nel Regina Caeli mi preme evidenziare, come prova tangibile della fecondità che perdura del suo insegnamento socio-politico, il caso delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani. Nella conferenza stampa conclusiva della 63ma Assemblea generale dei vescovi italiani il cardinal Bagnasco ha colto proprio questo aspetto additando il nuovo Beato a luminoso esempio per le presenti e per le future generazioni di politici cattolici, chiamate a imitare la sua «[…] capacità della visione d’insieme, di una coniugazione dell’universale con il particolare ispirata dalla fede. […] Giuseppe Toniolo parlava di santità. Tutto il popolo cristiano deve camminare spedito su vie di santità. Questo ci indica il Papa: non un intimismo spiritualista».
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Biopic di Giuseppe Toniolo
Nato a Treviso il 7 marzo 1845 e morto a Pisa il 7 ottobre 1918, Giuseppe Toniolo è stato sociologo ed economista di fama internazionale, ideatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, alla guida dell’Azione Cattolica nei primi anni del Novecento, tra i fondatori della Federazione degli universitari cattolici (Fuci) e artefice dell’ingresso dei cattolici nella vita politica e sociale italiana. Sposato e padre di sette figli, è stato dichiarato Venerabile il 14 giugno 1971, al termine di un processo canonico intrapreso nel 1933 dalla stessa Fuci, a seguito della fama di santità che da subito circondò lo studioso.
La beatificazione è avvenuta il 29 aprile 2012 nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura. Il punto centrale che caratterizza l’opera complessiva del prof. Toniolo, e che dovrebbe continuare ad ispirare e orientare anche oggi il cammino del movimento cattolico, è il seguente: l’economia non è separabile dalla società e dal bene comune e, le scienze sociali, a loro volta, dovrebbero connettersi con principi e giudizi morali certi che sono ben al di sopra della così detta “scienza pura”. Sull’argomento cfr. G. Brienza, L’economista di Dio: Giuseppe Toniolo, supplemento al n. 2/2013 della rivista “La Società”, Verona 2013, pp. 42 (per ordinazioni: lasocieta@fondazionetoniolo.it).