“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
di Rino Cammilleri
Romano, di famiglia modesta, assurse alla più alta carica che un uomo sulla terra possa concepire quella di “vice” di Dio stesso (e poi dicono che la Chiesa non è democratica) Papa nel 795, dovette affrontare i problemi creati dal vescovo iberico Felice di Urgel, che sosteneva essere Cristo non “figlio” di Dio, bensì “adottato” nella sua parte umana un po’ quel che si vede nel film L’ultima tentazione di Cristo: Si crede di poter inventare nuove eresie ma si scopre continuamente l’acqua calda).
Carlo Magno impose a Felice, suo suddito, di comparire al suo cospetto nella capitale dell’impero dei Franchi, Aquisgrana. Qui ci furono sei giorni di pubblica disputa col grande Alcuino. Alla, fine Felice si dichiarò vinto e rientrò nell’ortodossia (e poi dicono che la Chiesa impedisce il dibattito). Intanto a Roma Leone subiva attentati e tumulti suscitati dai parenti del papa precedente. Eh, sì: il nuovo pontefice li aveva praticamente esautorati e quelli avevano scatenato la piazza. Si arrivò addirittura al saccheggio di Roma e Leone a un certo punto dovette fuggire.
Ci volle l’intervento diretto di Carlo Magno per ristabilire l’ordine. Leone fu scortato a Roma dagli imperiali e lo stesso Carlo lo raggiunse. Nella notte di Natale dell’anno 800 si svolse la cerimonia che tutti conosciamo dai banchi di scuola: Carlo fu incoronato Sacro e Romano Imperatore, e il sogno che tutta l’Europa aveva conservato per secoli – la restaurazione dell’ impero Romano – poté avverarsi.
Leone III riuscì in tal modo a liberare la Chiesa e l’Italia dalla pesante tutela bizantina e a porre le basi giuridiche di quell’occidente cristiano e latino che doveva rivelarsi il progetto di civiltà più duraturo dopo quello dei Romani (di cui, del resto, volle essere una continuazione).
il Giornale 12 giugno 1995