L’antropologa Ida Magli aveva previsto tutto, 14 anni fa
di Ida Magli
Ida Magli, nel suo libro «Contro l’Europa – Tutto quello che non vi hanno detto di Maastricht» (Bompiani) pubblicato nel 1991 ma che aggiornava, solo nei dettagli, un libro del 1997, aveva previsto la deriva dell’Europa. Rivediamo, 14 anni dopo, brani della sua diagnosi di allora: non possiamo più dire che non ce lo avevano detto.
Gli indirizzi comuni del Trattato di Maastricht sono una derivazione, con linguaggio diverso, delle teorie di Marx. In Europa infatti è stata silenziosamente assorbita la sua lezione: è solo l’economia che dirige il mondo.Gli economisti si sono accorti che questa era un’arma che li poneva a capo di qualsiasi sistema , sociale, mettendo nelle loro mani tutto il potere.
Così oggi sono gli economisti a guidare le organizzazioni mondiali più importanti. In base al solito meccanismo dell’assoluzione che spinge gli uomini a compiere sempre lo stesso errore, quello di affidarsi a un unico principio, rappresentato dalle leggi dell’economia, malgrado nessuno possa dimostrarne l’obiettività scientifica, esse sono assunte al rango di verità indiscutibile, di vera e propria religione.
Gli italiani poi, votati perdutamente, come sempre nella loro storia, alle religioni ed alle dittature, sono stati i primi ad unificare la figura dell’economista con quella del capo del governo (Ciampi, Dini, Prodi) cosa di per sè esiziale perchè è come nominare in tempo di guerra un generale, capo del governo. Il governo Prodi è formato in maggioranza da economisti anche laddove appare grottesco come per il ministero della difesa, in quanto,come capita normalmente per le investiture sacrali, basta essere economista per garantire la propria capacità in qualsiasi cosa.
Il problema, come sempre nella storia dell’umanità, è il raggiungimento del massimo del potere; cambiano soltanto le «religioni» in base alle quali conquistarlo, imporlo ed accrescerlo.. Una volta giunto a possederlo, chi detiene il potere non resiste alla tentazione di ingrandirlo. Ingrandirlo in tutti i sensi, ma soprattutto in quello visibile, concreto: l’estensione del territorio. L’Unione europea nasce così.
Per estendere potere e territorio gli economisti partono dalla moneta, con l’assoluta certezza che il resto (il dominio sui popoli) seguirà. Come sappiamo però (e la storia dell’impero sovietico l’ha dimostrato) il principio di Marx sul primato dell’economia era sbagliato. Non in sè, in quanto è vero che le strutture economiche sono determinanti, ma perché, se non sono espressione della forza dei popoli, portano alla rovina.
Lo stesso tragico errore è alla base di Maastricht. Prima di tutti i «parametri». La moneta, i bilanci, i mercati. Ma di chi? Degli europei, si dice. Soltanto che «gli europei», come popolo non esistono, e non sarà la moneta unica a farli esistere. o si pensa che sia il dollaro ad aver fatto gli americani?
Perciò anche se i paramentri di Maastricht fossero stati tanto certi come le leggi di gravità (e il fatto che siano presentati come tali è la prova che si tratta di un’operazione totalitaria) quello che fa fallire qualsiasi sistema politico fondato sulle leggi economiche è una ineliminabile realtà: i bisogni degli uomini vanno sempre al di là. E’ proprio questo l’errore di Marx che era un uomo privo di una sia pur minima sensibilità psicologica e antropologica e la catastrofiche conseguenze provocate dalle sue teorie, ovunque sono state messe in atto, ne sono la più evidente dimostrazione.
E’ mancata in Marx l’intelligenza di un grande antropologo come Franz Boas, il quale, osservando con quanta fatica meticolosa alcune tribù di amerindi tessevano degli elaborati disegni sull’orlo delle coperte, non riuscendo a vederne lo scopo, ne ha tratto la più umana delle conclusioni: «Anche i disegni fanno caldo».
Tutto il Trattato di Maastricht trasuda la convinzione (o meglio la volontà di convincere i sudditi) che il Bene ormai ha vinto. Caduto il muro di Berlino, l’Uomo finalmente è Buono. Con L’Unione inizia il regno del Bene; e gli Stati, come gli individui, inaugurata l’Era della Pace, vissero per sempre felici e contenti. Naturalmente anche questa è una concezione marxiana. Con l’eliminazioni della classi ci sarà il regno della felicità sulla Terra.