“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32]
di Rino Cammilleri
Figlio di un sarto protestante di Mühlhausen in Turingia, studiò a Lipsia, Gotha e Strasburgo, poi a Würzburg, dove frequentò la facoltà teologica tenuta dai gesuiti. Nel 1623 si convertì al cattolicesimo e due anni dopo chiese l’ordinazione sacerdotale. Fu dapprima cappellano nel Baden, a Hardheim, poi parroco ad Altenmünster-Sulzdorf, città quasi completamente luterana.
Scoppiata la guerra dei Trent’Anni, nel 1631 all’approssimarsi delle truppe svedesi si nascose nella vicina Reichmannhausen. Ma fu tradito e catturato. Lo legarono alla coda di un cavallo e lo trascinarono per dieci chilometri fino a Schonungen, sul Meno. Qui lo torturarono per un giorno e una notte, poi lo portarono nel castello di Mainberg e ricominciarono.
Le sevizie durarono cinque giorni, trascorsi a sentirsi promettere mari e monti se avesse smesso di fare il papista. Alla fine era così malridotto che dovettero caricarlo su un cavallo per poterlo trasportare al fiume. Qui lo finirono a colpi di spada e di pistola. Gli tolsero i vestiti da prete per impedirne la venerazione da parte dei cattolici e ne gettarono il cadavere in acqua.
Dopo qualche giorno il corpo fu ripescato da alcuni cattolici che l’avevano riconosciuto e sepolto in un campo lì vicino. Bisognò attendere che gli svedesi sloggiassero da Mainberg per poter riesumare la spoglia e deporla nella cappella del castello. Solo nel 1637, infine, la si potè traslare nella chiesa di Heidenfeld, dove ancora si trova. Ma, data la situazione politica del tempo e di quelli che seguirono, soltanto nel 1974 si potè procedere alla beatificazione.
Il Giornale 9 dicembre 2005