La Nuova Bussola quotidiana
23 aprile 2016
di Tommaso Scandroglio
In Spagna Telecinco trasmette da tempo un programma che si chiama Càmbiame. I partecipanti subiscono un cambiamento totale di look. Da brutti anatroccoli diventano affascinanti cigni. Qualche giorno fa partecipano Ana e Dani, lei di anni 27 e lui di anni 30.
Nel momento in cui i due entrano in scena per mostrare il loro cambiamento estetico Ana fa questa dichiarazione: «Non siamo solo venuti qui per un cambiamento nel look, ma anche per cambiare completamente la nostra vita. Abbiamo qualcosa da dire e questo è un buon posto per farlo. Siamo cresciuti separatamente e 20 anni più tardi ci siamo trovati l’un l’altro attraverso i social media e instaurato un’amicizia. Siamo fratelli e siamo innamorati». I due in realtà sono fratellastri. Stesso padre, ma madri differenti. Il primo ha poi domandato alla figlia: «Posso chiamarti nuora?», e lei di rimando «Certo, io ti chiamerò suocero».
Delirio massmediatico? Scandalo in prima serata? Qualcuno che in fretta e furia mette in onda ilcartello “Le trasmissioni sono momentaneamente sospese. Riprenderanno appena possibile”? Nulla di tutto questo. Anzi l’emittente benedice l’outing incestuoso di Ana e Dani. Infatti, il conduttore Dìaz Pelayo così ha successivamente commentato l’accaduto su Twitter: «Chi siamo noi per giudicare? L’amore viene prima di tutto». C’è il sospetto che sia tutta una bufala per fare ascolti, ma questo forse peggiorerebbe il quadro piuttosto che migliorarlo. Infatti, significherebbe da parte di Telecinco un appoggio a priori alle relazioni incestuose e la volontà di creare ad arte un caso televisivo basato su una oscena perversione sessuale.
Altro caso recente. Trent’anni fa la 51enne Kim West mette al mondo un figlio, Ben Ford, che però decide di dare in adozione. Ben cresce e si sposa e un paio di anni or sono si mette alla ricerca della sua madre biologica. La trova e incomincia tra i due una corrispondenza fitta. Il tenore del contenuto di quell’epistolario però si tinge da subito dei toni scabrosi. «Ho iniziato a capire che c’era qualcosa di più che un semplice interesse ad aver ritrovato mio figlio», ammette Kim, «quando ho iniziato a fare sogni sexy su di lui». Le fa eco Ben: «Mi sembrava di conoscerla da sempre, non sono mai riuscito a vederla però come una madre, ma sin dall’inizio ho sentito una forte attrazione sessuale per lei: questo non è incesto, noi siamo fatti per stare insieme!».
La coppia alla fine decide di incontrarsi. Scelgono un albergo, bevono qualcosa e poi salgono in camera dove hanno un rapporto sessuale. Travolto dalla passione contro natura, Ben lascia la moglie e decide di andare a vivere con l’amante materna. Un aberrante caso di adulterio incestuoso. La coppia però non ha nessuna intenzione di confinare la propria turpe relazione nel segreto della loro dimora. Vogliono renderla pubblica sposandosi e sperano che il cielo (o gli inferi) benedica la loro unione con tanti figli. «Stiamo cercando di avere figli», dice Kim, «e presto ci sposeremo. So che la gente dirà che io e Ben siamo disgustosi, che dovremmo essere in grado di controllare i nostri sentimenti, ma quando si viene colpiti da un amore così, da un’empatia sessuale così forte, si deve combattere per questo, rinunciare a tutto per portarlo avanti. È una possibilità che accade una volta nella vita e io non sono disposta ad allontanarmi».
L’infelice Kim nel suo percorso incestuoso volle anche vederci più chiaro per capire se stava nel giusto. Allora interrogò Google e l’oracolo le rispose che il suo era un caso di Genetic Sexual Attraction (Gsa), cioè un’attrazione sessuale che può nascere tra consanguinei i quali non si vedono da tempo e che quindi si percepiscono non come parenti, pur essendolo, ma come perfetti sconosciuti. Kim ricavò dalla lettura degli articoli sulla Gsa non la consapevolezza di essere affetta da un disturbo psicologico, bensì il conforto di vivere una relazione sì particolare, ma alla fin fine normale e bella. «Abbiamo una relazione da due anni», ha dichiarato la madre, «e abbiamo un’ottima vita sessuale, potremmo dire incredibile! E questo grazie alla Gsa».
Casi simili nel passato non sono mancati. Negli anni Novanta Kathryn Harrison pubblicò il libro Il bacio in cui narrava la sua relazione di quattro anni con il padre. Il fratello e la sorella Stübings in Germania, cresciuti separatamente, un giorno si incontrarono e si “innamorarono”. Chiesero anche nel 2008, ma senza successo, l’abrogazione del reato di incesto. Nel 2012 Penny Lawrance e il padre Garry Ryan si incontrarono dopo molto tempo, ebbero una relazione che mise incinta la ragazza. Quest’ultima dichiarò: «Non siamo una coppia incestuosa, ma solo due vittime della Gsa: non avendo vissuto un normale rapporto padre-figlia, siamo due estranei che si sono incontrati da adulti».
Ora le argomentazioni che si spendono per legittimare agli occhi dell’opinione pubblica – e domani agli occhi del legislatore – l’incesto sono le medesime per legittimare l’omosessualità. In primis occorre riconoscere che ogni sentimento è buono e non tollera quindi limiti o compressioni di sorta. In secondo luogo fare dei distinguo tra relazioni sane e altre insane è atteggiamento pregiudizievole e discriminatorio: il «Chi sono io per giudicare?» è ormai diventato il colpo di grazia sparato alla tempia della legge naturale e prima ancora al buon senso per essere sicuri che siano davvero morti.
In terzo luogo se la relazione è liberamente scelta da entrambi, terze persone non ci possono mettere il becco. Infine, questa asserita libertà entra in contraddizione con la tesi che “omosessuali si nasce” e “incestuosi ci si trova”: una sorta di determinismo sessuale a cui è impossibile sottrarsi (è il trionfo dell’empirismo sensista). Quindi l’incesto è figlio (incestuoso e poligamo) della teoria del gender con tutte queste tesi. A sua volta l’incesto aprirà le porte alla pedofilia, alla zoofilia e a molte altre parafilie. I libri dell’orrore non saranno più venduti perché sostituiti dalla cronaca (grottescamente rosa).