Abstract: Liturgia e santa Messa. È vano, e contrario agli insegnamenti della Chiesa, vedere nella Sacra Liturgia una fonte di santificazione automatica, che esonera l’uomo da ogni mortificazione, dallo sforzo della vita interiore, dalla lotta contro il diavolo e le passioni. Infatti, per quanto efficace possa essere la preghiera ufficiale della Santa Chiesa e per quanto sovrabbondanti possano essere i meriti infiniti della Santa Messa, “è necessario che gli uomini completino, ciascuno nella propria carne, la Passione di Gesù Cristo
Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 14 Luglio 2023
Formazione liturgica erronea
di Plinio Corrêa de Oliveira
È vano, e contrario agli insegnamenti della Chiesa, vedere nella Sacra Liturgia una fonte di santificazione automatica, che esonera l’uomo da ogni mortificazione, dallo sforzo della vita interiore, dalla lotta contro il diavolo e le passioni. Infatti, per quanto efficace possa essere la preghiera ufficiale della Santa Chiesa e per quanto sovrabbondanti possano essere i meriti infiniti della Santa Messa, “è necessario che gli uomini completino, ciascuno nella propria carne, la Passione di Gesù Cristo, poiché, sebbene il Signore Gesù abbia sofferto per noi, non siamo esenti dal piangere e dall’espiare le nostre colpe, né siamo autorizzati a espiarle con negligenza” (Pio XI, Lettera Magna Equidem – 2 agosto 1924).
È ovvio che, facendo circolare tali idee, con le quali osano “riformare”, servendosi dei loro efficacissimi metodi di propaganda, il concetto di pietà cristiana e una delle sue caratteristiche più salienti, che è l’amore per la sofferenza, tali elementi progressisti arrecano, anche senza saperlo, un danno alla Chiesa ben maggiore di quello dei nemici dichiarati; e proprio per questo, vale per loro ciò che Pio X disse dei modernisti: “Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico (…) i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d’ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima” (Pio X, Enciclica Pascendi Dominici gregis – 8 settembre 1907)
In effetti, cosa c’è di più tipico di un riformatore che, pretendendo di estirpare dalla Chiesa i germi di liberalismo che vi si sono insinuati, distruggere metodi consacrati, istituzioni che hanno ricevuto la benedizione della Chiesa, pratiche di pietà approvate dai più augusti atti dell’Autorità e, sopra tante rovine, gettare le basi di una nuova vita spirituale fondata su una concezione completamente diversa e “riformata” del rapporto tra la grazia e il libero arbitrio umano? In fondo, come abbiamo detto, l’intero obiettivo di questi sforzi consiste in un allentamento della vita interiore.
Fonte: In difesa dell’Azione Cattolica, Capitolo II – Somiglianze con il “modernismo”. Traduzione, grassetti e adattamenti di linguaggio di redazione.
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