Per Rassegna Stampa
17 Febbraio 2022
Testo della conferenza tenuta a Roma il 15 febbraio 2022 presso la Residenza Universitaria Internazionale (RUI)
di Giuseppe Brienza
Pescando dal recente Magistero di Papa Francesco possiamo trarre molti spunti per attualizzare l’ideale del bene comune che, come vedremo, non riguarda la sola dimensione sociale o politica, ma anche quella spirituale, familiare e professionale.Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa afferma infatti chela pratica concreta del bene comune «è garanzia del bene personale, familiare e associativo» (1).
Dalla teoria alla pratica
Il Compendio, che al principio permanente della Dottrina sociale della Chiesa costituito dal bene comune dedica “monograficamente” sette paragrafi (2), ne richiama la definizione in senso ampio, non bisognosa di “aggiornamenti”, data dal Concilio Vaticano II (1962-65).
La Costituzione pastorale Gaudium et Spes, in particolare, lo considera quell’«insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente» (3).
Come possiamo vedere, quindi, la teoria di questa dottrina va, continuamente, calata nella pratica della vita e, per far ciò, l’insegnamento di Papa Bergoglio ci viene di grande aiuto, come abbiamo già detto.
Il bene comune nel lavoro
Dopo aver trascorso un lungo periodo di “disarticolazione” del lavoro durante i due anni (almeno in Italia) di gestione chiusurista della pandemia (2020-2021), il Santo Padre disillude gli utopisti del Grande Reset su almeno due fatti.
In primo luogo che non «si può pensare che le moderne tecnologie possano rimpiazzare il valore aggiunto procurato dal lavoro umano». Quindi finché ci sarà l’uomo sulla terra un lavoro di qualsivoglia tipo per lui è garanzia del bene comune.
In secondo luogo il lavoro, se vuole essere veramente «occasione di scoperta della propria dignità»,necessità dell’incontro e, quindi, a questo fine a ben poco si presta il lavoro agile o “da remoto” che è stato imposto a motivo della crisi sanitaria e dello stato di emergenza.
Papa Francesco ha affermato in occasione del Discorso ai membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede (Città del Vaticano, Aula della Benedizione, 10 gennaio 2022) che solo nell’ambito di una “comunità” vera, non virtuale, il lavoro può essere «via privilegiata attraverso la quale ciascuno partecipa attivamente al bene comune e dà un contributo concreto all’edificazione della pace» (4).
In questo quadro, a tacere di molti altri aspetti, la consapevolezza del valore della relazione nell’ambito del lavoro dovrebbe far riconoscere un’importanza ulteriore al “ritorno alla normalità” negli uffici, nelle aziende, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università etc., poiché non esiste sviluppo economico senza cooperazione, solidarietà e sguardo reciproco fra gli uomini prima, durante e dopo il loro lavoro.
Il bene comune, uno choc professionale
Parlando il 7 gennaio 2022 ad una delegazione di imprenditori dalla Francia il Santo Padre risponde ad una obiezione che, spesso, associa il disinteresse o la disaffezione alla politica come pretesto per il perseguimento del bene comune da parte di singoli o collettività, anche aziendali ed economiche.
A tal proposito, infatti, il Papa ha ricordato ad imprenditori e dirigenti privati che «la ricerca del bene comune è per voi un motivo di preoccupazione, un ideale, nel quadro delle vostre responsabilità professionali» (5).
Quindi non solo ideale teorico, che se si persegue sarebbe meglio ma, insomma, se non ci si riesce poco male, ma “motivo di preoccupazione”.
Quindi Francesco colloca il contributo al bene comune da parte del professionista, privato o pubblico che sia, nell’ambito della questione morale.
Si tratta, infatti, di «un elemento determinante del vostro discernimento e delle vostre scelte di dirigenti», suscettibile d’ingenerare conflitti di coscienza, «quando l’ideale di giustizia e di bene comune che voi immaginereste di raggiungere non ha potuto realizzarsi, [con]la dura realtà che si presenta a voi come una mancanza, uno scacco, un rimorso, uno choc» (6).
Il bene comune nella preghiera
Fedele ad uno dei principi della sua missione di sacerdote e di pastore, Papa Francesco trova la via privilegiata dell’attualizzazione del bene comune nel primato della preghiera.
Nell’omelia pronunciata in occasione dell’ultima Celebrazione dei secondi Vespri della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani (Basilica di San Paolo fuori le Mura, 25 gennaio 2022), Francesco applica in certo modo la parabola dei talenti narrata nel Vangelo secondo Matteo (25,14-30) ai Re Magi.
A Betlemme, infatti, solo «dopo essersi prostrati in adorazione, i Magi aprono i loro scrigni» e offrono oro, incenso e mirra. Questo significa, aggiunge il Santo Padre, «che solo dopo aver pregato insieme, solo davanti a Dio, nella sua luce, ci rendiamo davvero conto dei tesori che ciascuno possiede» (7). Talenti che non ci appartengono, ma che vanno offerti e condivisi.
In questo senso, ci pare di poter dire che solo con il ricorso allo Spirito Santo l’uomo e la società può scoprire e destinare al bene comune i propri doni e talenti.
Conclusione
Abbiamo fatto solo tre riferimenti per l’annunciata attualizzazione ma, come ricorda il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, ci confermano pienamente del fatto che il principio del bene comune deve informare «ogni aspetto della vita sociale».
Solo così, infatti, esso potrà «trovare pienezza di senso» (8), come ci assicura Papa Francesco e la Dottrina sociale della Chiesa.
Note
1) Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, n. 61.
2) Cfr. Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, op. cit., nn. 164-170.
3) Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 7 dicembre 1965, n. 26 [AAS 58 (1966) 1046].
4) Papa Francesco, Con i muri non si edifical’unica famiglia umana, in L’Osservatore Romano, 10 gennaio 2022, p. 5.
5) Papa Francesco, Imprenditori al servizio di tuttie non di interessi privati o ristretti, in L’Osservatore Romano, 7 gennaio 2022, p. 8.
6) Ibidem.
7) Papa Francesco, Il coraggio di invertire la rottaper trovare la via della fraternità, in L’Osservatore Romano, 26 gennaio 2022, p. 8.
8) Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, op. cit., n. 164.