Abstract: L’omosessualità? Un business. Intervista politicamente scorretta a Mauro Coruzzi alias Platinette: «Sul gender Giorgia meloni ha ragione. L’utero in affitto? Una violenza. Col Covid è aumentata la voglia di “ripulire” il linguaggio: questa società è igienizzata
La Verità 6 marzo 2023
«L’omosessualità? Un business.
I gay servono solo a vendere»
L’artista: «Sul gender Giorgia meloni ha ragione. L’utero in affitto? Una violenza. Col Covid è aumentata la voglia di “ripulire” il linguaggio: questa società è igienizzata
di Giulia Cazzaniga
Mauro Coruzzi alias Platinette, il mese prossimo al debutto nel musical «Hairspray, grasso è bello». Un sottotitolo che è già da censura, se sul «grasso» dei racconti di Roland Dahl si sono accapigliati…
«C’è una gran voglia di pulizia e mediocrità di questi tempi. Un brutto segnale. Penso che dopo il Covid più che mai si punti a una società “igienizzata”, con una grandissima dose di ipocrisia. A cui non ho intenzione di inchinarmi»
Dell’essere scorretto lei ha fatto un’arte. Ora si appresta a cantare, ballare, recitare nuovamente.
«E ho un dolore alla caviglia dopo le prove:, mannaggia, che spero il fisioterapista possa rimediare».
In scena dovranno «imbottire», perché tra dieta e operazione le forme sono molto diverse di un tempo
«Per farmi apparire ancora “extralarge”» hanno sagomato della gommapiuma che andrà sotto l’abito. Dal mio intervento sono passati tre anni e io non osservo alcuna regola perché mi piace così, ma il chirurgo – per la cronaca un bonazzo – mi ha detto che sono nella norma e che i miei 20 minuti di tapis roulant o cyclette davanti al tg regionale delle 19.30 possono bastare. Ho perso 70 chili. Una decisione presa per un benessere fisico, ma non solo»
Gli slogan contemporanei del «body positivity» dicono che occorre accettarsi per come si è
«Fantastico, ma io avevo un tema importante da affrontare sull’incapacità di tessere rapporti importanti. Sa quella canzone per cui “non c’è sesso senza amore”?, ecco, secondo me funziona proprio al contrario. E poi guardi, tanta bella positività sbandierata e va a finire che le modelle a Milano della scorsa settimana erano tutte secche come betulle, smunte, poverine. Quanta ipocrisia c’è in giro al giorno d’oggi su tutto. Pure sugli 007»
Colpevoli di razzismo secondo il politically correct.
«Già lo fu Via col vento, quando invece l’attrice che interpretava Mami, Hattle McDaniel, era la prima nera dichiaratasi lesbica dopo la prima guerra mondiale. Occorre forse che la censura si ricordi anche di Fausto Leali e della sua Angeli negri, lo segnalo. Bisogna che stiamo attenti, perché la storia ripulita non vale come l’originale. Sono testimonianze di un’epoca, non si possono toccare. Peraltro “negro” detto da persone di colore non è un’offesa ma ormai bisogna stare attenti a tutto e io non ci sto»
Politica: alle primarie del Partito democratico hanno eletto Elly Schlein. Promette opposizione dura e cambiamento
«E bene ha fatto la presidente di Arcilesbica, Cristina Gramolini, a prendere già le distanze, sull’identità di genere, dando ragione alla premier»
La comunità Lgbt si è spaccata. Giorgia meloni ha detto che la «rivendicazione del diritto unilaterale di proclamarsi donna oppure uomo al di là di qualsiasi percorso chirurgico, farmacologico e anche amministrativo andrà a discapito delle donne»
«Io mi permetto sommessamente di fare notare la semplice coincidenza: le donne sono sempre state considerate meno di zero in politica – non raccontiamocela – e poi guarda caso: melloni va alla guida del governo e toh, anche la sinistra elegge un segretario donna. Dall’altra parte ha una madre di famiglia di stampo molto tradizionale e forse anche un po’ intransigente, ed eleggi la Schlein, per i contenuti o per quello che rappresenta il suo stile di vita? Lasciamo perdere il fatto che, a casa mia, innovare vuol dire trovare un territorio comune e non annunciare opposizione durissima. Ma al di là di tutto, guardi, lei ha voltato pagina chiedendomi della politica ma il foglio è sempre lo stesso»
Intende quello dell’ipocrisia?
«Quello. L’anno scorso ero ad Atreju, mi invitò la Meloni per parlare delle mie posizioni contrarie al ddl Zan. Ma lo sa che la sinistra col cacchio che mi ha mai invitato a un confronto? L’ho proposto a Luxuria, ma niente da fare. Posso per favore dire che tra tutti quelli che hanno votato meloni ci sono anche persone omosessuali? Un po’ come questo fantomatico rigurgito del fascismo: è tutto al contrario, mi sa»
In che senso?
«Nel senso che i benpensanti progressisti sedicenti artisti, non hanno nemmeno idea di cosa fosse. Cosa è fascista? Mi viene da dire che è fascista impedire ogni pensiero che si scosti dal loro?, no? Io voglio poter dire che l’utero in affitto è una violenza sulle donne. Perché c’è prima l’affido, o l’adozione: si combatta eventualmente su queste leggi, non puntando sulla comodità di chi, visto che ha 100.000 euro a disposizione, usa una donna come un forno del panettiere. E parlano di tolleranza e inclusione, mah…»
La Russa però l’avrà fatta arrabbiare, con la dichiarazione sul figlio gay…
«la dichiarazione sarà stata pure inopportuna, ma persino Luxuria lo ha difeso: non è una persona omofoba. So di vicende in cui La Russa si è speso in prima persona per aiutare senza alcun pregiudizio. Penso sia semplicemente una frase uscita sbagliata e cucita ad arte sui giornali. Guardi che anche quando parlo con la Mussolini, io tanto retrograda questa destra non la vedo. Anzi: lei firmò le proposte per le unioni civili, con la Carfagna… Dopodiché l’ho già detto chiaro e tondo: se le leggi sull’aborto ci sono, vanno rispettate, e occorre accettare che oltre alla famiglia tradizionale ce n’è ormai un’altra. Non riconoscerlo significa non fare passi avanti, non crescere, non stare al passo coi tempi»
Questa destra è quindi retrograda, oppure così la dipingono?
«Non lo sono tutti quelli di destra. Io temo piuttosto che si stia cercando di far passare un messaggio assurdo: che l’orientamento sessuale di una persona ne determini la qualità. E che qualità migliori stiano a sinistra. Bizzarro, non crede? Prenda Sanremo: Rosa Chemical si fa paladino della fluidità e va su quel palco senza saper cantare»
Trash?
«per carità, la canzoncina era divertente, e ha voluto provocare. Ma pure per quello ci vuole una cultura. Renato Zero non si metteva né da una parte né dall’altra, e infatti piaceva a tutti. Il trash per come lo intendo io è un’arte e va coltivata come tale. Eliminarlo, sarebbe abbattere il divertimento. E’ l’esagerato, di cui si può godere o che si può anche detestare»
Chi lo sa fare oggi?
«A me piacciono Pio e Amedeo, che non sono trash ma nobilissimi perché con la loro comicità rivoltano il calzino. Il trash di Bonolis non fa per me, ma capisco che ha un senso. Deve divertire per davvero. Di recente ho incontrato Alvaro Vitali, meraviglioso»
Al Festival di Sanremo c’era anche Ariete, convinta che l’omofobia sia ben radicata in Italia
«E poi vedo che è testimonial di una piattaforma online di abiti. Questo è un punto importante: la verità che nessuno osa dire è che comanda il mercato. La pubblicità ha capito che il business si fa se si mette un omosessuale a girare il minestrone nel pentolone. Quando cerco un film da vedere alla sera mi impressiona ancora che la dicitura “Lgbtq” identifichi un genere: è evidentissimo che si etichetta così in prodotto – indipendentemente dalla qualità – perché attraente per il consumatore. Pannella capì tutto prima di tutti»
Perché?
«Perché andò ad Arcore a dire a Berlusconi: mettiamo insieme il mercato e i diritti civili. Era l’unico a capirci qualcosa per davvero, di cos’è la politica»
Per lei non sono statio giorni facili, con la morte di Maurizio Costanzo…
«Guardi, a un certo punto della settimana scorsa ho capito che non dovevo parlare più di lui, perché sul lutto si sta facendo un racconto a puntate insopportabile. Mentre è un’esperienza personale, soprattutto per me. Maurizio mi ha fatto intravvedere cose di me che neanche io sapevo. Ci assomigliavamo molto. Però di questa spettacolarizzazione di una morte da salotto ino non voglio far parte»
C’è anche chi chiede un selfie al funerale.
«Vicenda paradossale, il tipo lo conosco anche, perché è di un paese vicino a Parma. Un cretino, che poi se è vantato in treno di quel che aveva fatto con tutti che lo ascoltavano. Ma non c’è molta differenza tra lui e quello che una volta ha fatto la “cangurotta” allo show e ne rende testimonianza. Di cosa parliamo? Maurizio Costanzo è da studiare sui testi di scuola, non è un argomento per fare un mezzo punto di audience in più»
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