L’Italia settimanale 26 gennaio 1994
La più potente lobby omosessuale del mondo, l’IIga, che propaganda anche la pedofilia, è stata abilitata ad agire sotto la bandiera delle Nazioni Unite in azioni umanitarie. Magari nel soccorso dei bambini minacciati dalle guerre e dalla fame
di Flavio Biondi
La più potente lobby omosessuale del pianeta, la International Gay and Lesbian Association (Ilga), ha ottenuto il 30 luglio scorso lo status di “Organizzazione Non Governativa” (Ngo), presso le Nazioni Unite. L’evento si è risaputo solo adesso, e solo per un incidente di percorso: il quotidiano Washington Times ha denunciato che della Ilga Fa parte la North American Man-Boy Love Association (Nambla): un gruppo di pressione i cui membri, pedofili, chiedono la depenalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti e bambini “consenzienti”.
La rivelazione ha creato qualche imbarazzo a John Blaney, il rappresentante americano all’Onu che, a nome degli Stati Uniti d’America, aveva raccomandato la lobby dei gay e delle lesbiche come organizzazione “morale” degna di agire sotto la bandiera delle Nazioni Unite nelle azioni umanitarie; magari nel soccorso a bambini minacciati dalla guerra o dalla fame. Blaney ha minacciato di ritirare il voto favorevole degli Usa se la Ilga non cessa di propagandare la pedofilia: almeno «mentre sono in corso le consultazioni con il Consiglio Economico e Sociale» dell’Onu, l’organo presso cui la lobby degli omosex ha voluto accreditarsi.
Il caso ha sollevato qualche dubbio, presto soffocato, sui criteri validi per ottenere la condizione di Non Governmental Organization, un’etichetta che consente a gruppi di ogni genere facilitazioni fiscali, la possibilità di usare mezzi di trasporto dell’Onu nelle missioni all’estero, uno status di immunità semi-diplomatico, e un’autorevolezza straordinaria presso i mass-media.
Alcune Ngo sono giustamente celebri, come Médécine sans Frontiéres o Amnesty International. Ma l’Onu ha concesso il medesimo status privilegiato ad almeno 20 mila gruppi privati, autonominatisi “associazioni di volontariato” e “umanitarie”, che spesso sono solo lobby, che rappresentano interessi discutibili, promossi in modi anche più discutibili. Il caso della International Gay and Lesbian Association è in questo senso istruttivo: la lobby è nota soprattutto per diffondere nelle scuole americane degli opuscoli, i cui titoli suonano Daddy’s Roommate (Il compagno di letto di papà) o Heater has two Mommies (Heater ha due mamme), che “educano” gli scolari a non discriminare gli omosessuali e a considerare “normali” i loro comportamenti.
Ancor più significativo il caso di Planned Parenthood, il danaroso gruppo d’opinione che promuove l’aborto in Usa; esso ha ricevuto lo stato di Ngo che è stato invece negato al gruppo anti-abortista Operation Rescue.
Un convegno delle Ngo tenutosi ad Atlanta nel gennaio ’93 ha rivelato che, per la massima parte, queste innumerevoli associazioni “riconosciute dall’Onu” dichiarano di dedicarsi alla “difesa dei diritti umani”, alla “difesa dell’ambiente” o alla “pace”. Sotto queste vaghe etichette (ma con l’autorità dell’Onu) queste organizzazioni s’arrogano un diritto di ingerenza sovrannazionale; per esempio imponendo l’interruzione di aiuti internazionali agli Stati che accusano di “delitti ecologici”. Oppure finanziando formazioni eversive: è il caso del Partito del Lavoro (marxista ed estremista) del Brasile, aiutato finanziariamente da Ngo olandesi.
Altre Ngo hanno condotto campagne di stampa a favore dei terroristi di Sendero Luminoso (la fazione guerrigliera che ha ucciso almeno 20 mila persone in Perù), i cui “diritti umani” verrebbero violati dall’esercito regolare peruviano. Altre Ngo, come la Anti-Defamation League e la B’nai B’rith, premono sui governi locali per strappar loro leggi speciali contro “ogni tipo di discriminazione”. Quanto alle entità che si adoperano per “la pace”, vi spiccano associazioni “volontarie” come il Consiglio Mondiale della Pace o la Federazione Sindacale Mondiale (con sede a Praga) che sono vecchie facciate della propaganda sovietica sopravvissute all’Urss.
Nonostante la loro dubbia natura, l’Onu promuove questi gruppi (spesso finanziati dalle “fondazioni culturali” emananti delle multinazionali) come espressioni della «coscienza planetaria dei popoli», più democratiche dei Parlamenti eletti. «Le Ngo rappresentano un’invenzione sociale unica del sistema planetario post-moderno, è stato detto ad un convegno di Organizzazioni non-governative tenutosi a Cleveland il 13-19 novembre dell’89. A quel convegno, il sociologo Howard Perlmutter della Wharton School, ha esaltato le Ngo come mezzo per giungere «a un ordine mondiale di valori condivisi, in cui nazioni e culture diventano più aperte alle influenze reciproche».
La pedofilia, evidentemente, deve diventare un valore condiviso.