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Nei tempi moderni, col Rousseau, la sua dottrina della “educazione negativa” e i suoi eredi pedagogici, la pedagogia ha tolto al maestro la sua funzione di iniziatore e datore della cultura, per attribuirgli unicamente il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il libero sviluppo interno dello scolaro.
Mario Casotti è nato a Roma nel 1896, allievo di Gentile, si laurea in filosofia nel 1919. Dirige varie riviste della “scuola” gentiliana. Dopo aver insegnato pedagogia a Pisa e a Torino, si converte al cattolicesimo.
Nel 1930 pubblica Maestro e scolaro. Saggio di filosofia dell’educazione, risposta teoretica di un autore cattolico alle tesi idealistiche, nella quale delinea una concezione pedagogica cattolica nello spirito del tomismo.
Seguono numerose pubblicazioni, la direzione di un’intera collana pedagogica, e una lunga carriera all’Università Cattolica, tutta spesa nel denunciare le aberrazioni della nuova pedagogia e nell’auspicare il ritorno all’umanesimo popolare cristiano.
Quando muore, nel 1975, il mondo culturale lo ignora.