[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
di Rino Cammilleri
Ma quella rivoluzione aveva inventato anche il conflitto generazionale e il giovane Champagnat fece di testa sua. In quel seminario Marcelin ebbe come compagni Jean Vianney (il futuro Curato d’Ars) e Jean-Claude Colin (poi fondatore dei Maristi). Nel 1816 i tre giovani sacerdoti si consacrarono alla Madonna e lo Champagnat, divenuto viceparroco, si mise in testa di aggiungere ai Padri Maristi del Colin (di cui ormai faceva parte) i laici Fratelli Maristi, dediti all’istruzione primaria specialmente nelle campagne.
Alla Restaurazione l’opera si rivelò così egregia da far richiedere quei congregati a molti comuni francesi. Nel 1836 la Santa Sede riconobbe ufficialmente la nuova congregazione e le affidò le missioni in Oceania. Diversi furono i sacerdoti che si resero conto dello sfacelo lasciato dalla Rivoluzione e dalle successive follie napoleoniche.
Soprattutto, vent’anni di ghigliottine e guerre ideologiche avevano fatto tabula rasa nei cervelli. Perciò in parecchi si consacrarono all’istruzione (come i contemporanei Marianisti, per esempio). Lo Champagnat morì nel 1840. Nel 1903 le leggi anticlericali costrinsero i Fratelli a chiudere i loro collegi francesi e a portare la casa-madre in Italia.
Il Giornale 6 giugno 2005