[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
Quinta degli otto figli di Jan Kotowicz, proprietario terriero ucraino, nacque nel 1827, in un periodo in cui i russi cercavano di cancellare ogni traccia di cattolicesimo. Ricca, colta e affascinante, avrebbe voluto farsi suora ma il padre sul letto di morte le strappò la promessa di accasarsi.
Così, nel 1849 sposò il possidente Karol Darowski e gli diede due figli. Ma dopo soli tre anni il tifo la rese vedova e si portò via anche il figlioletto maschio. La venticinquenne Marcellina andò a stare a Berlino, poi a Parigi e infine a Roma. Qui fece amicizia con la conterranea Giuseppina Karska, fondatrice delle Suore dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (che erano solo quattro, dette Immacolatine).
Nel 1860 la Karska morì e la Darowska fu scelta a succederle. Sistemata la figlia in collegio a Poznan, si adoperò per portare la sua congregazione in patria, ma potè farlo solo nei territori polacchi sotto dominazione asburgica. La casa fu fissata a Jazlowiec, in diocesi di Leopoli. In pochi anni le Immacolatine aprirono scuole gratuite e educandati.
Per l’insegnamento della religione, ottenuti i necessari permessi dalla Santa Sede, la Darowska approntò metodi e manuali che faceva stampare nella tipografia della comunità. Intanto cominciava la lunga trafila delle approvazioni: costituzioni, regola, decreti e quant’altro. Ci si mise di mezzo pure la perdita dello Stato Pontificio, avvenuta in quegli anni.
La Darowska provvide anche ad aprire case clandestine nei territori soggetti alla Russia. Malata di cuore e affetta da terribili emicranie morì nel 1911
Il Giornale 5 gennaio 2006