Tradizione Famiglia Proprietà n.61 giugno 201
Sabato 25 gennaio 2014, in una solenne cerimonia presso la basilica di Santa Chiara, a Napoli, la Chiesa ha proclamato beata la regina Maria Cristina di Savoia (1812-1836), moglie di Ferdinando II Re delle Due Sicilie. Alla cerimonia hanno partecipato rappresentanti delle Reali Case di Savoia e di Borbone Due Sicilie. Modello di santità e di nobiltà, simbolo di ciò che avrebbe potuto rappresentare l’Unità d’Italia nel segno della Tradizione
di Antonio Sala
Maria Cristina Carlotta Giuseppina Gaetana Efisia di Savoia nacque a Cagliari il 14 novembre 1812 e subito fu consacrata a Maria Santissima. Figlia minore di Vittorio Emanuele I di Sardegna e dell’arciduchessa Maria Teresa di Asburgo-Este, fu principessa del regno di Sardegna per nascita, e regina delle Due Sicilie per matrimonio con Ferdinando II.
Suo padre aveva combattuto contro le forze rivoluzionarie francesi nella campagna del 1793 in Savoia e dopo la pace di Parigi seguì la famiglia reale nell’esilio di Cagliari. Fiero avversario di Napoleone, non accettò compromessi: tornò in Piemonte soltanto dopo la sconfitta del Bonaparte nel maggio 1814.
Adolescente, dopo l’abdicazione di Vittorio Emanuele I a favore di Carlo Felice (1765-1831), il soggiorno a Nizza, il trasferimento a Moncalieri (dove il padre morì) e una breve sosta a Modena, si stabilì con la madre e la sorella maggiore Maria Anna (1803-1884), che diverrà Imperatrice d’Austria, a Palazzo Tursi nella città di Genova. Tutte e tre nel 1825 decisero di recarsi a Roma per l’apertura dell’Anno Santo: la paterna benevolenza di Papa Leone XIII, la solennità delle sacre funzioni e la visita alle numerose chiese, ai tanti monasteri e alle catacombe contribuirono ad accrescere l’intensità della fede di Maria Cristina.
Appena ventenne, dopo la morte della madre, lasciò Genova e per volere di re Carlo Alberto (1798-1849), raggiunse Torino. A sorreggerla e confortarla in tanto succedersi di lutti e distacchi, non le rimase che la sua salda e forte fede, così forte che avrebbe desiderato divenire monaca di clausura, ma Carlo Alberto, la Regina Maria Teresa di Toscana (1801-1855) e l’entourage di Corte cercarono di dissuaderla.
Infine, il suo direttore spirituale, l’olivetano Giovan Battista Terzi, fece cadere ogni sua resistenza. Maria Cristina scriverà: «Ancora non capisco come io abbia potuto finire, col mio carattere, per cambiare parere e dire di sì; la cosa non si spiega altrimenti che col riconoscervi proprio la volontà di Dio, a cui niente è impossibile».
Il 21 novembre 1832 nel Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta a Genova, venne celebrato il matrimonio con Ferdinando II delle Due Sicilie (1810-1859). La Regina decise, in accordo con il Re, che una parte del denaro destinato ai festeggiamenti nuziali fosse utilizzato per donare una dote a 240 spose e per riscattare un buon numero di pegni depositati al Monte di Pietà.
Nei pochi anni in cui fu regina riuscì a impedire l’esecuzione di tutte le condanne capitali, e «finché ella visse tutti i condannati a morte furono aggraziati». Si dedicò prevalentemente ad azioni di bontà verso i poveri e i malati. Donna di grande mitezza, si fece ben volere da tutti e seppe anche reagire con intelligenza agli attacchi della propaganda.
Il suo credo cattolico non fu solo un sentimento, ma un fatto di vita: ogni giorno assisteva alla Santa Messa; non giungeva mai al tramonto senza aver recitato il Rosario; suoi libri quotidiani erano la Bibbia e l’Imitazione di Cristo; partecipava intensamente agli esercizi spirituali; fermava la carrozza ogni qual volta incontrava il Santo Viatico per via inginocchiandosi anche nel fango, in cappella teneva a lungo lo sguardo sul Tabernacolo per meglio concentrarsi su Colui ch’era padrone del suo cuore. Affidò la protezione della sua esistenza a Maria Santissima e donò il suo abito da sposa al Santuario di Santa Maria delle Grazie a Toledo, dove tuttora è conservato con venerazione.
Il 16 gennaio 1836 nacque Francesco II, l’ultimo re delle Due Sicilie. Il parto condusse alla morte la giovane Maria Cristina, morte che lei stessa aveva predetto e che accolse con rassegnazione, nella gioia di dare al mondo una nuova creatura di Dio.
Era il 31 gennaio e le campane suonarono il mezzogiorno. Maria Cristina, con in braccio il tanto atteso Francesco, giunto dopo tre anni di matrimonio, lo porse al sovrano, affermando: «Tu ne risponderai a Dio e al popolo… e quando sarà grande gli dirai che io muoio per lui».
Rivestita del manto regale, adagiata nell’urna ricoperta di un cristallo, venne trasportata nella Sala d’Erede per l’esposizione al pubblico. Per tre giorni il popolo sfilò in mesto pellegrinaggio per vedere un’ultima volta la «Reginella Santa», come ormai rutti la chiamavano. La salma venne tumulata nella Basilica di Santa Chiara (la stessa che accoglie le spoglie di suo figlio Francesco II), dove si trova tuttora.
Subito si verificarono fatti prodigiosi grazie alla sua intercessione. Re Ferdinando II avviò il processo di beatificazione della defunta regina consorte Maria Cristina. Pio IX nel 1859 firmò il decreto di introduzione della sua causa di beatificazione. Il 10 luglio 1859 la Santa Sede comunicò che la scomparsa regina era stata proclamata venerabile.
Il miracolo che ha permesso la sua beatificazione è stato descritto e accertato dai medici della Consulta della Congregazione delle Cause dei Santi. Si tratta della guarigione della sig.na Maria Vallarino da una tumefazione al seno. L’iter della causa di beatificazione della Venerabile Maria Cristina di Savoia si è concluso felicemente nel corso dell’anno bicentenario della sua nascita e dell’Anno della Fede. Questa coincidenza è estremamente significativa se consideriamo che le ultime parole della Venerabile sul letto di morte furono anche la sua più alta professione di fede: “Credo, Domine! Credo, Domine! “.
Nel pomeriggio del 2 maggio 2013 papa Francesco, ricevuto in udienza privata il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione della regina Maria Cristina. La beatificazione è avvenuta nella mattinata di sabato 25 gennaio 2014 nella Basilica di Santa Chiara a Napoli. La sera, a Palermo, città che diede i natali al suo sposo Ferdinando II, il Comitato Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie ha onorato la “Regina Santa” con un solenne Te Deum presieduto da S. E. il Cardinale Paolo Romeo, e la pubblicazione del volume di Tommaso Romano e Antonino Sala «La Beata Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie (1812-1836) Regalità e Santità».
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Maria Cristina e la “sua” Napoli
di Marina Garrese
Per tanti napoletani poco dopo la sua morte era già la “Reginella Santa”, e Maria Cristina di Savoia, moglie di Ferdinando II di Borbone, e Regina delle Due Sicilie, sugli altari è arrivata davvero.
Il 25 gennaio scorso è stata proclamata Beata nella Basilica di Santa Chiara, a Napoli. Presenti tre Cardinali, sei Vescovi, decine di Principi e Nobili di tutta Europa, e oltre duemila fedeli. Il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, ha letto la bolla papale di beatificazione. “La vita di Maria Cristina è un modello per la Chiesa“, ha affermato.
Nata a Cagliari nel 1812 da Vittorio Emanuele I di Savoia e Maria Teresa d’Asburgo Austria, costretti all’esilio in Sardegna in seguito all’occupazione di Torino da parte delle truppe rivoluzionarie francesi, rimase orfana del padre a 11 anni. La sua profonda religiosità fu influenzata dallo zio, Carlo Emanuele IV (1751-1819), marito di Maria Clotìlde Saveria Borbone (1759-1802), sorella di Luigi XVI, che dopo la morte della moglie entrò nel noviziato dei Gesuiti. La Principessa Maria Clotilde è stata dichiarata Venerabile dalla Chiesa.
Maria Cristina pensava – riferiscono concordemente i suoi biografi – alla consacrazione religiosa, ma Carlo Alberto, salito al trono di Sardegna dopo che i liberali avevano costretto all’abdicazione Carlo Felice, progettava per lei un matrimonio di Stato che consentisse ai Savoia un’alleanza con i Borbone di Napoli.
Consigliata dal suo confessore, l’olivetano Padre Giovan Battista Terzi, accettò con obbedienza la scelta del proprio stato e le nozze con il venti-duenne Ferdinando II di Borbone. Il matrimonio fu celebrato il 21 novembre 1832 a Veltri (Genova), nel Santuario di Maria Santissima dell’Acquasanta.
Dieci giorni dopo la coppia reale giunse a Napoli in nave, accolta da una folla entusiasta. Maria Cristina, come primo atto riscattò dal Monte di Pietà tutti i pegni fino a sei ducati e li restituì ai proprietari, dette in dono al tesoro di San Gennaro un prezioso diadema ereditato dalla madre e regalò la dote a 240 spose povere del Regno. Il popolo napoletano l’adorava. Recenti ricerche hanno fatto scoprire immaginette della Regina di Napoli che i legittimisti borbonici portavano sui fucili dopo il 1861. Maria Cristina amava molto la sua nuova Patria e lo dimostrava in ogni modo possibile.
Col marito Ferdinando II, nonostante maldicenze e aneddoti denigratori messi in giro dalla propaganda liberale, che hanno trovato eco perfino in Benedetto Croce, il rapporto era splendido. “Non si riesce a trovare una virgola che faccia pensare a una costrizione o a una pietosa bugia “, ha scritto nel suo recente libro sulla Regina Maria Teresa Balbiano d’Aramengo, che ha consultato il suo folto epistolario.
Il 16 gennaio 1836 Maria Cristina di Savoia dette alla luce l’erede al trono di Napoli, il futuro Francesco II. Aveva chiesto insistentemente a Dio il dono della maternità. Mori di setticemia quindici giorni dopo il parto, il 31 gennaio 1836, a soli 23 anni. Il popolo già la invocava nelle sue preghiere, e nel 1852 il Cardinale Sisto Riario Sforza, Arcivescovo di Napoli, avviò il Processo sulla fama di santità, virtù e miracoli di Maria Cristina, conclusosi l’anno scorso.