Maria Goretti

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Maria_Goretti

di Rino Cammilleri

Il regista Augusto Genina ha tratto da questa vicenda Cielo sulla palude, capolavoro del neorealismo; l’amico scrittore Giordano Bruno Guerri, collaboratore di questo giornale, un libro discusso e discutibile. Povera santa, povero assassino, buon esempio di talento degno di miglior causa. La figlia del mezzadro anconitano morto di malaria presso Nettuno, la ragazzina che la gente definiva “un angelo di figliola”, il diciottenne Alessandro Serenelli (morto recentemente) che finì in galera per tentato stupro e omicidio: la storia è abbastanza nota ed ebbe il suo tragico epilogo nel 1902.

In sé non avrebbe niente di speciale per la cronaca; fatti del genere, purtroppo, se ne contano spesso. Ma la differenza sono i miracoli, che la piccola santa non ha mai mancato di far scendere su chi l’ha invocata. Il giorno in cui Pio XII canonizzò Maria Goretti nel 1950, la folla in piazza San Pietro era incalcolabile. Gli “spiriti forti” alla don Milani potranno ancora chiedersi se valeva la pena di perdere la vita per “due centimetri di pelle”.

E sicuramente, se la cosa fosse accaduta a loro (ma purtroppo non accade mai), tutto sarebbe finito in un processo, magari con corteo e manifestazione di femministe (o di gay, se del caso) a Roma. Qualche telegiornale, diversi interventi ai talk-show, telegrammi di solidarietà dei vip. Invece Maria Goretti era troppo povera e ignorante (anche se non così sprovveduta da non aver pensato di poter risolvere la situazione economica della sua famiglia accondiscendendo a una richiesta anche a quel tempo abbastanza usuale).

Sapeva solo il catechismo e, anche durante la sua disperata difesa, l’istintivo pensiero era per l’anima del giovanotto, come testimoniò lui stesso. E per il perdono, che gli “spiriti forti” non conoscono.

il Giornale – 6 luglio 1995