Massoneria & Rivoluzione francese. Dagli illuminati all’illuminismo (2)

Ricognizioni

25 Novembre 2019

 Mario Di Giovanni  

Frances Yates († 1981), tra i massimi studiosi di storia post-rinascimentale del secolo scorso, nelle sue opere tratteggia l’azione di questa società di pensiero – un pensiero non più cristiano – che attraverso le crepe di una società europea lacerata dalla riforma protestante fece filtrare un messaggio totalmente eversivo, l’idea di una “riforma generale del mondo”, secondo la definizione della stessa Yates. (6)

Il movimento riformatore pre-massonico lasciò tracce della sua influenza in Francia, Germania, in area boemo-palatina e in area fiamminga, attraverso gli scritti di intellettuali apparentemente non uniti tra loro da vincoli associativi, ma in sinergia nel propagare una controreligione radicata nel platonismo, nell’umanesimo e nelle scienze occulte (con speciale attenzione per la kabala ebraica), in opposizione religiosa al cattolicesimo e in opposizione politica agli Asburgo.

Alla fine della Guerra dei trent’anni, in uno scacchiere geopolitico europeo ormai rivoluzionato, il “movimento riformatore” si radicò in Olanda per eleggere poi l’Inghilterra casa-madre, contestualmente alla caduta della monarchia cattolica degli Stuart (decapitazione di Carlo I, 1649).

Questo centro di potere occulto costituì la radice storica della massoneria: la Gran Loggia di Londra fu l’onda lunga del movimento riformatore, portatore di una controreligione: un “ateismo magico”, come poi sarebbe stato definito. Una filosofia che coniugava l’investigazione della verità universale attraverso lo studio delle scienze occulte, con l’esaltazione della scienza.

Era l’idea di un mondo senza Dio attraversato da forze misteriose increate che l’uomo nuovo, teso alla sapienza assoluta, era chiamato a conoscere e a soggiogare, armato della sua sola ragione, lungo i percorsi dell’illuminazione esoterica da un lato e della ricerca scientifica dall’altro. L’idea dell’uomo che si fa “simile a Dio”. Storia antica.

I fondatori della Gran Loggia di Londra non rappresentavano però solo una società di pensiero, ma anche, per così dire, una società per azioni. I primi cenacoli del “movimento riformatore” in Olanda, che avrebbero poi preso forma di logge, orbitavano intorno ai banchieri di Amsterdam, che furono poi gli azionisti principali della Banca d’Inghilterra, fondata nel 1684, all’ombra della quale fu fondata la Gran Loggia di Londra.

Era un centro di potere con ansie di potere globale: la nascente massoneria, per bocca di un suo oratore, auspicava la creazione di un “mondo unico” con quasi tre secoli di anticipo sulle odierne meraviglie della globalizzazione. Michel Ramsay, gentiluomo scozzese affiliato alla massoneria, in un suo “discorso di loggia” del 1738, da allora citato infinite volte nella letteratura massonica, dichiarò “Il mondo intero non è che una grande repubblica”.(7)

In realtà la Gran Loggia di Londra non rappresentò una fondazione, perché di fatto aveva riunito in un organismo federativo quattro logge simboliche preesistenti, che si riunivano da tempo in altrettante taverne di Londra. Essa rappresentò piuttosto una riorganizzazione, in vista di una discesa in campo.

La storia massonica è esplicita, a riguardo, e dà notizia dell’esistenza di logge simboliche, sul suolo inglese, sin dai primi del 1600. Logge che furono veicolo, si noti, di un pensiero pre-illuminista.

Scrive uno storico massone: (8) “…non si spiegherebbe la rapida espansione muratoria in soli 10-15 anni dopo il 1717 non solo nel Regno Unito ma in tutta Europa, se non si prospetta l’idea storiografica di una vitale preesistente massoneria, già a carattere speculativo, a indirizzo umanistico-illuministico”.

Lo stesso indirizzo umanistico-illuministico che caratterizzava il “movimento riformatore”. France Yates non ha dubbi in proposito: la sostanza del pensiero che univa tra loro gli intellettuali del “Movimento”, era la stessa che si sarebbe poi affermata con l’Illuminismo settecentesco (9).

Questo significa che la “modernità” si è abbondantemente nutrita di magia e kabala, prima ancora che che di razionalismo e di scientismo, e che essa non nasce nell’Età dei Lumi, ma un secolo prima, all’ombra di società segrete popolate da “Illuminati”.

Un filo rosso unisce il “movimento riformatore” di cui Frances Yates narra la storia, e le prime logge massoniche simboliche sul suolo inglese, che furono sin dalla metà del Seicento veicolo di filosofie che più tardi, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, si sarebbero affermate con i “liberi pensatori” inglesi: Toland, Tindall, Collins, Shaftesbury, precursori dell’illuminismo europeo.

La concordanza di pensiero tra questi ultimi e la nascente massoneria è sostanziale: razionalismo, ateismo sostanziale mascherato da “deismo” (l’idea di una intelligenza universale irraggiungibile e inconoscibile, che non si rivela all’uomo) e una segreta passione per l’occultismo. I liberi pensatori inglesi furono solo influenzati dalla nascente massoneria, o appartenevano a essa?

Non vi sono documenti che ne certifichino l’affiliazione, d’altro canto un autorevole storico massone non ha esitazioni nel fornire la risposta per il più famoso tra i liberi pensatori inglesi, e dunque per tutti. Ernesto Nys (10): “A giudicare da uno dei suoi libri apparso nel 1720, John Toland era già stato iniziato alla Massoneria”.

Sussiste quindi una forte contaminazione del pensiero massonico nella formazione del pensiero moderno o, per dir meglio, un’identificazione vera e propria, posto che nella storia reale la massoneria non appare un prodotto dell’Illuminismo, come narra la storia ufficiale, ma la sua matrice, la sua maestra segreta.

Del resto, se vi si riflette, la modernità oscilla perennemente tra la razionalità della scienza e l’irrazionalità della magia, sullo sfondo di un anticristianesimo sostanziale: nel pensiero moderno, l’uomo è il redentore di se stesso, non ha bisogno di Cristo. Lo stesso anticristianesimo che caratterizzò il “Movimento riformatore”, poi la massoneria, quindi il movimento illuminista, per circolare infine nelle vene della Rivoluzione francese.

La Chiesa avvertì subito il pericolo e condannò la massoneria a pochi anni dalla costituzione della Gran Loggia di Londra. Scrive Papa Clemente XII nella Bolla In eminenti del maggio 1738: “Da molto tempo sono state rese note a Noi, e fanno largamente progressi, e vanno crescendo di giorno in giorno, certe società (…) o conventicole (…) volgarmente chiamate dei Liberi Muratori oppure Francs Massons (…) nelle quali si associano uomini di qualunque religione e setta (…) che operano insieme di nascosto (…) vincolandosi con esagerazioni di gravi pene a mantenere il segreto con inviolabile silenzio, (…) Se essi non agissero male, non avrebbero in nessun modo tanto odio alla luce. (…) Noi pertanto, considerando bene i danni gravissimi che da tali società o conventicole di tal natura, vengono portati in sommo grado non solo alla tranquillità dello Stato ma anche alla salvezza spirituale dell’anima (…) affinché simili uomini non invadano la casa come ladri (…) pervertano i cuori degli ingenui e non feriscano nel segreto gli innocenti (…) condanniamo e proibiamo le società o conventicole dei Liberi Muratori o Francs Massons o con altro qualsivoglia nome chiamate”.

L’appello del Papa non trovò una risposta adeguata, così i gentiluomini e borghesi che, in tutta Europa, accorsero a frotte in massoneria allettati dai suoi misteri, trovarono ad attenderli un sodalizio che altro obiettivo non aveva se non la cancellazione di quanto il cristianesimo aveva costruito in 17 secoli.

Centocinquant’anni dopo l’enciclica di Papa Clemente, Papa Leone XIII così sintetizzava il progetto epocale della massoneria nell’enciclica Humanum genus, 20 aprile 1884: “I Framassoni tendono, e tutti i loro sforzi hanno quest’unico fine, a distruggere dalle fondamenta qualsiasi disciplina religiosa e sociale che sia nata dalle istituzioni cristiane, per sostituirla con una nuova, conforme alle loro idee”.

In tempi in cui si parlava chiaro, dall’una e dall’altra parte, la massoneria si guardò bene dal negarlo. Scriveva F.C. Limousine, tra i più autorevoli massoni di Francia di inizio 900: “La Massoneria è un’associazione…una istituzione….Non è così, è più di così! (…) La Massoneria è una chiesa, l’Anti-Chiesa, l’anticattolicesmo, l’altra Chiesa” (11).

Tutto questo prendeva corpo per il neofita all’atto stesso dell’entrata in massoneria. Lo storico cattolico Gustave Bord (12): “Il primo effetto dell’iniziazione massonica è di purificare l’apprendista da ogni mentalità cristiana, se egli ne ha una”. Il rito d’iniziazione è eloquente, a riguardo.

Lo storico massone Alec Mellor (Mellor scrive nel 1960) (13): “Oggi, al momento dell’iniziazione al primo grado, l’obbligazione del neofita è prestata in questi termini nelle logge dipendenti dalla Gran Loggia di Francia: ‘Io giuro e prometto (…) di non rivelare mai nessuno dei misteri della Libera Muratoria che stanno per essermi confidati, se non ad un buono e legittimo massone oppure in una Loggia regolarmente costituita (…) sotto pena di aver tagliata la gola, la lingua strappata, e di essere seppellito nella sabbia del mare’. Questa terribile formula è la trascrizione pura e semplice del giuramento inglese dopo il 1717”.

Lo stesso Mellor riporta il giuramento in questione: “Il giornale londinese ‘The Flying Post’ dell’11-13 aprile 1723 pubblicò A Masons’s Examination, il più antico catechismo massonico stampato conosciuto. L’obbligazione dell’apprendista vi è descritta così. ‘Egli giura di non rivelare nessuno dei segreti della venerabile Fratellanza, sotto pena di aver la propria gola tagliata (…) Dopo di che egli deve assumere un migliaio di differenti posizioni e smorfie, le quali tutte egli deve imitare esattamente, oppure essere sottoposto alla disciplina finché riesca a farlo’(14).

Quest’ultimo passaggio chiarisce bene quanto fosse “libero” il pensiero degli Illuministi.

Note

6) Cfr. Frances A.Yates, “ L’Iluminismo dei Rosacroce”, Einaudi, Torino 1972, p.68.

7) Cit. in Susanna Gianfermo “Settecento fiorentino erudito e massone” Longo Editore, Ravenna 1986, p.19.

8) Cfr.Eugenio Bonvivini, “La Libera Muratoria”, SugarCo Edizioni, Milano 1978, p.176.

9) Cfr.Frances Yates, op.cit. p.275

10) Cfr. Ernesto Nys, op.cit., p.26. Si fa riferimento all’opera di Toland, “Pantheisticon, redatta in latino, nella quale Toland scrive di una società segreta che professava una controreligione.

11) Cfr.F.Giantulli, “L’essenza della massoneria italiana: il naturalismo” Pucci Cipriani Editore, Furenze 1973, pp.77-78. Florido Giantulli, Padre gesuita, 1906-1974.

12) Cfr. Gustave Bord, “La Franc-maçonnerie en France”, Paris, Nouv. libr.nat, 1909. Dalla prefazione, p.17 . Il passo tradotto dal francese è citato in Orio Nardi “Attualità della rivoluzione”, Edizioni SAVEN Lugano, stampato in Milano 1980, p.80.

13) Cfr.Alec Mellor “ I nostri fratelli separati – i Liberi Muratori”, Edizioni Bolla, Milano 1963, p.49

14) Ibid., p.53

(continua)

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(1) Liberté, Egalité… Modernité

(3) L’intolleranza del “tollerante” Voltaire

(4) La guerra a Cristo

(5) la trappola degli Stati Generali