di Cesare De Carlo
Fra i simbolismi riferiti al viaggio di Bush, quello che ha attirato minore attenzione si è celebrato ieri in Vaticano: la consegna al Papa della Medaglia della Libertà. Forse è prevalsa l’impressione dell’ossequio diplomatico.. Dell’ omaggio rabbonitore inteso a superare i contrasti sulla guerra in Iraq. Può darsi che nel gesto di Bush ci fosse questa componente. Non la maggiore, comunque. La maggiore e più significativa era un’altra.
Aveva come destinatari tutti coloro che nella Curia vaticana, nella sinistra cattolica, nel movimento pacifista, hanno approfittato delle lacerazioni sull’Iraq per appiccicare a questo Papa le piume della colomba. No. L ‘ex cardinale Wojtyla, salito al soglio di Pietro oltre un quarto di secolo fa, non è mai stato una colomba in fatto di libertà.
Fu lui negli anni ottanta a iniziare lo scardinamento del blocco sovietico, di cui la sua Polonia era uno dei satelliti. Fu lui a benedire e incoraggiare l’azione di Lech Walesa, il tribuno bianco dei cantieri di Danzica. Fu lui infine a tener viva, durante la repressione di Jaruzelski, la fiamma liberatoria che avrebbe portato al crollo del muro di Berlino, alle incruente rivoluzioni (controrivoluzioni nel linguaggio di Mosca) nell’intero Est europeo, alla disintegrazione della stessa Urss, al collasso — infine —del comunismo mondiale. Altro che colomba! Questo Papa è stato un falco nella lotta contro il totalitarismo liberticida.
Senza di lui l ‘Urss sarebbe ancora al suo posto, seppur presumibilmente più in dissesto di quando si rassegnò al suicidio. Senza di lui la storia sarebbe oggi diversa. Ben lo capì Suslov, l’ideologo del Cremino, che nel 1981 cercò di farlo uccidere prima che gli eventi prendessero la piega temuta.
Anni fa un cardinale tedesco, uno di coloro che in conclave — con l’occhio rivolto alla riunificazione della Germania — aveva votato per lo sconosciuto Wojtyla, mi confidò: la Provvidenza ce lo mandò, la Provvidenza ce lo salvò. Quell’Arcivescovo venuto da Cracovia aveva una missione da compiere. E la compì a costo, quasi, della vita: liberò un mezzo continente dalla schiavitù, liberò il mondo intero dai veleni dell’ultimo totalitarismo ideologico.
Nessuno più di lui meritava la medaglia della Libertà. Degli “eroi del nostro tempo”, come lo ha definito Bush, è l’ultimo ancora in attività di servizio.