Intervista a Rino Cammilleri sulle apparizioni mariane più lunghe della storia (dal 25 giugno 1981)
Giuseppe Brienza
Dopo più di 30 anni di (non ancora riconosciute) apparizioni, infatti, abbonda la letteratura su Medjugorje, ma pochi sono i libri che cercano di inserire questi straordinari avvenimenti in un preciso contesto storico e religioso, a partire dai due viaggi effettuati laggiù dall’Autore nel 1990 e nel 2011. Con Cammilleri parliamo dunque non di esperienze soprannaturali vissute, ma di una fede che dai suoi pellegrinaggi nella sperduta parrocchia ex-Jugoslava esce confermata e rafforzata.
Lei ha appena pubblicato un libro, Medjugorje. Il cammino del cuore (Mondadori, Milano 2012, pp. 235, € 17,50), nel quale presenta questo straordinario evento delle apparizioni. Quale fede spinge così tante persone a recarsi a Medjugorje?
Rino Cammilleri: Una fede “debitrice” delle apparizioni e dei racconti di chi ci è già stato. Nel libro uso come falsariga due miei pellegrinaggi in loco a distanza di vent’anni l’uno dall’altro. E riporto tutte le riflessioni, anche storiche (intendo, di altre apparizioni della Madonna), che i due viaggi mi hanno suggerito. Senza trascurare, perché no, i dubbi su segreti, profezie, fine dei tempi eccetera.
Il suo libro è l’ultimo in ordine di tempo su Medjugorje. Come mai ha aspettato tanto tempo a scriverlo?7
Rino Cammilleri: L’idea mi è venuta solo dopo il mio secondo viaggio. Ho esitato a lungo anche perché ormai il tema è dilagato sui media, ci sono anche dispense settimanali… Ho pensato, tuttavia, che mancava una voce dei senza voce, quella maggioranza necessariamente silenziosa che a Medjugorje non ha visto nulla di “speciale” se non i frutti che garantiscono della bontà dell’albero. Così, ho voluto mettere su carta i miei pellegrinaggi; e soprattutto le riflessioni che mi hanno suggerito in tema di apparizioni, profezie, segreti. Nonché i dubbi che, negli anni, mi sono sorti su questo o quell’altro punto dell’intera vicenda e che ho confrontato con altre apparizioni, storiche e/o ancora in corso.
Cosa fa delle apparizioni di Medjugorje un evento eccezionale nella storia?
Rino Cammilleri: Tutto a Medjugorje risulta eccezionale, soprattutto la durata del fenomeno. Trent’anni, e ancora continua. I veggenti, poi, sono i primi – nella storia delle apparizioni – ad essere stati sottoposti al vaglio della tecnologia medica e mediatica del terzo millennio. Ma è soprattutto il passa-parola a funzionare: il numero di persone che tornano convertite o sbalordite dalla vista di fenomeni straordinari è contagioso, tanto che ormai siamo sul milione di pellegrini l’anno. E in continuo aumento. Personalmente non ho visto nulla né sono tornato emotivamente segnato. Ma conosco ormai troppa gente che ha visto e ha “provato”.
Ma cosa spinge i fedeli a intraprendere il viaggio verso una località così remota?
Rino Cammilleri: la perdita di autorevolezza della Chiesa e dei suoi rappresentanti, unita ai guasti umani della scristianizzazione, fa sì che la gente cerchi un contatto immediato (cioè, non mediato) col Sacro. In soldoni: le parole (omelie, convegni, piani pastorali e quant’altro) non bastano più, anche perché, nell’era mediatica, siamo già più che frastornati dalle chiacchiere, dalle esortazioni, dalle promesse, dai proclami di principio provenienti da ogni parte (perfino i cantanti “predicano”).
C’è il bisogno di andare alla fonte, dalla Madonna, che parla poco e agisce molto, garantendo quel poco che dice coi miracoli. Soprattutto quello della conversione, che rimette l’uomo in sesto, dà il senso della vita e la pace interiore, nonché la forza per affrontare l’esistenza nei suoi aspetti peggiori. Oggi, a quanto pare, il compito della rievangelizzazione se l’è assunto direttamente la Vergine.
È al lavoro da più di due anni una commissione d’inchiesta, presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Secondo lei, a quali conclusioni giungerà?
Rino Cammilleri: La commissione non può pronunciarsi finché non siano finite le apparizioni, ed è logico: una dichiarazione oggi potrebbe essere smentita da un fatto sopravvenuto domani. Dunque, dovremo aspettare ancora e secondo me a lungo.
La Chiesa ha “anticipato” in qualche occasione un suo pronunciamento?
Credo che una autorevole posizione, da parte della S. Sede, sulle apparizioni, sia stata sintetizzata dal card. Tarcisio Bertone nel 2007, in un passaggio di una intervista rilasciata al compianto vaticanista del TG1 Guido De Carli. Mi riferisco a “L’ultima veggente di Fatima” (Ed. Rai-Rizzoli, pp. 103-107), libro che Benedetto XVI ha voluto avvalorare con una sua personale prefazione. In questo passaggio dell’intervista, il Segretario di Stato vaticano ha, fra l’altro, dichiarato: «tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje, luogo di culto mariano dove è possibile esprimersi con tutte le forme devozionali».
Ha così affermato l’assoluta libertà dei pellegrini di recarsi a Medjugorje, specificando che la Chiesa lo ritiene un luogo di culto mariano, dove è possibile partecipare alla S. Messa, fare la Via Crucis, l’Adorazione al Santissimo Sacramento e, soprattutto, confessarsi. Quest’ultimo, è argomento sul quale la Madonna torna innumerevoli volte nelle apparizioni.
Una sola citazione, al proposito, tratta dal messaggio dato alla veggente Mirijana il 2 luglio 2007: «Nel grande amore di Dio, oggi vengo a voi per condurvi sulla via dell’umiltà e della mitezza. Prima stazione su questa via figli miei, è la Confessione; rinunciate al vostro orgoglio e inginocchiatevi davanti a mio Figlio».