Meglio islamico che cattolico? La lezione di Aisha

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Aysha Barbato

La Nuova Bussola Quotidiana

28 maggio 2016

di Rino Cammilleri

L’ex deputato dipietrista Franco Barbato si è ritrovato con una figlia musulmana. Lui ebbe il suo breve momento di visibilità grazie alle sue trovate fustigatrici anti-casta, magliette a tema sfoggiate in Parlamento con gesti plateali simil-esibizionista (apri di colpo la giacca e compare la scritta sul petto), scenate con turpiloquio, espulsioni dall’aula. Niente di nuovo, si dirà, ma allora non era frequente come oggi.

Lui, barba e capelli lunghi alla Casaleggio, finì col rompere anche con l’Idv e continuò a fare il fustigatore per conto della televisiva La7. Attualmente cerca di diventare sindaco della sua Camposano, paesino del napoletano. Ora sua figlia Manuela, nata da un uomo energico, è divenuta Aisha, indossa l’hijab integrale e, come tutti i convertiti di fresco, inneggia al radicalismo islamico. Finiti gli studi si era trasferita in India col marito. Poi è tornata nella casa paterna con un bimbo. E il padre si lamenta che, quando è l’ora della preghiera, Aisha lascia il figlio piangere finché non ha finito.

IL CONVERTITO VA SEMPRE ALL’ESTREMO

Intervistato, l’ex onorevole ha confessato tutto il suo disappunto, aggiungendo che – pensate – a messa lei non ha voluto neanche dargli il “segno di pace”. A questo punto la domanda è: che ci fa una musulmana integralista in hijab a messa? Boh, misteri dell’accoglienza parrocchiarda. Ma la riflessione deve allargarsi a tutti quei giovani che si convertono all’islam, accettando di arabizzarsi.

Sì, perché se ti fai musulmano devi diventare arabo a cominciare dal nome. Poi devi pensare e vivere come un arabo. E così è, infatti. Uno che si converte da qualcosa al suo contrario (anche dal laicismo al cattolicesimo) difficilmente sceglie, del nuovo credo, una versione all’acqua di rose. Il convertito va sempre all’estremo, all’integralità senza mezze misure. Se avesse amato le mezze tinte sarebbe rimasto dov’era. Questo significa che molti giovani non sono affatto quegli smidollati che l’egemonia politicamente corretta vorrebbe far diventare. E non è vero che non siano capaci di impegni totali e definitivi.

Nel campo della religione cattolica, tradotto, vuol dire che il matrimonio indissolubile, la castità prematrimoniale, la castità perpetua in un ordine religioso non solo sono possibili, ma anche desiderabili. Sì, perché una ragazza italiana che si converte all’islam, ben sapendo che vita dovrà fare essendo donna, dimostra una sete di assoluto e di valori forti che il cattolicesimo non ha saputo offrirle. Una religione senza nerbo, tutta emotività e sentimentalismo, tutta un volemose bbene e che non dà giudizi netti perché chi sono io per giudicare, per i caratteri ardenti non ha alcuna attrattiva. Anzi, diciamola tutta: fa ridere.

IL CORAGGIO COME FONDAMENTO DI TUTTE LE VIRTÙ CRISTIANE

Il cattolicesimo vile e arrendevole, moscio e invertebrato perde la gente migliore, i coraggiosi e i decisi. E – come diceva un convertito di genio, Clive S. Lewis – il coraggio non è una virtù tra le altre, ma il fondamento stesso di tutte le virtù cristiane. «Il ricordo del passato è necessario per aiutarci a ritrovare le nostre radici e a risvegliare lo spirito militante dell’Europa cristiana». Così scrive lo storico Roberto De Mattei nel suo recente libretto Europa cristiana svegliati. Da Lepanto a Eugenio di Savoia (Quaderni della Fondazione Lepanto).

Sì, perché il cattolicesimo non è sempre stato come quello che oggi viene predicato. La sua proposta è sempre stata forte e recisa, tale da affascinare gli spiriti migliori, i temperamenti ardimentosi, gli uomini e le donne di polso. Perché coraggioso e di polso era il suo Fondatore, alla cui Imitazione tutti siamo chiamati. Leggete una qualsiasi presentazione di convegno ecclesiale odierna e chiedetevi perché mai un giovane dovrebbe essere attirato da quel mare di melensaggini tremebonde in essa contenuto, qualunque sia l’argomento.

Il messaggio potente di Cristo è stato trasformato in questo mieloso invito: «Salvate la foca». Aisha Barbato ha tutta la nostra comprensione.