Miles Christi nelle legioni del Terzo Reich

Karl Goldmann

Karl Goldmann

Studi Cattolici n. 579 maggio 2009

di Augusto Zuliani

Il padre francescano tedesco Gereon Goldmann nell’autobiografia pubblicata di recente in Italia (1), narrando le sue straordinarie vicissitudini durante la seconda guerra mondiale, ci offre anche una preziosa testimonianza sul cattolicesimo tedesco durante il Terzo Reich in tempore belli.

Gereon, al secolo Karl Goldmann, nasce nel 1916 in un paesino della Renania-Palatinato, trascorre l’infanzia e la prima gioventù a Fulda e poi a Colonia dove aderisce al movimento giovanile cattolico Bund Neudentschland (2), che si batte contro la Hiltlerjugend e le SA; nell’ottobre del 1936 entra nel noviziato francescano a Gorheim-Sigmaringen assumendo il nome di Gereon, ufficiale romano della Legione Tebana martirizzato nel 302 sotto Diocleziano, patrono di Colonia e santo protettore dei soldati.

Due anni con le Waffen SS

Arruolato nella Wehrmachi alle soglie della guerra con altri duecento studenti di teologia e seminaristi, tra cui diversi novizi francescani, Gereon, insieme ad altri dieci confratelli, chiede di essere inviato sul fronte orientale dove entra a far parte delle Waffen SS, nelle cui file milita per due anni: «tra i più interessanti della mia vita», scriverà. Da questo momento è un susseguirsi di episodi che vedono Gereon tener testa ad alti ufficiali delle SS e allo stesso Reichfuhrer Heinrich Himmler, ammirato dal ferrigno carattere del giovane che insieme ad altri confratelli potrà liberamente seguire le funzioni religiose.

Viene assegnato al reparto non combattente delle trasmissioni, e durante tutto il conflitto non farà mai uso delle armi, ma confesserà: «Ancora oggi non so come mi sarei comportato se mi avessero ordinato di sparare su qualcuno». Nella campagna di Francia soccorre i commilitoni feriti rischiando la vita, gesto per cui viene insignito della Croce di ferro; giunto a Parigi in qualità di interprete, sfrutta la sua temuta divisa per alleviare ai civili e al clero le durezze dell’occupazione.

Nell’autunno del 1940 durante un congedo di cinque mesi studia all’Università di Friburgo. dove incontra un oppositore del regime presso la casa editrice cattolica Werthmann: è il primo passo di un’avventura che vedrà Gereon coinvolto nell’«Operazione Walkiria», Tornato a Parigi si adopera, insieme al cappellano delle truppe tedesche l’abate Stock (3), nel recare conforto ai resistenti francesi, detenuti o giustiziati, trasmettendo i loro messaggi ai familiari.

Sul fronte orientale

Dopo il corso ufficiali, Gereon rompe con le Waffen-SS, rifiutandosi di firmare un documento che ingiunge il definitivo abbandono della vita religiosa e l’adesione all’ideologia nazionalsocialista; redige un contro-documento invitando gli altri seminaristi a sottoscriverlo ma senza successo; verranno tutti inviati sul fronte orientale e cadranno nell’assedio di Leningrado; Gereon invece entra nel servizio sanitario della Wehrmacht e viene destinato al fronte russo dove riesce a stampare manifestini con passi delle prediche dei vescovi tedeschi critici verso il regime.

Agli inizi del 1942, rimpatriato per motivi di salute, si reca nel campo di concentramento di Dachau presso Monaco, per visitare il superiore dei francescani che vi era internato, e scopre i maltrattamenti inflitti ai prigionieri, tra cui diversi sacerdoti (4). Arrestato dalla Gestapo con una serie di capi d’accusa che prevedevano la pena di morte, viene assolto dai tribunale di guerra di Kassel e per cinque mesi può proseguire gli studi a Friburgo; in tale periodo si reca a Imshausen presso Bebra, dove incontra Adam von Trott zu Selz (5) che lo mette al corrente del complotto per assassinare Hitler – noto anche al vescovo di Fulda – e gli consegna due messaggi in codice per i congiurati attivi a Parigi e a Roma.

Nell’aprile del 1943 viene assegnato a un reparto destinato al fronte russo, ma prima incontra suor Solana May che gli era stata vicino fin dall’infanzia e gli predice la sua ordinazione sacerdotale l’anno successivo e l’incontro con Pio XII. Arrestato su ordine di Berlino, Gereon teme siano stati scoperti i suoi legami con l’opposizione, ma dopo tre giorni viene invialo a Pau, da dove si reca a Lourdes; la sua successiva destinazione non è però la Russia, bensì l’Italia. Giunto con un’unità motorizzata a Lucera. Gereon si prodiga nel curare la popolazione e viene acclamato santo sotto gli occhi del vescovo locale.

La campagna d’Italia

Ben diverso è l’incontro con il presule di Patti che, solo minacciato con le armi, gli consegna le ostie e redige un documento con cui lo autorizza a somministrare i sacramenti ai soldati feriti o moribondi. Salvato da sicura morte durante un’incursione aerea, grazie all’avvertimento di una voce misteriosa cui non era stata estranea la preghiera di suor Solana.

Gereon svolge la sua attività sanitaria durante il ripiegamento delle truppe tedesche attraverso la Sicilia e la Penisola fino a Salerno. Nel novembre del 1943 è a Colonia, devastata dai bombardamenti della Raf (6), in dicembre avviene la sua ordinazione diaconale nella cappella del seminario di Rottenburg. Giunto a Roma il 1° gennaio 1944 incontra all’ambasciata tedesca von Kessel (7) cui consegna il messaggio verbale di von Trott, poi, forzando gli ostacoli posti da personaggi della Curia, ottiene udienza da Pio Xll e al suo stupore per i sacramenti amministrati mostra la lettera del vescovo di Patti; gli racconta la predizione di suor Solana convincendo definitivamente il Pontefice che scrive un biglietto da consegnare alla Congregazione per il clero e gli affida un documento col sigillo pontificio.

L’ordinazione a sacerdote è fissata il 30 gennaio nelle catacombe di Domitilla, ma il 24 il suo reparto viene inviato sul fronte di Montecassino, dove attraversa la più atroce esperienza. Fallo prigioniero dagli inglesi, ha occasione di vedere centinaia di civili, uomini, donne e ragazzi che trasportano enormi quantità di materiale bellico alleato, in aperta violazione delle leggi di guerra.

Dopo l’incontro burrascoso con un cappellano britannico viene interrogato per due giorni a Napoli da ufficiali alleati cui non rivela nulla sul complotto contro Hitler, ma la sua storia suscita diffidenza; inviato in volo ad Algeri, in un villaggio-prigione tenuto dai britannici dove resta due mesi, nota che «il cibo era scarso ma buono, c’era pulizia e igiene». Dopo altri interrogatori gli inglesi credono al suo racconto, cosi come l’arcivescovo dì Algeri dopo aver ricevuto un telegramma dal Vaticano.

Prigioniero ad Algeri

II prelato tuttavia rileva che il permesso papale vale solo per le zone di guerra, Gereon accetta allora l’internamento nei pressi di Algeri in una sorta di «monastero» retto dall’ex abate di Beuron, padre Raphael Walzer (8), che accoglieva i seminaristi tedeschi provenienti dai lager francesi. Qui Gereon viene ordinalo sacerdote dal vescovo coadiutore di Algeri e celebra la prima Messa restando ancora due mesi in quel «monastero» dove ha notizia del brutale trattamento riservato ai prigionieri tedeschi (9). Motivo per cui accetta la proposta di essere cappellano in un lager nel Marocco, ai confini del Sahara, dove millecinquecento sottoufficiali e sergenti maggiori delle SS e della Wehrmacht sopravvivevano in baracche fatte di sabbia, escrementi di cammello e paglia, soffrendo i rigori del clima e la fame.

In quell’ambiente dove regnava una spietata disciplina imposta dai nazisti più fanatici, riesce comunque a celebrare Messa, tenere corsi di religione e far costruire una cappella. Il 17 gennaio 1946 viene arrestato con l’accusa di essere uno dei responsabili del campo di concentramento di Dachau e di aver fatto uccidere dei prigionieri; inoltre gli si imputa la falsa ordinazione e la sua ostilità verso la Francia.

Il 27 febbraio viene condannato a morte, ma poche ore prima della fucilazione giunge una telefonala da Parigi che gli salva la vita. Pio XII è intervenuto direttamente, presentando a Jacques Maritain, allora ambasciatore francese presso la Santa Sede, una forte protesta contro la prevista esecuzione di un soldato tedesco che lui stesso aveva raccomandato per l’ordinazione.

Missionario in Giappone

Qui finisce il lungo viaggio di padre Gereon nei gironi infernali della guerra, ma solo nel 1954 potrà realizzare quel desiderio che aveva coltivato fin dall’infanzia: diventare missionario in Giappone. Un compito che affronterà con la stessa intransigente passione che aveva dimostrato durante il conflitto, dedicandosi a soccorrere i più poveri anche facendo -lo straccivendolo, e poi dando vita in quella terra a una serie di iniziative che gli meriteranno il plauso dello stesso imperatore Hirohito. Tornato in patria per trascorrere gli ultimi anni, si spegne a Fulda nel 1993.

Note

1) Gereon Goldmann. Milione SS. Un frate tra i nazisti. Ed. San Paolo. 2008. Il titolo ricalca quello dell’edizione francese uscita nello scorso aprile. Un Franciscain chez les SS, mentre la pubblicazione originale inglese del 1964 edita dalla Franciscain Herald Press di Chicago, e ristampata recentemente, recava un titolo meno «piccante»; The Shadow of His Wings (L’ombra delle sue ali), ripreso nella traduzione giapponese e nelle successive traduzioni in altre lingue asiatiche e africane.

2) II Bund Neudeutschland nasce nel primo dopoguerra per iniziativa dell’arcivescovo di Colonia, cardinale Felix von Hartrnann. con il determinante contributo dei gesuiti, in particolare di padre Ludwig Esch SJ. L’obiettivo era quello di sviluppare nei giovani «naturalezza, semplicità, sincerità, autoconsapevolezza e spirito comunitario” unitamente alle abilità fisiche, cosi come recitava il testo fondatore. l’Hirschberg-Programm del 1923. Il movimento, molto attivo nelle scuole superiori e quindi oggetto di particolare attenzione da parte del regime nazionalsocialista, fu di fatto sciolto nel 1934.

3) L’abate Franz Stock (1904-1948) in rapporto con il movimento cattolico francese del Sillon di ispirazione «progressista» guidato da Marc Sangnier, dal 1934 al 1939 è responsabile della Missione cattolica tedesca a Parigi, carica che deve abbandonare nell’imminenza del conflitto quando viene richiamato in patria, ma che riprende nell’agosto 1940, dopo la sconfitta della Francia. Nel 1941 visita le carceri parigine e viene incaricato dalle autorità militari tedesche di assistere i prigionieri francesi catturati per attività resistenziali, molti dei quali verranno giustiziati a Mont Valérien. Il suo grande impegno per mitigare le sofferenze dei detenuti e delle loro famiglie verrà riconosciuto dagli stessi francesi che nel 1990 gli dedicheranno una piazza davanti al Memoriale della Francia combattente.

4) Secondo stime attendibili circa 2.771 religiosi furono detenuti a Dachau. in grande maggioranza sacerdoti cattolici, seminaristi e frati laici; di essi ben 1780 erano polacchi coinvolti a vario titolo nella lotta antitedesca e 780 morirono nel campo di concentramento. Patrick J. Gallo, «Dachau’s Priests», Seattle Catholic. A Journal of Catholic; News and Views, 28 marzo 2003.

5) Adam von Trott zu Solz (1909-1944). Una delle figure più complesse dell’opposizione antinazista. Originario dell’aristocrazia prussiana, studia al Balliol College di Oxford, compie una lunga visita negli Stati Uniti i cui padri fondatori annoverano un suo antenato: John Jay. Nei viaggi successivi in Gran Bretagna e ancora negli Stati Uniti, cerca appoggi al movimento di opposizione e tornato in Germania si iscrive nel 1940 al Partito nazionalsocialista allo scopo di raccogliere utili informazioni per il gruppo che gravita intorno al Circolo di Kreisau. Questo gesto tuttavia proietterà su di lui un’ombra che secondo alcuni non verrà del tutto cancellata, neppure dopo la sua esecuzione nell’agosto del 1944, perché coinvolto nel fallito attentato a Hitler del 20 luglio. Un’interessante testimonianza sulla sua attività di oppositore al regime nazionalsocialista viene fornita dal giornalista e scrittore britannico David Astor che lo conobbe personalmente. (D. Astor, L’uomo che cospirò contro Hitler, «Comunità», dicembre 1984, n. 186, anno XXXVIII, pp. 166-182).

6) Colonia ebbe l’«onore» di essere la città tedesca oggetto del primo 1.000 bomber raid il 30-31 maggio 1942, quando venne scatenata l’operazione Millennium con oltre mille bombardieri che raserò al suolo gran parte del centro storico. Nel corso della guerra Colonia subì oltre settanta incursioni aeree di varia gravita, alla fine del conflitto sul deserto di macerie si ergeva unicamente il suo Duomo pur danneggiato.

7) Albrecht von Kessel (1902-1976.) addetto all’ambasciata tedesca presso il Vaticano, retta da Ernst von Weizsacker amico personale di Himmler che lo nominò membro a onore delle SS, promuovendolo nel gennaio 1942 SS-Brigadefuhrer.

8) Raphael Walzer (1888-1966) dal 1918 al 1937 Abate del monastero benedettino dì Beuron, dove sviluppò numerose iniziative economiche, accogliendo decine di novizi. L’abbazia era anche un centro attivo sul terreno politico ma con l’ascesa al potere dei nazionalsocialisti ciò diventava rischioso, personaggi come Eugen Bolz o Edith Stein che vi si recò almeno una. quindicina di volte tra il 1927 e il 1933, non passarono ceno inosservati. Questo spinse Raphael Walzer a scrivere il 12 aprile 1933 una lettera concitata al segretario di Stato Eugenio Pacelli in cui denunciava gravi pericoli incombenti sulla Germania e sulla Chiesa cattolica, In summo discrimine versatur e invocava il soccorso di Roma perché l’unica spes mea terrestris est Sancta Sedi Apostolica [Arch. Segr. Vat. (Asu) Affari Ecclesiastici Straordinari (Aaeess). «Germania», Pos 643 p.o. fase. 158], Nel 1935 Walzer consapevole di essere ormai troppo esposto decise di abbandonare il monastero e i numerosi confratelli, circa 300, emigrando in Francia; nel 1937 rinunciò definitivamente alla propria carica, per diventare più tardi cappellano delle truppe francesi, in tale veste lo troviamo in Algeria dove era fuggito dopo la vittoria tedesca. Qui organizzò nei pressi di Algeri quella sorta di monastero cui fa riferimento Gereon.

9) Sul brutale trattamento riservato dai vincitori ai prigionieri di guerra tedeschi e alla popolazione civile si veda James Bacque, Gli altri lager. I prigionieri tedeschi nei campi alleati in Europa dopo la 2 guerra mondiale, Mursia, Milano 1993 (ed. or. Other losses, 1989) e Crimes and Merdcies The Fate Of German Civilians Under Allied Occupation, 1944-1950. Little Brown, UK, 2003.

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