Miracolo eucaristico di Dronero

miracolo_Dronero

di Rino Cammilleri

Dronero, in provincia di Cuneo, è famoso per aver dato i natali a Giovanni Giolitti. Ma nella cittadina c’è anche una lapide che ricorda qualcosa di (detto tra me e voi) più importante; la lapide campeggia sopra il portone della cappella di Santa Brigida.

Il fatto avvenne nel 1631. In quegli anni, il calvinismo aveva fatto molti proseliti da quelle parti, e a nulla erano valsi gli sforzi del vescovo, il b. Giovanni Ancino, per ricattolicizzare la popolazione. Secondo Sergio Meloni (Andare per miracoli eucaristici, Segno) solo un intervento dall’alto poteva far rinascere il cattolicesimo da quelle parti. E venne sotto forma di uno spaventoso incendio scatenato per disattenzione da una contadina che aveva dato fuoco ad alcune sterpaglie.

Dato il clima estivo e la prolungata siccità, bastò un colpo di vento caldo a provocare il disastro. In breve le fiamme divennero ingovernabili e cominciarono a minacciare l’abitato. Quando ogni speranza umana fu perduta, si fece avanti il cappuccino p. Maurizio da Ceva, il quale propose di fare intervenire il Padreterno.

La cittadinanza, ormai disperata, gli diede retta e tutti andarono processionalmente a prelevare il SS. Sacramento dalla cappella di Santa Brigida; poi, sempre processionalmente e padre Maurizio in testa, lo portarono davanti alle fiamme, interponendolo tra queste e la città. Ebbene, non solo il fuoco si fermò di colpo, ma anche si estinse spontaneamente in brevissimo tempo.

Naturalmente, assieme ad esso si spensero anche i focolai d’eresia e tutta Dronero ritornò alla fede cattolica. Della serie: provare per credere.

Il Giornale 3 giugno 2005