di Riccardo Cascioli
Il Premio Nobel per la Pace assegnato ad Al Gore e all’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è una vergogna e una follia.
E l’attuale presidente dell’IPCC, Rajendra Pachauri, ha trasformato un comitato scientifico in un’organizzazione di propaganda politica, manipolando i dati e spingendo così numerosi climatologi a prendere le distanze da questo organismo.
E’ una follia perché si dà un premio per la pace a chi diffonde terrorismo psicologico spacciandolo per scienza e si avalla in questo modo la tesi secondo cui i cambiamenti climatici sarebbero una minaccia ben più grave del terrorismo islamico, come lo stesso Al Gore ha più volte detto.
Ma la minaccia più grave alla pace oggi viene proprio da chi cerca di convincere l’opinione pubblica che una bella giornata di sole a gennaio sia più pericolosa di una bomba in metropolitana, lasciando così indifesa la popolazione – in primis quella occidentale – davanti ai veri nemici dell’umanità.
E’ una follia anche perché premia un movimento ecologista che cerca in tutti i modi di bloccare lo sviluppo dei Paesi poveri, impedendone anzitutto – in nome di astratti princìpi ambientali – l’accesso a fonti di energia sufficienti ed economiche. Non a caso nei giorni scorsi, un’associazione in piena ia con Gore e IPCC ha proposto Cuba come unico, vero esempio di sviluppo sostenibile.
Negli ultimi anni è apparso via via più evidente che il Nobel per la Pace è ostaggio del “politicamente corretto” e perciò inutile, ma con l’assegnazione del premio a Gore e all’IPCC, esso dimostra – a causa della buona fama che gode nell’opinione pubblica mondiale – di essere anche molto pericoloso.
E se non si può certo impedire a cinque accademici scandinavi di regalare soldi a chi vogliono loro, almeno noi possiamo decidere di non prenderli sul serio e “lasciare che i morti seppelliscano i morti”.
(A.C. Valdera)