di Rino Cammilleri
Nel Dizionario cronologico delle apparizioni della Madonna di Gottfried Hierzenberger e Otto Nedomansky (Piemme) è succintamente ricordata l’apparizione mariana in località Ziteil, in Svizzera, nel 1580.
La Vergine si presentò a una contadina diciottenne del villaggio di Oberhalbstein, che era lì per raccogliere legna. La supplicò di andare a dire ai suoi concittadini che dovevano volgersi a una vita più virtuosa e devota perché i loro peccati avevano superato il limite. Se non volevano vedere i raccolti morire e subire la punizione di una carestia, dovevano pentirsi e fare penitenza.
Nei due giorni seguenti, Maria apparve alla medesima veggente, ribadendo gli stessi concetti con più forza. La ragazza eseguì e riuscì a provocare un’inchiesta ufficiale, i cui risultati convinsero il governatore della regione ad appellarsi al popolo affinché le direttive superne venissero seguite.
Si procedette dunque con processioni riparatorie e propiziatorie, e sul luogo venne eretto un santuario che divenne meta di pellegrinaggi. Oggi, com’è noto, fatti del genere danno luogo a inchieste, sì, ma giudiziarie, con sequestri di materiale, interventi di procure e denunce a carico degli eventuali veggenti da parte di autoconvocati Comitati di Salute (mentale) Pubblica per abuso della credulità popolare e via accusando.
Ma io mi domando, signori miei: uno sarà pur libero di vedere tutte le Madonne che vuole? La Chiesa è sempre stata molto più severa dei giornalisti su queste cose, dal momento che la “credulità” sta più a cuore ad essa che a improvvisati guardiani della “laicità”.
Il Giornale 16 luglio 2005